Accedere al PNRR: vincoli e requisiti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è lo strumento che l’Italia e la Commissione Europea hanno costruito insieme per far fronte alla crisi economica innescata dalla pandemia e per promuovere una transizione verso un’economia più verde, digitalizzata e con minori differenze territoriali e generazionali. Il Piano si articola in interventi, che sono le misure realizzate dal Governo per raggiungere gli obiettivi sopracitati, ognuno  dei quali può essere un investimento o una riforma. Gli obiettivi del Piano si sono inoltre tradotti in una serie di norme e regole per la selezione e l’attuazione degli investimenti nonché per i criteri di accesso agli stessi da parte di imprese, associazioni di categoria e università.  

I principali requisiti che imprese e pubbliche amministrazioni dovranno tenere in considerazione per poter accedere ai fondi del PNRR possono essere raggruppati in 4 principali tipologie, che sono trasversali a tutti gli interventi del Piano:

  • di genere e pari opportunità;
  • di localizzazione territoriale;
  • green e di sostenibilità (DNSH);
  • di appartenenza settoriale.

Per quanto riguarda gli interventi rivolti ad obiettivi di genere e alle pari opportunità, troviamo, in alcune iniziative del Piano, criteri di accesso che condizionano l’intervento all’assunzione di giovani e di donne. Analizzando infatti alcuni bandi diretti alle imprese, tale criterio diventa vincolante per il proseguimento del progetto.

Per esempio, per l’intervento Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di leader territoriali di R&S, il bando di gara richiede espressamente che l’assunzione di personale a tempo determinato o l’assegnazione di borse di dottorato riguardi almeno per il 40% donne. Sempre nel bando è richiesto in maniera diretta l’obbligo di protezione e valorizzazione dei giovani, senza tuttavia esplicitare un vincolo preciso. Entrambi gli aspetti saranno elementi importanti in fase di valutazione della proposta progettuale ed è quindi centrale che siano tenuti in considerazione nel qualificare la candidatura. Un diverso esempio, più esplicito dell’obiettivo della parità di genere, riguarda l’investimento Creazione dell’imprenditoria femminile che è appunto riservato a imprese a direzione femminile.

Un ulteriore elemento di indirizzo per le imprese riguarda l’aspetto territoriale degli investimenti; infatti uno degli obiettivi principali del PNRR è la riduzione delle differenze strutturali tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. All’interno del Piano si trovano infatti vincoli specifici in diversi interventi, come in quello sopra citato1 . Questo bando richiede che almeno il 40% delle risorse rese disponibili siano rivolte alla creazione di Innovation Hub nelle regioni del Mezzogiorno. Questo tipo di obiettivi è trasversale alle diverse missioni del PNRR e quindi presente o sottostante gli investimenti.
Uno dei vincoli che permeano tutto il Piano è relativo al principio DNSH (Do Not Significant Harm o in italiano, Non arrecare significativi danni), il quale impone in maniera stringente che nessun intervento previsto all’interno del PNRR possa arrecare danni significativi all’ambiente. Il principio DNSH è basato sulle direttive contenute all’interno della Tassonomia per la finanza sostenibile, normativa implementata per promuovere gli investimenti privati verso tecnologie e progetti sostenibili e per realizzare gli obiettivi stabiliti nel Green Deal dalla Commissione Europea, come stabilito nel Regolamento UE 2021/241.

Il principio DNSH rimane tuttavia il criterio più qualificante per accedere ai fondi del Piano, motivo per cui unapiena comprensione da parte delle imprese rappresenta il presupposto per coglierne appieno le opportunità. Nel dettaglio il principio si articola sui sei obiettivi ambientali stabiliti nell’articolo 9 dell’Accordo di Parigi che mirano a valutare se una attività economica contribuisca o meno al raggiungimento di determinati obiettivi ambientali senza allo stesso tempo danneggiare nessun altro aspetto. Nello specifico: 

  1. mitigazione dei cambiamenti climatici, per cui un’attività economica non deve comportare significative emissioni di gas serra;
  2. adattamento ai cambiamenti climatici, per la quale l’attività economica non deve determinare un maggiore impatto negativo sul clima attuale e futuro;
  3. utilizzo sostenibile delle risorse idriche e marine;
  4. transizione verso un’economia circolare, in cui un’attività economica deve essere in grado    di recuperare materiali precedentemente usati, usare efficientemente risorse naturali, smaltire rifiuti; questo criterio è fortemente indirizzato alla riduzione di rifiuti e al loro riciclo;
  5. prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo;
  6. protezione e il ripristino della biodiversità e della salute degli ecosistemi; questo principio sottolinea il fatto che una qualunque attività economica non debba provocare danni agli ecosistemi e allo stato di conservazione degli habitat e delle specie. 

