Studi 19 febbraio 2016

SACE Country Risk Update: 19 - 25 febbraio 2016

Snapshots: Angola, Arabia Saudita, Colombia, Energia rinnovabile-Marocco, Grecia, Petrolio, Romania, Sud Africa, Zucchero-Cina

ANGOLA

S&P’s ha abbassato di un notch il rating sovrano del Paese portandolo a B, con outlook stabile. L’Angola, secondo produttore africano di petrolio dopo la Nigeria, sta risentendo del basso prezzo del greggio (stimato dall’agenzia a USD 40/barile nel 2016) con ripercussioni negative sulla crescita del Paese, sui flussi di valuta in ingresso e sulle riserve di moneta estera. S&P’s stima che il debito del governo tra il 2016 e il 2019 si assesterà su una media del 33% del PIL (contro il 5% di tre anni fa) e che nello stesso periodo il deficit di bilancio raggiungerà un valore medio pari al 7% del PIL. Il petrolio infatti costituisce circa il 90% delle esportazioni dell’Angola e rappresenta due terzi delle entrate del Governo.

 

ARABIA SAUDITA

S&P’s ha tagliato il rating sovrano dell’Arabia Saudita da A+ ad A-, con outlook stabile. Il downgrade è conseguenza del calo dei prezzi petroliferi, di cui Riad è il principale produttore a livello mondiale. A causa dell’alta dipendenza del Paese dalle esportazioni di greggio, l’agenzia di rating si aspetta che nel periodo 2016-2019 il deficit dell’Arabia Saudita si aggirerà intorno a una media del 9% del PIL (+2% rispetto alle stime di ottobre). L’outlook stabile assegnato al Paese riflette la visione di S&P’s che il governo adotterà delle misure per prevenire un ulteriore deterioramento della posizione fiscale. S&P’s aveva già abbassato di un notch il giudizio sul Paese a ottobre.

 

COLOMBIA

La società petrolifera statale Ecopetrol ha annunciato un taglio delle spese di quasi USD 470 milioni per il 2016. Tra le misure previste dalla compagnia ci sono il blocco delle assunzioni, il congelamento delle spese e una riduzione degli investimenti pubblicitari a un terzo del budget attuale. Gli investimenti per le nuove esplorazioni saranno focalizzati su progetti onshore e sui giacimenti deepwater. In aggiunta, per il biennio 2016-2017 la vendita di asset non strategici dovrebbe fruttare alla compagnia tra i USD 400 milioni e USD 900 milioni. Le misure prese da Ecopetrol riflettono le difficoltà in cui si trova il Paese a causa dei bassi prezzi del greggio. S&P’s ha peggiorato l’outlook del Paese da stabile a negativo.

 

ENERGIA RINNOVABILE – MAROCCO

È entrata in funzione in Marocco Noor1, la centrale solare più grande del mondo. L’impianto, sviluppato su un’area di 24 km2 e costato USD 9 miliardi, è in grado di produrre energia elettrica per 20 ore al giorno e soddisfare la domanda di oltre un milione di abitazioni e avrà l’effetto immediato, secondo il Climate Investiment Fund, di ridurre fino al 44% il costo dell’energia elettrica in tutto il Nord Africa. Il Marocco oggi utilizza soprattutto carbone (59%), petrolio (15%) e gas naturale (14,5%) e copre il 97% del fabbisogno nazionale di energia con importazioni dall’estero. L’obiettivo del governo è quello di guidare il Paese verso l’indipendenza energetica, puntando a produrre il 42% del fabbisogno da fonti pulite entro il 2020.

 

GRECIA

Le stime preliminari indicano una contrazione dell’attività economica nell’ultimo trimestre dell’anno dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, minore di quella attesa degli economisti (-0,8%). Questo risultato riporta il paese in recessione vista la riduzione del PIL registrata anche nel terzo trimestre (-1,4% il dato rivisto), dopo la rilevazione positiva di aprile-giugno. Questo dato è accompagnato da quello dell’inflazione, anch’esso non positivo: nel mese di gennaio l’indice dei prezzi al consumo è tornato a decrescere (-0,1%). Negli ultimi 35 mesi, per ben 34 volte la variazione dei prezzi è stata negativa.

