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Focus On 17 novembre 2020
Oltre a produrre effetti profondi sull’andamento dell’economia mondiale, lo shock pandemico Covid-19 ha anche portato sotto la lente di ingrandimento alcuni limiti della globalizzazione, tra cui l’eccessiva concentrazione della produzione di molti beni intermedi in alcune geografie, su tutte la Cina. I Paesi emergenti della regione asiatica rappresentano un’alternativa naturale per le imprese che cercano destinazioni alternative per i propri investimenti al di fuori della Cina. L’Ufficio Studi di SACE ha elaborato un indicatore composito di attrattività per diversi mercati emergenti asiatici
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Sasso nello stagno 03 novembre 2020
L’utilizzo di misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti come strumento strategico di politica estera non è una novità degli ultimi anni: a partire dagli anni '70, infatti, solamente i presidenti Bush Sr. e Clinton non hanno introdotto nuovi dazi ai prodotti d’importazione. L’amministrazione Trump è stata tuttavia una delle più attive in tal senso. L’evoluzione di questo confronto e, in generale della politica commerciale statunitense, dipenderà molto da chi sarà il futuro presidente degli USA
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Update Espresso 30 ottobre 2020
Il nostro Chief Economist Alessandro Terzulli commenta le previsioni sull’economia mondiale pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale, alla luce dei recenti sviluppi sulla crisi pandemica.
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Sasso nello stagno 29 ottobre 2020
Per i paesi subsahariani e per quelli dell’Africa occidentale in particolare, il 2020 si era aperto sotto l’auspicio di rimettere in cima all’agenda politica ed economica la cooperazione intra-regionale, fondamentale, ancorché preliminare, per la realizzazione di quegli Stati Uniti d’Africa. L’introduzione della moneta unica (c.d. “Eco”) e soprattutto l'entrata in vigore dell’African Continental Free Trade Agreement, la più grande area di libero scambio al mondo, sono state rimandate anche a causa della pandemia da Covid-19. Non da ultimo l'’Africa occidentale si appresta a una nuova tornata elettorale.
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Sasso nello stagno 22 ottobre 2020
Il prossimo 25 ottobre i cittadini cileni saranno chiamati alle urne per un Plebiscito nazionale, il primo dal 1989; un appuntamento molto sentito e una delle principali concessioni ottenute dai manifestanti antigovernativi, che dall’ottobre 2019 hanno attuato le maggiori proteste dal ritorno del Paese alla democrazia nel marzo del 1990. Due i quesiti proposti: la volontà di mantenere inalterata l’attuale Costituzione, redatta durante la dittatura Pinochet nel 1980 e quale composizione debba avere l’organo deputato alle modifiche costituzionali.
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