Vademecum Argentina
Dicembre 2015: inizia un nuovo corso economico
E’ giunto il momento di voltare pagina, di recuperare il tempo perduto e di uscire da una fase di stagnazione economica caratterizzata da alta inflazione, elevati deficit di bilancio, persistenti deflussi di capitali e contrazione delle riserve valutarie. La recente elezione di Macri apre una nuova fase per il Paese.
Il nuovo esecutivo si è posto come obiettivo quello di portare avanti un piano di riforme articolato per rilanciare la crescita, tra cui:
- svalutazione del peso
- parziale eliminazione delle barriere non tariffarie
- eliminazione della tassazione sulle esportazioni
- riduzione dei sussidi all’energia elettrica
- riduzione di alcune “distorsioni” relative ai tassi di interesse e rimodulazione degli incentivi al credito
Le autorità avranno anche il compito di ridefinire un business environment trasparente e credibile, insieme a misure volte a incentivare gli investimenti esteri e a rafforzare il sistema bancario, che oggi è di modesta entità rispetto alle dimensioni dell’economia.
Il Paese ha riavviato i rapporti con il Fondo Monetario Internazionale e continua l’attività con la Banca Mondiale, che conta 22 progetti maggiori per un valore complessivo di USD 6 mld.
Aprile 2016: il ritorno sul mercato internazionale dei capitali
L’Argentina ha emesso il primo bond nel 1824 e dopo meno di 4 anni ha dichiarato default. Da quel momento altri 7 fallimenti si sono susseguiti, fino all’ultimo default tecnico del 2014. L’insediamento del nuovo Presidente Macri ha permesso di sbloccare la situazione e di consentire al paese di ritornare sul mercato internazionale dei capitali. La storia insegna che anche i paesi possono fallire e per chi esporta e fa business all’estero è sempre più importante assicurarsi contro tali rischi.
Ad Aprile 2016 l’Argentina ha messo fine a un’esclusione dal mercato dei capitali che durava da 15 anni, quando la nazione sudamericana finì in default su un debito per quasi 100 miliardi di dollari. Buenos Aires ha venduto titoli di stato per 16,5 miliardi di dollari con ordini che hanno superato i 70 miliardi di dollari.
Il ricavato dell'asta sarà utilizzato per ridurre il deficit di bilancio, per favorire investimenti strutturali e per migliorare la competitività del Paese (infrastrutture, trasporti, energia, investimenti sociali, e così via), ma anche per pagare i creditori (c.d. holdout) che non hanno accettato la ristrutturazione del debito.
Si riapre quindi un mercato importante, dai legami profondi con il nostro Paese, con molte opportunità ma che ancora presenta un certo grado di rischio. Il Vademecum di SACE ha proprio l’obiettivo di aiutare le imprese italiane a conoscere le regole di base per operare in questo mercato.