Le sfide della logistica post-Brexit: nuove procedure e documenti necessari per le spedizioni nel Regno Unito

Da quando il Regno Unito non è più ufficialmente uno Stato membro dell’Unione europea, spedire merci Oltremanica è diventato più complesso e farraginoso. Con la Brexit, infatti, il Regno Unito è uscito anche dell’area Schengen, che garantisce la libera circolazione di merci e persone tra paesi dell’UE, diventando a tutti gli effetti un paese terzo e perdendo tutti i vantaggi derivanti dall’apertura delle frontiere. 

Ciò significa che, chiunque entri o esca dal paese è sottoposto a controllo doganale. Lo stesso discorso vale per le merci, per cui sono cambiate profondamente le dinamiche relative alla logistica e alle spedizioni per tutte le aziende che vendono, fisicamente e online, in questo paese.

In questo articolo parleremo di: 

  • Codice EORI: cos’è e perché è indispensabile per il Regno Unito;
  • Cosa succede se la mia azienda è sprovvista di codice EORI?; 
  • Apertura della partita IVA del Regno Unito ;
  • Dazi ed origine preferenziale: così il TCA e cosa prevede per i rapporti di scambio tra UE e Regno Unito; 
  • Dichiarazione di libera esportazione: cosa è cambiato per il Regno Unito;
  • Fattura commerciale per il Regno Unito
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Da quando il Regno Unito non è più ufficialmente uno Stato membro dell’Unione europea, spedire merci Oltremanica è diventato più complesso e farraginoso.

Con la Brexit, infatti, il Regno Unito è uscito anche dell’area Schengen, che garantisce la libera circolazione di merci e persone tra paesi dell’UE, diventando a tutti gli effetti un paese terzo e perdendo tutti i vantaggi derivanti dall’apertura delle frontiere. 

Ciò significa che, chiunque entri o esca dal paese è sottoposto a controllo doganale. Lo stesso discorso vale per le merci, per cui sono cambiate profondamente le dinamiche relative alla logistica e alle spedizioni per tutte le aziende che vendono, fisicamente e online, in questo paese. 

Spedire nel Regno Unito oggi significa spedire a tutti gli effetti verso un paese Extra-Ue: mentre prima le spedizioni seguivano l’iter di qualsiasi altro paese europeo - le merci in libera circolazione erano spedite senza necessità di documentazione per lo sdoganamento e quelle non in libera circolazione necessitavano solo di una fattura commerciale - adesso sono soggette a regime doganale, e pertanto è necessario adempiere ad alcuni obblighi e presentare una serie di documenti che prima non erano necessari.

Codice EORI: cos'è e perchè è indispensabile per il Regno Unito 

Dal momento che il Regno Unito è divenuto per l’Ue un paese terzo, per poter esportare Oltremanica è necessario dotarsi del codice EORI (Economic Operator Registration and Identification), che in base al Regolamento (CE) n° 312 del 16 aprile 2009 ogni Stato membro, tramite le proprie Autorità doganali, attribuisce ai soggetti stabiliti sul proprio territorio e ai soggetti dei Paesi Terzi che per la prima volta effettuano nel territorio Ue un’operazione rilevante ai fini doganali. 

Il codice EORI viene utilizzato dalla dogana e da altre autorità per monitorare e tracciare tutte le spedizioni in entrata e in uscita dall’Unione europea. Si tratta di un codice alfanumerico univoco composto dal codice ISO alpha-2 del paese (per l’Italia è IT) seguito da una serie di cifre lunga al massimo 15 caratteri. In Italia si è deciso di far coincidere il numero con gli 11 caratteri numerici del codice fiscale o Partita I.V.A dell'operatore economico.

Normalmente, quando un’azienda si registra fiscalmente, automaticamente si registra anche per il codice EORI. Il sistema informatico doganale provvede poi a registrare il codice EORI nel relativo database nazionale e ad aggiornare il database EORI dell’UE.

Se non si sa con certezza se la propria azienda dispone già di un codice EORI, è importante verificarlo poiché ad ogni azienda viene attribuito un codice EORI unico. Qualora se ne avesse già uno ma lo si richiedesse nuovamente perché non si sa di possederlo già, non ne verrà attribuito uno diverso. È possibile verificare la validità dei numeri EORI direttamente sul sito della Commissione Europea.

Cosa succede se la mia azienda è sprovvista di codice EORI?

In caso se ne fosse sprovvisti, la procedura per richiederlo è semplice ed intuitiva e può essere effettuata tramite i moduli messi a disposizione dall’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane del proprio paese (qui il modulo per l’Italia predisposto dall’ADM). 

Per le spedizioni verso il Regno Unito dopo la Brexit il governo inglese ha specificato che sia il mittente che il destinatario dovranno essere in possesso di un codice EORI perché la spedizione vada a buon fine. Per cui, anche i destinatari di una spedizione in UK dovranno fare richiesta di questo codice sul sito del governo britannico.

