Country Risk Update 09 ottobre 2015

SACE Country Risk Update: 09 - 15 ottobre 2015

Snapshots: Angola-Ghana, Area Auro, Congo Rep., Iran, Messico, Pacifico, Ucraina

ANGOLA - GHANA
L’Angola e il Ghana hanno entrambi rinviato l’emissione di un Eurobond da 1,5 miliardi di dollari, in programma in queste settimane, dopo avere riscontrato un limitato appetito da parte dei mercati internazionali. I due paesi attraversano da alcuni mesi una difficile situazione economica: fattori esogeni, come il calo del prezzo del greggio e il rallentamento cinese, e endogeni, come i precari conti pubblici e l’approssimarsi delle elezioni, sono tra le principali sfide, rispettivamente, di Luanda e Accra.

 

AREA EURO
Le elezioni che si sono tenute nelle ultime settimane in diversi Paesi dell’Eurozona hanno confermato i candidati uscenti. In Grecia Tsipras è stato rieletto dopo che il suo governo è riuscito a raggiungere un accordo con i creditori internazionali e ad accedere a un nuovo programma di salvataggio. In Catalogna, la regione più ricca della Spagna (con un PIL pari a quello del Portogallo), hanno nuovamente vinto gli indipendentisti. Il fronte pro-indipendenza non ha tuttavia ottenuto la maggioranza dei voti. In Portogallo il premier Coelho, che ha adottato negli ultimi anni una politica di austerità, è stato riconfermato ma senza la maggioranza assoluta e potrebbe essere necessario un ritorno alle urne tra qualche mese.

 

CONGO REP.
Il governo ha ufficializzato il referendum per il cambio della costituzione, per permettere al Presidente Sassou Nguesso di correre per un nuovo mandato alla presidenza. Il referendum è programmato per il 25 ottobre. Sassou Nguesso è al potere dal 1979 (fatta eccezione per un periodo di cinque anni). La costituzione ad oggi limita il numero di mandati a due (Sassou Nguesso ha già vinto le due precedenti elezioni del 2002 e del 2009) ed esclude i candidati sopra i 70 anni (Sassou Nguesso ne ha attualmente 71). Restano possibili proteste tra le opposizioni e la società civile, come ad esempio avvenuto di recente in Burkina Faso e in Rep. Dem. del Congo.

 

IRAN
Il FMI ha concluso le consultazioni nell’ambito dell’articolo IV, annualmente previste per i paesi membri del Fondo. L’economia iraniana resta indebolita dai bassi prezzi del petrolio e il rinvio di consumi e nuovi investimenti in vista della possibile rimozione delle sanzioni. La disoccupazione e l’inflazione a doppia cifra sono un altro fattore di debolezza del Paese. Il PIL dovrebbe quindi restare stagnante quest’anno. Le prospettive di medio periodo sono invece migliori: secondo le stime del Fondo l’aumento della produzione petrolifera, i minor costi nei commerci e nelle transazioni finanziarie e il ripristino del possesso degli asset detenuti all’estero consentiranno un aumento della crescita economia superiore al 4% nell’anno fiscale 2016/2017.

 

MESSICO
Nonostante il crollo del greggio, il Messico ha concluso positivamente la seconda asta per l’assegnazione ai privati di giacimenti petroliferi. Viene quindi cancellato il relativo fallimento della prima gara, in cui solo 2 dei 14 blocchi messi all’asta avevano raccolto interesse. In questa secondo asta, le condizioni sono state riviste in modo da renderle molto più appetibili e 3 dei 5 blocchi sono stati assegnati. L’ENI si è aggiudicato un blocco, offrendo di remunerare il Governo messicano con l’83,5% dei futuri utili operativi (rispetto alla soglia minima richiesta del 34,8%). La produzione dovrebbe iniziare nel 2018.

 

PACIFICO
Dopo 8 anni di trattative è stato concluso il TPP (Trans-Pacific Partnership), accordo di libero scambio firmato da 11 Paesi che si affacciano sul Pacifico (Usa, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Messico, Perù, Cile, Vietnam, Singapore, Brunei e Malesia) e che rappresentano il 40% circa del PIL mondiale. Oltre alle ragioni commerciali, l’accordo ha anche una valenza geopolitica importante dato che consegna agli USA una vittoria sulla Cina (esclusa per il momento dal trattato). Il TPP vuole abolire le barriere commerciali e stabilire regole comuni in materia di tutela dei lavoratori, dell’ambiente e della regolamentazione dell’e-commerce. L’accordo dovrà, ora, essere approvato dal congresso USA e dai rispettivi governi degli altri Paesi.

 

UCRAINA
L’agenzia di rating Fitch ha approvato il downgrade del paese da C a RD (restricted default). Il provvedimento è stato approvato in seguito al mancato pagamento dei bond pubblici scaduti a fine settembre e oggetto di rinegoziazione da parte del governo con i creditori. Nonostante l’accordo raggiunto con i creditori infatti, l’agenzia ha ritenuto il paese formalmente insolvente approvando il peggioramento del rating. Il medesimo provvedimento era stato approvato a fine settembre dall’agenzia S&P, mentre l’agenzia Moody’s mantiene il rating paese a CC.

 

Pillole

Etiopia: Hailemariam Desalegn è stato rieletto primo ministro per un nuovo mandato quinquennale.
Spagna: Standard&Poor’s ha migliorato il rating sovrano spagnolo, portandolo da BBB a BBB+ con outlook stabile.
Venezuela: il nuovo WEO 2015 del FMI stima per quest’anno una contrazione del PIL del 10% e un’inflazione del 160%.
Yemen: i ribelli sciiti Houthi si sono impegnati ad aderire formalmente al piano di pace redatto dall’ONU.

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