Tutte le misure inserite nel PNRR devono promuovere uno di questi obiettivi oppure non arrecare danno a nessuno di essi. 

officine pnrr - dnsh

 

L’applicazione pratica del principio DNSH avviene per step successivi di analisi secondo lo schema riportato in figura 2. In prima battuta si analizza se la misura o l’attività di impresa può avere un qualche effetto sui sei criteri esposti. Gli allegati tecnici della tassonomia aiutano a identificare i casi in cui il prodotto o l’attività dell’impresa devono sottostare a determinati requisiti; nel caso in cui questo non si verifichi l’attività dell’impresa soddisfa direttamene il principio DNSH.

Al contrario, per ogni obiettivo l’attività potrà soddisfare il principio se sarà in linea con quanto richiesto nella tassonomia; altrimenti dovrà essere prevista una ulteriore fase di approfondimento.

officine pnrr - albero delle decisioni

Di seguito si riportano alcuni esempi pratici di applicazione di tale principio. In particolare, si esplicitano i 6 obiettivi per il settore delle costruzioni, come riportato nella Guida operativa sul principio DNSH.
  • Il primo criterio, mitigazione dei cambiamenti climatici, evidenzia la necessità di verifiche ex ante ed ex post, sul raggiungimento e il rilascio dell’attestato di prestazione energetica. Passando al criterio sull’adattamento ai cambiamenti climatici, sono necessarie verifiche sull’adozione delle soluzioni di adattabilità individuate nel report. Per l’uso sostenibile dell’acqua e delle risorse marine si richiede l’impiego di dispositivi in grado di garantire il rispetto degli standard internazionali di prodotto.
  • Il quarto criterio, riguardante l’economia circolare, richiede la redazione del piano di gestione dei rifiuti e la redazione di una relazione, a fine lavori, sulla destinazione dei rifiuti prodotti.
  • Per il criterio relativo a prevenzione e riduzione dell’inquinamento, si dovrà predisporre, ad inizio lavori, il Piano Ambientale di Cantierizzazione e indicare le limitazioni delle caratteristiche di pericolo di materiali che si prevede di utilizzare. Infine, per la protezione della biodiversità, i vincoli prevedono la verifica che le aree su cui si costruisce non siano aree protette o adibite a foresta e che la costruzione non richieda elevati consumi di legno (Certificazioni FSC/PEFC).

Collegato al principio DNSH, ma in qualche maniera più diretto ed esplicito è il vincolo settoriale che caratterizza le iniziative del Piano. Infatti, gli investimenti, in base al vincolo DNSH sopra descritto, non possono andare a finanziare settori e/o progetti altamente inquinanti proprio per il loro impatto ambientale.

Il discrimine settoriale coinvolge anche gli investimenti volti a incrementare la digitalizzazione del tessuto economico italiano, altro pilastro del PNRR. L’intervento Transizione 4.0, pensato per incrementare l’impronta digitale delle imprese, per esempio, non può essere attivato da tutti i settori bensì da un insieme di settori specificati nei diversi bandi, quali quelli dell’automotive, gomma e plastica, costruzioni, genio civile, carta e prodotti in carta, allevamento, trasporto marittimo, prodotti chimici, trasporto aereo, prodotti in metallo, ceramica ed energia.

Lo stesso criterio è stato adottato nell’intervento Sviluppo Trasporto Rapido di Massa  dove viene espressamente esplicitato che verranno finanziati solo il settore delle costruzioni, per promuovere le infrastrutture, e il trasporto pubblico, in modo da ridurre l’uso delle automobili del 10%; allo stesso tempo, viene specificato che i fondi saranno diretti al 100% all’obiettivi del Green Deal e le imprese partecipanti dovranno preparare un piano sul riutilizzo e sul riciclo di batterie e materiale elettronico. Nell’intervento Innovazione e tecnologia della Microelettronica, le fabbriche finanziate devono essere progettate per raggiungere la carbon neutrality nel 2027.

In conclusione, al netto dei requisiti specifici che cambiano da bando a bando, il quadro qui delineato mostra che i vincoli per l’accesso ai fondi PNRR mirano a promuovere l’adozione di nuovi strumenti all’interno delle imprese italiane; progressivamente, infatti, saranno quindi chiamate a introdurre criteri e misure ESG all’interno dei loro processi e strategie.

Rimane tuttavia un tema di informazione spesso ancora non sufficientemente diffusa tra le imprese potenziali beneficiarie dei fondi, soprattutto all’interno della categoria delle PMI. All’interno delle imprese di minori dimensioni l’accesso alle informazioni rappresenta un costo, dal momento che queste spesso sono costrette a rivolgersi a fornitori esterni per le opportune valutazioni. Il monitoraggio periodico dei riferimenti citati può quindi rappresentare un elemento di particolare rilevanza per sopperire a questo vincolo soft e favorire un coinvolgimento diffuso del sistema imprese alle opportunità del Piano. 

 
Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S
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