Apertura della partita IVA del Regno Unito 

Dal 1 gennaio 2021, le merci che transitano dal territorio IVA dell’Unione europea verso il Regno Unito devono essere trattate come esportazioni a norma della Direttiva IVA (Direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006) relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto. Ciò significa che le merci che dall’Europa entrano nel Regno Unito saranno soggette al regime IVA britannico. Questo prevede che per le spedizioni di valore inferiore a 135 sterline, l’IVA, calcolata sul totale di prezzo e spese di spedizione, è a carico del venditore; per importi superiori l’onere dell’IVA ricade sull’importatore.

Nel primo caso, dal momento che le merci vengono sdoganate nel Regno Unito e su di esse viene pagate l’IVA del Regno Unito, i venditori europei sono obbligati a richiedere un numero di partita IVA britannico registrandosi sul sito dell’Agenzia delle Entrate del Regno Unito: HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs).

Tale normativa impatta soprattutto per chi vende online tramite il proprio e-commerce ed effettua spedizioni di piccolo importo. Se la vendita viene effettuata attraverso OMP (Online Marketplace), l’IVA è a carico dell’OMP e dunque non è necessario richiedere la partita IVA inglese. In tal caso, il mittente sarà tenuto a indicare la propria partita IVA italiana ed il proprio numero EORI italiano, la partita IVA britannica dell’OMP (da cui la dogana inglese regolerà il pagamento dell’IVA) e la dicitura “SALES MADE VIA <nome OMP> Online MarketPlace.”

Dazi ed origine preferenziale: cos'è il TCA e cosa prevede per i rapporti di scambio tra UE e Regno Unito

Il Trade and Cooperation Agreement (meglio conosciuto come TCA), ha portato diversi vantaggi; questo accordo, siglato il 24 Dicembre 2020 fra Regno Unito e Unione Europea, regola tutti gli accordi commerciali e le loro modalità inevitabilmente cambiate a causa della Brexit. Le merci di origine preferenziale Ue o del Regno Unito (cioè i cui materiali e/o la lavorazione provengono da un paese europeo o dal Regno Unito) sono esentate dal pagamento dei dazi se il loro valore è inferiore a 135 sterline; in caso contrario sarà obbligatorio versare gli oneri doganali che saranno calcolati in base al paese di origine e al codice merceologico TARIC, ovvero il codice doganale riportato nel sistema HS (Harmonized System) previsto dagli accordi dalla World Customs Organization grazie al quale è possibile identificare il tipo di prodotto e l'aliquota del dazio da applicare.

Dichiarazione di libera esportazione: cosa è cambiato per il Regno Unito

La dichiarazione di libera esportazione è un documento sempre necessario nel caso di spedizioni fuori dall’Unione Europea ed è destinato alla dogana del paese del mittente e a quella del paese di destinazione. 

Ha lo scopo di assicurare che la merce esportata (o importata) non violi i regolamenti europei vigenti, non rientri tra gli oggetti proibiti e pertanto può attraversare sia la dogana del paese mittente sia quella del paese destinatario. 

Di alcune merci è vietata l’esportazione fuori dall’UE e l’importazione nel Regno Unito. Per una lista dettagliata di articoli la cui spedizione non è consentita, è possibile consultare l’elenco aggiornato dal governo britannico degli articoli non ammessi

Questa dichiarazione ha inoltre ha lo scopo di tutelare il corriere italiano o estero che effettua la spedizione sollevandolo da qualsiasi responsabilità.

All’interno della dichiarazione devono essere indicati i dati del mittente, compresi e-mail e numero di telefono, il numero di spedizione, il Paese di origine e di destinazione.

Fattura commerciale per il Regno Unito

La fattura è il documento più importante ai fini dello sdoganamento della merce, per questo motivo deve essere compilata correttamente in tutte le sue parti e nella maniera più dettagliata possibile. Infatti, gli accordi commerciali previsti dalla Brexit prevedono una dichiarazione molto puntuale anche all’interno di ogni fattura, oltre che nei moduli di autocertificazione richiesti dalla Dogana.

Nello specifico, la fattura deve indicare i seguenti dati: 

  • dati del mittente;
  • partita IVA del mittente;
  • codice EORI del mittente;
  • dati del destinatario compreso indirizzo email e numero di telefono;
  • numero lettera di vettura;
  • paese di fabbricazione;
  • valore dichiarato totale (il massimo consentito è 3.000,00 €);
  • valuta adottata. 
  • descrizione dettagliata del contenuto in inglese. 

Adattarsi a questo nuovo scenario normativo e procedurale nel contesto post-Brexit sarà dunque imprescindibile per  tutte le imprese che vogliono continuare o iniziare ad esportare in UK. 

Vuoi approfondire ulteriormente tutti gli aspetti doganali per il Regno Unito? Scopri le nostre guide realizzate in collaborazione con Easyfrontier


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