Le tensioni politiche non fermano il business

Instabilità socio-politica, difficoltà valutarie e politiche nazionalistiche rappresentano da sempre sfide significative per le imprese italiane che guardano oltreconfine. Secondo la Mappa dei Rischi 2018 di SACE SIMEST, il rischio di instabilità e violenza politica riporta un lieve peggioramento, passando da 44/100 a 45/100 (0 = rischio minimo; 100 = rischio massimo) in media nel mondo, con la conferma di alcune aree particolarmente critiche, mentre i rischi di confisca ed esproprio e di mancato trasferimento e convertibilità registrano un modesto miglioramento. Dai disordini della “primavera araba” in Nord Africa, all’instabilità cronica dei Paesi dell’area Sub-Sahariana, alle tensioni nei Paesi dell’Est Europa, le imprese che si internazionalizzano hanno imparato a relazionarsi con il fattore dell’instabilità politica, quasi “scontato” di alcuni quadranti geografici1.
Tuttavia, la tendenza originale del 2018 riguarda l’incremento del rischio di violenza politica in alcuni Paesi considerati “insospettabili”. Gli indicatori di rischio SACE SIMEST, infatti, evidenziano un aumento degli episodi di violenza politica in aree non caratterizzate da conflitti sistematici, ma dove la presenza di tensioni religiose, sociali e politiche hanno prodotto il deterioramento del livello di sicurezza. È il caso delle Maldive, dove le tensioni politiche e sociali hanno portato allo stato d’emergenza, cosi come le Filippine e il Bangladesh, dove istanze islamiste si sono manifestate nel corso dell’anno in diversi episodi terroristici. Inaspettato è anche l’aumento del rischio di violenza politica dell’India, dove nel 2017 si sono registrati circa 900 episodi terroristici - a fronte, ad esempio, dei circa 1300 in Afghanistan - legati a rivalità religiose e rivendicazioni territoriali. Tensioni in crescita anche in Est Europa e nel Caucaso, dove sembrano riaperti i fronti dei conflitti etnico-territoriali tra Armenia e Azerbaijan e Serbia e Kosovo, teatri di scontri sporadici ma in aumento.
La presenza di tensioni politiche costituisce un rischio per l’attività delle aziende, pur in presenza di opportunità interessanti offerte da tali Paesi. L’impatto dei rischi politici non è immediatamente evidente ma può incidere sia sulle capacità di ripagamento delle controparti, sia esporre gli investimenti in loco a perdite rilevanti, legate al rischio di perdita degli asset e di impossibilità di proseguire la propria attività produttiva all’estero (c.d. business interruption).
Esportare o investire in questi mercati, nonostante i rischi, si può. La gestione di tali rischi costituisce un importante elemento di competitività per le aziende interessate a operare sui mercati esteri. Attraverso le soluzioni assicurative di SACE, come la Political Risk Insurance, è possibile tutelare i propri investimenti all’estero dai rischi di interruzioni temporanee, garantendo il mancato guadagno derivante dalla perdita dei beni e servizi che sarebbero stati prodotti senza l’interruzione dell’attività, oltre che la copertura dei costi ordinari e straordinari per il mantenimento e il recupero dell’attività produttiva.
TREASURE CHEST
- Instabilità e violenza politica sono fattori di rischio con cui le imprese che si internazionalizzano hanno imparato a relazionarsi, soprattutto in alcune aree critiche come l’Africa Subsahariana e il Medio Oriente e Nord Africa.
- Il rischio di violenza politica è l’unica fattispecie di rischi politici ad aver registrato un lieve peggioramento nel mondo negli ultimi mesi, coinvolgendo anche alcuni Paesi “insospettabili”.
- I rischi politici possono inficiare la capacità di ripagamento delle controparti estere ed esporre gli investimenti in loco a perdite rilevanti in termini non solo di “danno emergente” ma anche di “lucro cessante”.
- Esportare o investire in questi mercati è possibile, grazie all’utilizzo di strumenti assicurativi ad hoc per la mitigazione del rischio politico.
1 Le regioni dell’Africa Subsahariana e Medio Oriente e Nord Africa restano le più problematiche a livello globale. Il rischio di violenza politica è, in media, rispettivamente pari a 56/100 e 58/100.