Update Espresso 16 novembre 2018

Update Espresso: 16 novembre 2018

Leggi il nuovo Update Espresso su Arabia Saudita, Cile, Balcani, Iraq e infrastrutture in Ucraina

 

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

ARABIA SAUDITA: Previsti tagli alla produzione di greggio

Il ministro saudita dell'energia Al Fhali ha affermato la necessità di tagli alla produzione petrolifera di circa 1 milione di barili al giorno, per scongiurare gli effetti negativi di un incremento della produzione in corso a fronte di un calo atteso della domanda. Nell'ultimo trimestre infatti, secondo i dati ufficiali Opec, la produzione di Arabia Saudita, Stati Uniti e Russia è aumentata di circa 1 milione di barili, contemporaneamente a un taglio della domanda dei Paesi che soffrono maggiormente il deprezzamento delle proprie valute sul dollaro (India, Indonesia e Cina in particolare).

L'Arabia Saudita, primo esportatore al mondo di greggio, ha annunciato probabili tagli al proprio output a partire da dicembre, determinando un immediato incremento dei prezzi del petrolio (nuovamente sopra i 70$/b) e dei titoli finanziari a esso collegati. Il Paese ha inoltre definito come ancora incerto l'impatto delle sanzioni Usa contro le esportazioni di petrolio iraniane, che hanno escluso dalle restrizioni 8 partner di Teheran (tra cui l'Italia).

 

 

CILE: Nuova riforma del sistema pensionistico

Il Governo Pinera ha presentato il 28 ottobre una riforma del sistema pensionistico. Il sistema a capitalizzazione individuale ha disatteso nel tempo gli obiettivi della legge risalente all’era Pinochet, ovvero un replacement rate del 70%. Secondo l’Ocse, i tassi di sostituzione sono in media del 33% per gli uomini e 29% per le donne. Gli scostamenti derivano da tre fattori: la non regolarità nella contribuzione individuale volontaria, l’aumento dell’aspettativa di vita e il calo dei rendimenti dei fondi investiti da società private specializzate. Il sistema è stato in parte corretto dal I governo Bachelet con l’adozione di un floor del 50% per i redditi più bassi mentre è fallito il progetto di riforma del II governo volto all’approdo a un sistema misto pubblico-privato.

Il Governo intende aumentare gli assegni con l’introduzione di incentivi volti all’aumento del tasso di contribuzione individuale e al prolungamento dell’attività lavorativa. Tale riforma potrebbe avere molte difficoltà nell’iter di approvazione al Congresso poiché il Governo non ha una maggioranza e il sostegno  dell’opposizione a una riforma considerata poco radicale è improbabile.

 

 

BALCANI: L’ex primo ministro macedone chiede asilo politico all’Ungheria

L’ex Primo Ministro macedone, Nicola Gruevski, condannato a due anni di reclusione per abuso di potere, è fuggito a Budapest e ha comunicato via Facebook di aver chiesto asilo politico a Viktor Orban. Secondo la sentenza, Gruevski, che ha guidato l’esecutivo macedone dal 2006 al 2016, avrebbe influenzato il Ministro dell’Interno per spingerlo all’acquisizione di una Mercedes da 580 mila euro nel 2012, ottenendo così vantaggi personali. Gruevski era atteso in carcere il 9 novembre, ma non si è presentato. Il 12 novembre, dopo alcuni giorni di imbarazzo, è stato spiccato un mandato di arresto. Spetterà ora a Orban, noto per le posizioni molto nette sul tema dei richiedenti asilo, decidere se concedere ospitalità al latitante. Il governo di Skopje, che era in bilico all’indomani del mancato raggiungimento del quorum sul nuovo nome del Paese, potrebbe a sua volta appellarsi all’Ue per ottenerne l’estradizione.

 

 

IRAQ:  Ancora incertezze nella formazione del governo (e con il FMI) 

Il Primo Ministro Abdul Mahdi nei giorni scorsi ha presentato al Parlamento una nuova lista della squadra di Governo, dopo mesi di stallo politico per il mancato raggiungimento dell'accordo sulle nomine ministeriali tra le diverse fazioni parlamentari. Dalla lista presentata da Mahdi sono stati confermati 14 ministri su 22, ma restano vacanti importanti posizioni come quelle del Ministero dell‘Interno e della Difesa su cui non è stato raggiunto il consenso.

Il ritardo nella formazione del gabinetto si protrae dalle elezioni di maggio, che si sono concluse senza la formazione di una maggioranza definita, e si sta ripercuotendo sulla situazione economica del Paese, per la cui ripresa sono necessarie politiche di diversificazione economica, stabilizzazione del contesto operativo e consolidamento dei conti pubblici. L'accordo con il FMI, firmato nel 2016, prosegue ma l'incertezza del quadro politico sta determinando alcuni ritardi nell'implementazione del programma, la cui review attesa per l'inizio dell'anno ancora non è stata svolta.

 

 

SETTORI

 

 

INFRASTRUTTURE: Altri debiti per Kiev?

La società cinese China Railway International Group (Crig) ha completato lo studio di fattibilità della quarta linea della metropolitana di Kiev. Il progetto ha un costo stimato nell’intorno dei 2 miliardi di dollari e sarà realizzato da Crig in collaborazione con China Pacific Construction Group. Il completamento dello studio è stato comunicato dal vice sindaco della capitale ucraina.

L’85% dell’opera sarà finanziato da banche cinesi, a conferma dell’interesse di Pechino nell’Europa orientale: sono numerose le iniziative infrastrutturali in corso in Paesi che hanno difficoltà a finanziarsi altrove, con costi a lungo termine spesso elevati – come nel caso dell’autostrada in Montenegro. Qualora l’opera venisse portata avanti, il rimborso dei finanziamenti potrebbe quindi gravare sull’economia ucraina per molto tempo. Il costo del biglietto per i mezzi pubblici è stato raddoppiato a luglio da 4 a 8 grivnie (pari a 26 centesimi di euro) ed è ancora tra i più bassi d’Europa.

 

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA

 

 

$4,9 mld Deflussi di capitali dalla Turchia a settembre 2018, erano $14,3 mld ad agosto
~30% Deprezzamento della lira turca rispetto al dollaro nell’ultimo anno (~15% nel 2017)
25,2% Inflazione in Turchia a ottobre 2018 anno su anno, il tasso più alto degli ultimi 15 anni

 

 

MODIFICHE AL RATING

 

 

ARGENTINA: S&P da B+ a B

MONGOLIA: S&P da B- a B

NICARAGUA: S&P da B a B-

 

Documenti

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