Officine PNRR: Settore Alimentare & Bevande - Analisi Settore

 

Un sguardo generale....

L’Italia è leader in Europa per numero di imprese operanti nel settore alimentare e bevande (19% del totale, 55.062 imprese), e per fatturato generato (13% del totale, 149.925 mln). Si colloca in quinta posizione per addetti impiegati nel settore (10% del totale, 437.233).

L’alimentare e bevande rappresenta una quota rilevante all’interno del tessuto industriale manifatturiero italiano, collocandosi in prima posizione per fatturato generato (15% del totale manifatturiero) e in terza posizione per numero di imprese (16% del totale manifatturiero) e addetti (12% del totale manifatturiero).

 

 

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Le regioni italiane più specializzate nel settore sono Molise, Calabria e Sicilia: l'industria dell'alimentare e bevande è molto più rilevante per le regioni del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-nord. La regione italiana che registra un numero più elevato di piccole e medie imprese operanti nel settore è la Sicilia.

 

Conosciamo meglio il settore

Il settore ha evidenziato un profilo di crescita piuttosto moderato nella media dell’ultimo decennio, complice, sul mercato interno, la debolezza dei consumi domestici delle famiglie. Tale debolezza ha spinto le imprese verso l’estero, determinando un aumento del livello di internazionalizzazione medio settoriale e vivacizzando l’export.

La redditività si mantiene su buoni livelli, sebbene inferiori alla media del manifatturiero e il Leverage è contenuto: le imprese del settore sono solide dal punto di vista patrimoniale.

Il settore alimentare e bevande è chiamato a molteplici sfide, che se interpretate nel modo corretto possono trasformarsi in grandi opportunità di business.

I consumatori, sempre più attenti ai temi di sostenibilità, richiedono prodotti biologici e standard di tracciabilità sempre più elevati, manifestando una propensione per gli acquisti online in deciso aumento.

Infine, le innovazioni tecnologiche consentiranno il raggiungimento di livelli di produttività sempre migliori.

 

 

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Come sono fatte e dove lavorano le imprese del settore?

Per scattare una fotografia realistica del settore Alimentare e Bevande è necessario analizzare le risultanze di un anno rappresentativo: è evidente come il 2020, a causa del dilagare della pandemia da Covid-19, non possa essere l'anno ideale per valutare la struttura di questo settore. Per evitare distorsioni statistiche si prende come riferimento l’anno 2019.

 

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Le statistiche ufficiali del 2019 relative al numero di imprese ci dicono che nel settore alimentare e bevande le aziende attive in Italia siano 55.062: il Paese è leader in Europa per numerosità di imprese operanti nel settore.

Le imprese attive in Europa ammontano a 293.833: il 19% è rappresentato da quelle italiane, pertanto in Europa un'azienda dell'alimentare e bevande su 5 ha sede in Italia.

Un ulteriore indicatore utile a comprendere la consistenza in Europa delle imprese italiane operanti nel settore è rappresentato dal fatturato. Le 55.062 imprese italiane generano quasi 150 miliardi di euro di fatturato, il 13% del totale dei Paesi UE, collocando l'Italia al terzo posto nel ranking dei principali produttori dell'industria dell’alimentare e bevande.

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In termini di manodopera a livello europeo, il 10% degli addetti dell'industria alimentare e bevande lavora in imprese italiane: in valore assoluto sono oltre 437.000 lavoratori.

 

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A livello europeo il numero totale di addetti impiegati nel settore è pari a 4.617.399.

Sempre in termini strutturali, a livello di macro comparti, la specializzazione produttiva italiana in termini di fatturato e di addetti è sostanzialmente allineata alla media europea: l'alimentare in senso stretto è decisamente preponderante rispetto al comparto delle bevande. 

Se si esamina il numero di imprese emerge un elemento distintivo: in Italia il numero di aziende attive nel settore delle bevande è relativamente inferiore, ovvero l'incidenza di queste imprese è relativamente inferiore rispetto alla media UE in termini di numerosità di imprese. Se si osserva il fatturato, queste generano il 13% del fatturato complessivo, in linea con quanto accade nel resto d'Europa. Questo è un fattore che segnala che, a differenza dell’alimentare in senso stretto, il tessuto produttivo del comparto delle bevande è costituito da imprese mediamente più grandi in Italia rispetto al resto d'Europa.
 

 

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pag_7_A Il settore alimentare e bevande italiano ha un peso rilevante sul totale manifatturiero: dal grafico vediamo come le imprese operanti nel settore siano oltre 55.000, il 16% delle imprese manifatturiere totali.

 

pag_7_B La percentuale si riduce leggermente (15%) se si considera il fatturato, collocando l’industria alimentate e bevande al primo posto tra i settori industriali della manifattura italiana.

 

 

 

Nel settore sono impiegati il 12% degli addetti nelle imprese manifatturiere, collocando l’alimentare e bevande al terzo posto nel Ranking.

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Un ulteriore elemento strutturale che caratterizza il settore è legato alla dimensione media delle imprese. Se si osservano i numeri emerge come il tessuto produttivo dell'Alimentare e Bevande Made in Italy sia caratterizzato da un elevato numero di piccole e medie imprese: quelle con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro rappresentano il 97% del totale, generano un quarto del fatturato complessivo e si avvalgono del 55% della forza lavoro.

All'estremo opposto vi sono le imprese di grandi dimensioni, con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, che generano circa il 54% dei ricavi complessivi. Dunque, l’alimentare e bevande è un settore in cui le PMI giocano un ruolo di primo piano, lavorando accanto a poche e grandi imprese più strutturate, alcune di grandissime dimensioni e in molti casi imprese multinazionali.

 

 

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Un elemento strutturale di particolare rilievo riguarda la territorialità di questo settore. Oltre la metà delle imprese si concentrano in sei regioni:

  • La Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna al Nord
  • La Campania, la Puglia e la Sicilia al sud.

Le restanti imprese si diffondono capillarmente nel resto del territorio nazionale, tanto al Nord quanto al centro, quanto al sud del Paese.

Un’analisi limitata all’osservazione dei valori in termini assoluti non è tuttavia completa, questo perché in alcune aree del Paese l'industria dell'alimentare e bevande può risultare il settore chiave, a volte l'unico dell'intero sistema industriale.

Per considerare questo aspetto, occorre valutare la specializzazione produttiva delle singole regioni, esaminando l’indice di specializzazione, che definisce il rapporto tra il peso (%) che ha il fatturato del settore sul totale dell’economia regionale e il peso (%) che ha il fatturato del settore sul totale dell’economia nazionale. Tale indice dà informazioni su quanto sia importante un settore per un determinato territorio rispetto alla media nazionale.

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Mappando tale indice emerge che l'industria dell'alimentare e bevande è molto più rilevante per le regioni del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-Nord. Si prenda ad esempio il Molise: si tratta di una regione in cui l'industria alimentare ha numeri in valore assoluto evidentemente inferiori a quelli della Lombardia o dell'Emilia Romagna. Tale industria tuttavia, in termini relativi, ovvero in termini di importanza che il settore riveste per il territorio, pesa cinque volte di più rispetto alla media nazionale.

Le regioni italiane più specializzate nel settore sono Molise, Calabria e Sicilia, cui corrispondono rispettivamente i punteggi 488, 467 e 404. A valori elevati dell’indice (>100) corrisponde una maggiore specializzazione produttiva della regione nel settore.

 

 

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