 

PETROLIO

Russia e Arabia Saudita hanno concordato di non aumentare ulteriormente la produzione di petrolio in un meeting a porte chiuse a Doha cui hanno partecipato anche Qatar e Venezuela, membri OPEC. L’output russo ha sfiorato gli 11 milioni di barili al giorno (Mb/g) a fine 2015, di cui 8 Mb/g destinati oltreconfine – una quantità in aumento per la minore domanda interna. L’Arabia Saudita ha prodotto 12 Mb/g nel 2015 (+4,2%) e esportato 9 Mb/g (+4,3%) alimentando una guerra commerciale. L’obiettivo non sembra quello di far salire il prezzo, ma di mantenerlo su questi livelli: l’Iran da solo potrebbe riversare sul mercato volumi superiori agli incrementi 2015 di entrambi i giganti petroliferi.

 

ROMANIA

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il Paese ha registrato un deficit nella bilancia commerciale di EUR 8,4 miliardi nel 2015, aumentato del 38% rispetto al 2014. Nello scorso anno le importazioni sono cresciute a un ritmo doppio rispetto alle esportazioni (7,6% e 4,1% rispettivamente), assestandosi ai livelli record di EUR 63 miliardi e EUR 54,6 miliardi. Le variazioni nella bilancia commerciale sono da attribuirsi principalmente alla crescita delle importazioni nei settori dell’alimentare (+20%), favorite dalla riduzione nella tassazione entrata in vigore il 1 giugno, della chimica (+7,6%) e dalla diminuzione del surplus commerciale nei settori dell’automotive ed energetico, in cui il Paese rimane un esportatore netto.

 

SUD AFRICA

A gennaio il tasso di inflazione ha raggiunto i livelli più alti da agosto 2014, toccando quota 6,2% (a dicembre 2015 era al 5,2%). Il deprezzamento dell’8,6% da inizio dicembre del rand sudafricano nei confronti del dollaro e la grave siccità che ha colpito il Paese hanno fatto lievitare i prezzi di cibo e bevande, aumentati a gennaio del 6,9%. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale si aspettano per quest’anno una crescita dell’economia inferiore all’1% a causa dei bassi prezzi delle commodity, della siccità e del rallentamento della Cina, principale partner commerciale del Sud Africa.

 

ZUCCHERO – CINA

La Cina, primo importatore al mondo di zucchero (10% del totale), ha importato 4,85 milioni di tonnellate (mt) di zucchero nel 2015, il 39% in più rispetto al 2014. Il dato reale potrebbe essere ancora superiore, poiché il Paese importa dal Myanmar circa 0,5 mt l’anno di zucchero raffinato. L’inurbamento e i diversi stili di vita hanno accresciuto i consumi del 26% negli ultimi 5 anni (il doppio della media globale) e ridotto la produzione interna. Il 57% dello zucchero diretto ai porti cinesi proviene dal Brasile (era il  72% nel 2013), seguito da Tailandia (12,6%, il quadruplo rispetto al 2013), Cuba (11%), Australia (7,3%) e Guatemala (6,5%). Per l’Africa si segnalano Etiopia, Kenya e Mozambico, destinati a superare il Sud Africa per volumi esportati.

 

 

Pillole

Bahrain: S&P’s ha tagliato il rating sovrano da BBB- a BB, con outlook stabile.

Brasile: S&P’s ha ridotto il rating sovrano da BB+ a BB, con outlook negativo.

Guernsey: S&P’s ha abbassato il rating sovrano da AA+ ad AA, con outlook negativo.

Giamaica: Fitch ha alzato il rating sovrano da B- a B, con outlook stabile.

Kazakistan: S&P’s ha tagliato il rating sovrano da BBB a BBB-, con outlook negativo.

Nicaragua: S&P’s ha assegnato per la prima volta al Paese il rating sovrano B+, con outlook stabile.

Oman: S&P’s ha abbassato il rating sovrano da BBB+ a BBB-, con outlook stabile.

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