Studi 23 settembre 2016

SACE Country Risk Update: 23 settembre 2016

Snapshots: Argentina, Infrastrutture - Egitto, Myanmar, Nigeria, Oro, Tunisia, Ungheria

ARGENTINA

Il Governo argentino ha presentato la bozza del budget per il 2017, sulla base di una contrazione del PIL dell’1,5% quest’anno e di una crescita prevista del 3,5% il prossimo anno, guidata in particolare dal consumo (+3,5%) e dagli investimenti (+14,4%). La spesa pubblica, tuttavia, potrebbe aumentare oltre le previsioni, in vista delle elezioni di ottobre 2017. L’inflazione è stimata in calo del 17% il prossimo anno, dal 43% attuale, mentre la spesa pubblica aumenterà del 22,1% e il gettito fiscale del 27,9%, entrambi sopra il livello previsto d’inflazione. Il deficit fiscale raggiungerà il 4,2% del PIL, ben al di sopra del precedente target del 3,3%. Anche la bilancia commerciale resterà in deficit sia nell’anno in corso che il prossimo anno.

 

INFRASTRUTTURE - EGITTO

Il Governo egiziano ha stanziato USD 37,6 milioni per il recupero dei quartieri poveri delle città del Mar Rosso. Il progetto include la costruzione di 460 abitazioni e 35 condomini, che saranno consegnati agli abitanti entro gennaio 2017. L’Egitto ha un deficit nel social housing stimato attorno alle 500.000 unità all’anno. I principali fattori sottostanti l’insufficienza di offerta sono la mancanza di expertise nella costruzione di abitazioni popolari e l’inadeguatezza degli incentivi per progetti abitativi a basso reddito, oltre che un mercato dei mutui sottosviluppato (0,5% del PIL) che scoraggia i potenziali investitori nel settore. Le prospettive a lungo termine restano, tuttavia, positive grazie a una robusta crescita prevista dell’economia e delle variabili demografiche.

MYANMAR

Nell’incontro della scorsa settimana a Washington tra Barack Obama e Aung San Suu Kyi, il Presidente americano ha confermato che presto le sanzioni imposte al Myanmar dal 1997 verranno rimosse, in seguito alla perdita di potere dell’esercito e al graduale ritorno alla democrazia. Il provvedimento consentirà, tra l’altro, agli Stati Uniti di riprendere l'importazione di giada e rubini dal Paese. Se in passato Suu Kyi si era dichiarata a favore delle sanzioni poiché contrastavano gli interessi dell’esercito allora al potere, oggi, come Consigliere di Stato, Ministro degli Affari Esteri e Ministro dell'Ufficio del Presidente, riconosce l’urgenza di attrarre gli investimenti esteri, che per anni sono stati inibiti dai limiti imposti dalla politica americana.

 

NIGERIA

L’agenzia di rating S&P ha ridotto il rating sovrano del Paese a BBB- da BB+, con outlook stabile. L’economia nigeriana ha subito un brusco rallentamento nella prima metà dell’anno, a causa di una forte contrazione della produzione di petrolio (calata da una media di 2,1 milioni di barili al giorno nel primo trimestre a una media di 1,7 milioni di barili al giorno nel secondo trimestre) e a un ritardo nella definizione di politiche fiscali efficaci. Anche i settori industriali e finanziari, tradizionalmente driver di crescita, sono crollati per la carenza di valuta estera sotto il regime di cambi restrittivo. Il Governo, tuttavia, sta intraprendendo una serie di riforme e misure di trasparenza per rilanciare l’economia. A questo rating più basso il merito di credito resta equilibrato.

 

ORO

Il prezzo dell’oro è aumentato del 25% nella prima metà dell’anno, il balzo più consistente dal 1980, a seguito del clima di incertezza prevalente sui mercati. Domanda e offerta sono aumentate rispettivamente del 15% e del 10%. A trainare il mercato sono stati Russia (38,4 tonnellate di acquisti in più rispetto al primo semestre 2015), Cina (+26t) e Kazakistan (+10t). Dal lato della produzione, si registrano aumenti significativi solo da Messico (+1t) e Guyana (+2t) e riduzioni da Mongolia (-6t), Indonesia (-12t) e Perù (-1,6t). L’offerta aggiuntiva rimane appannaggio del riciclo: si segnala un aumento delle vendite in India come fonte di finanziamento per il periodo di semina nel settore agricolo.

 

TUNISIA

Il Parlamento ha approvato una legge, a lungo richiesta dagli istituti di credito internazionali, per attrarre gli investimenti esteri nel Paese, crollati da USD 1,58 miliardi nel 2010 a USD 904 milioni nel 2015, in seguito alla rivolta del 2011 contro il leader autoritario Ben Ali, che ha segnato l’inizio di un periodo di disordini e attacchi di militanti islamisti. La nuova legge, che istituisce un’Autorità per gli Investimenti, dà agli investitori stranieri maggiore flessibilità nel trasferimento dei fondi fuori dalla Tunisia, inclusi i profitti, e rimuove le imposte sugli utili dei grandi progetti per 10 anni. Instituisce, inoltre, un fondo per gli investimenti che contribuirà a finanziare i progetti infrastrutturali e supporterà gli investitori che vorranno intraprendere grandi progetti in aree marginali del Paese.

 

UNGHERIA

L’agenzia di rating S&P ha aumentato il rating sovrano del Paese a B+ da B, con outlook stabile. Questa decisione è stata presa a seguito dei miglioramenti della posizione fiscale, della bilancia con l’estero (grazie alla riduzione del prezzo delle commodity, di cui il Paese è importatore) e delle prospettive di crescita di Budapest (+2,5% in media fino al 2019). Tuttavia, questi risultati sono giunti anche con l’adozione di politiche avverse alle aziende straniere, che hanno aggravato il business climate. Nonostante questo e le critiche internazionali, la stabilità politica non è in dubbio sotto la guida di Viktor Orban, grazie alla forte maggioranza parlamentare di cui gode.

 

 

Pillole

Cipro: S&P ha aumentato il rating sovrano del Paese da BB- a BB, con outlook positivo.

Libia: La compagnia petrolifera statale ha raggiunto un accordo per riavviare le esportazioni dai porti orientali occupati dalle forze di Haftar, con l’obiettivo di reperire i fondi necessari alla ricostruzione del Paese devastato da cinque anni di scontri.

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