Country Risk Update 13 novembre 2015

SACE Country Risk Update: 13 - 19 novembre 2015

Snapshots: Arabia Saudita, Irlanda, Myanmar, Petrolio-USA, Venezuela

ARABIA SAUDITA
Il Paese potrebbe procedere all’emissione di debito sul mercato obbligazionario internazionale a inizio 2016. Il valore complessivo dell’emissione dovrebbe aggirarsi attorno ai USD 1-2 miliardi, con una maturity a 10 anni. Nel corso dell’estate sono stati emessi SAR 20 miliardi di obbligazioni sul mercato locale. L’emissione di debito si è resa necessaria per finanziare il deficit di bilancio, alla luce dei minori introiti petroliferi causati dal calo dei prezzi del greggio. L’ampliamento del deficit fiscale atteso nel 2015, dall’1,5% al 16% del PIL, ha spinto S&P a tagliare il rating sovrano saudita a A+ con outlook negativo. Il FMI ha invece incoraggiato il governo a accelerare l’adozione delle riforme necessarie per favorire la crescita nel settore privato.

 

IRLANDA
Il settore alberghiero ha bisogno di forti investimenti. Secondo un recente studio Dublino avrebbe bisogno di 3.000 nuove camere da aggiungere alle 19.000 attualmente disponibili. Al momento, soltanto 280 nuove camere sono già in costruzione e previste disponibili per dicembre 2016 (dal 2010 ne sono state aggiunte appena 500, per colpa della recessione). Il settore turistico rende oltre EUR 4 miliardi all’anno, ma potrebbe risentire della ridotta disponibilità e dell’eccessivo aumento dei prezzi delle camere (+17,2% nel 2015). Un esempio è la perdita di eventi di alto profilo, come il Web Summit che verrà spostato a Lisbona dal 2016 (con una perdita di EUR 100 milioni per l’Irlanda).

 

MYANMAR
Storica vittoria in Birmania della National League for Democracy, partito di Aung San Suu Kyi, che conquista la maggioranza assoluta alle elezioni politiche, le prime svoltesi democraticamente dopo il 1990. Nonostante le riforme del governo dell’ex generale Thein Sein, la popolazione ha preferito un netto cambio di rotta. Lo scrutino richiederà ancora tempo ma gli avversari politici hanno già ammesso la sconfitta, dichiarando di voler accettare l’esito del voto. La giunta militare mantiene ancora una forte presa sul Paese, specialmente negli affari economici, per cui dopo la conferma dei risultati i fari saranno puntati sulle conseguenze economiche delle scelte del nuovo governo.

 

PETROLIO – USA
Il presidente Obama ha deciso di rifiutare l’autorizzazione a costruire l’oleodotto Keystone XL che avrebbe accresciuto le importazioni di petrolio prodotto da sabbie bituminose dal Canada. La pipeline non offrirebbe una maggiore sicurezza energetica al Paese, che invece si avvia sulla strada dell’autonomia energetica anche attraverso fonti a minor impatto ambientale (gas, solare, eolico), oltre a rappresentare un’installazione fissa, con i relativi vincoli di fornitura in tempi di volatilità dei prezzi e di diversificazione delle fonti. La mossa consentirà al Paese di sfoggiare una veste più ambientalista (anche dopo la vicenda Volkswagen) alla prossima conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi (30 novembre - 11 dicembre prossimi).

 

VENEZUELA
L'Organizzazione degli Stati americani (Oas) ha inviato una lettera al responsabile dell’autorità per le elezioni in Venezuela, Tibisay Lucena Ramírez, sottolineando come le attuali condizioni non garantiscano trasparenza e giustizia elettorale in vista del voto del prossimo 6 dicembre per eleggere il parlamento. Le difficoltà riscontrate sembrano tutte riguardare i partiti di opposizione, che non hanno adeguato accesso ai media, alle risorse finanziarie e hanno visto recentemente l’incarcerazione di alcuni esponenti, tra cui il leader dell’opposizione Leopoldo Lopez. Solo l'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR) potrà inviare una missione per osservare la regolarità del voto, mentre l’Oas non sarà invitata.

 

Pillole


Costa d’Avorio:
Moody’s ha migliorato il rating sovrano da B1 a Ba3 con outlook stabile.
Portogallo: il governo del premier Coelho è stato sfiduciato dal parlamento.

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