Sasso nello stagno 20 luglio 2017

Protezionismo: “chiudere” i mercati non è la soluzione

Il protezionismo è tornato ad essere un tema centrale nel dibattito politico internazionale. La vittoria del “Leave” nel referendum sulla Brexit e l’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti hanno fatto riemergere l’idea che un maggiore nazionalismo (commerciale e politico) possa essere un fattore di protezione dell’economia locale e di rilancio dell’attività economica. Non a caso il tema del protezionismo sta riscuotendo ampio supporto nei Paesi avanzati, in particolare in quelli in cui è più impellente la necessità di stimolo della crescita.

 

Il protezionismo è tornato ad essere un tema centrale nel dibattito politico internazionale. La vittoria del “Leave” nel referendum sulla Brexit e l’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti hanno fatto riemergere l’idea che un maggiore nazionalismo (commerciale e politico) possa essere un fattore di protezione dell’economia locale e di rilancio dell’attività economica. Non a caso il tema del protezionismo sta riscuotendo ampio supporto nei paesi avanzati, in particolare in quelli in cui è più impellente la necessità di stimolo della crescita.

 

 

Politiche commerciali restrittive sono state una “tentazione” ricorrente nel corso della storia più o meno recente della comunità internazionale, in particolare nei momenti di difficoltà. La crisi del ’29, le guerre mondiali, la guerra fredda, sono momenti storici in cui il protezionismo ha rappresentato la scelta di politica economica preponderante (Figura 1). Questo non ha impedito tuttavia una sempre maggior integrazione dei mercati attraverso interconnessioni infrastrutturali e la progressiva globalizzazione dei processi produttivi.

 

 

 

Figura 1: Globalizzazione e Protezionismo

 

               

 

 

Fonte: Barclays

 

 

Cosa ci dicono i dati? Che il protezionismo è “fuori moda”.

La letteratura esistente è ampiamente concorde nel verificare che, ai tempi della “iperglobalizzazione”, il protezionismo non sia la strategia migliore per aumentare la competitività, proteggere il mercato del lavoro locale e rilanciare l’economia di paesi in affanno. Lo sviluppo e la diffusione dell’Information & Communication Technology infatti ha determinato una diffusione del know-how trasversale ai confini nazionali, frammentando la produzione in diverse geografie in base a criteri di convenienza relativi a competenze e costo del lavoro e rendendo più efficiente l’integrazione dei processi produttivi piuttosto che l’isolamento. Questo processo appare inarrestabile, alla luce del continuo progresso tecnologico e dell’integrazione dei paesi nelle catene del valore globale (Global Chain Value). