Update Espresso 06 aprile 2018

Update Espresso: 6 aprile 2018

Leggi il nuovo Update Espresso su Costa Rica, Egitto, Eurozona, Stati Uniti-Cina e shipping in Indonesia

 

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

COSTA RICA: Alvarado è il nuovo presidente

Carlos Alvarado Quesada, candidato del Partito Azione Cittadina di centro-sinistra attualmente al governo, si è aggiudicato la presidenza del Costa Rica vincendo il ballottaggio contro il suo sfidante Fabricio Alvarado con il 61% dei voti. Il neo-eletto Presidente ha sempre dichiarato il suo sostegno ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, tema che da mesi agita la politica del Paese dopo una sentenza favorevole vincolante della Corte interamericana dei diritti umani del gennaio 2018.

Scrittore di romanzi ed ex-Ministro del Lavoro nel governo uscente di Azione Cittadina, con i suoi 38 anni Carlos Alvarado Quesada è il più giovane Presidente della storia del Costa Rica. Oltre alla divisiva questione dei matrimoni gay, Quesada dovrà cercare di risolvere i problemi che il Paese, oggetto di ben quattro riduzioni di rating negli ultimi cinque anni, ha in termini di disoccupazione e costo della vita, corruzione e sicurezza.  

 

 

EGITTO: Rielezione per Al-Sisi

Abdel Fatah Al Sisi, presidente dell’Egitto dal colpo di Stato che ha destituito Mohammed Morsi nel 2014, è stato rieletto con il 97% dei voti. A dispetto della vittoria, l’affluenza è stata molto bassa, essendo andati alle urne solo il 41% degli aventi diritto di voto. Nonostante la Commissione Elettorale Nazionale egiziana abbia negato ogni tentativo di manipolazione del voto, i media stranieri hanno documentato la presenza di incentivi sotto forma di denaro e beni alimentari.

La figura di Al Sisi è piuttosto controversa: gode di una solida base tra il popolo egiziano, che gli riconosce l’aver creato stabilità dopo la destituzione del suo predecessore, mentre i suoi oppositori gli attribuiscono il fallimento dell’esperimento democratico di governo. Messa alle spalle questa tornata elettorale, Al Sisi può ora volgere lo sguardo al suo programma economico.

 

 

EUROZONA: Rallentamento nella manifattura?

L’indice PMI (Purchasing Manager Index) di Ihs-Markit continua a indicare un’espansione dell’attività manifatturiera, ma anche nel mese di marzo ha registrato una decelerazione (56,6 rispetto a 58,6 di febbraio; un valore superiore alla soglia di 50 rappresenta un’espansione della produzione). La frenata riguarda praticamente tutti i 19 Paesi della moneta unica e quasi tutti i settori considerati. Le performance migliori, nel generale contesto di riduzione della velocità, sono state registrate in Paesi Bassi (61,5), Germania (58,2) e Austria (58). Il sentiment sulle vendite future è rallentato in tutte le geografie incluse (ora al minimo rilevato negli ultimi mesi) tranne che in Grecia.

Un calo nell’indice era atteso ed è fisiologico, viste le restrizioni alla capacità produttiva che esistono nel breve periodo. Inoltre si è osservato un allungamento nei tempi di consegna dei fornitori, non favoriti anche dalle condizioni climatiche avverse in diversi Paesi, specialmente del Nord Europa.

 

 

STATI UNITI-CINA: Botta e risposta a colpi di dazi

La temuta escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina non ha risparmiato i giorni immediatamente successivi alla Pasqua: Trump ha presentato ufficialmente un elenco di 1.333 prodotti cinesi da assoggettare a tariffe del 25%, mentre la Cina ha risposto poche ore dopo sollevando la stessa imposta su 106 prodotti americani inclusi soia, aerei, automobili e prodotti chimici. Entrambe le misure sono studiate per colpire le esportazioni americane e cinesi per un valore di 100 miliardi di dollari, equamente ripartiti tra i due Paesi.

I dazi cinesi entreranno in vigore a condizione che lo stesso accada per quelli americani. Questi ultimi scatteranno solo in seguito a un periodo di consultazioni pubbliche, che durerà almeno fino al 22 maggio e che prevede un’audizione organizzata dall’Ufficio del Rappresentante Commerciale della Casa Bianca il 15 maggio.

 

 

SETTORI

 

 

SHIPPING: L’Indonesia sospende il decreto «protezionista»

È stato per il momento sospeso il decreto annunciato lo scorso dicembre dal Ministro per il Commercio di Jakarta che imporrebbe l’uso di navi indonesiane per l’import e l’export di alcune commodity, tra cui carbone e olio di palma, a oggi trasportate per la quasi totalità da navi straniere. Il provvedimento, previsto in attuazione a fine aprile, intendeva incentivare il settore dello shipping, vista l’enorme dipendenza del Paese dal commercio marittimo, e migliorare l’indice di ease of doing business (ben peggiore rispetto ai vicini Malaysia, Thailandia e Vietnam) attraverso gli investimenti nella flotta e nelle infrastrutture portuali.

La misura ha incontrato numerose critiche sia per i temi di fattibilità (insufficienza di navi e costi eccessivi che ricadrebbero sul prezzo delle commodity indonesiane), sia perché in contrasto con le regole dell’Omc e degli accordi bilaterali. Il Governo potrebbe quindi continuare a ritardarne l’attuazione o sospenderla del tutto.

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA:

 

80% Quota del commercio internazionale in volume che viaggia su nave (70% in valore)
+3,2% Crescita media annua del commercio marittimo globale in volume tra il 2017 e il 2022
3 Paesi che detengono il 39% delle navi container, ovvero Germania, Cina e Grecia

 


 

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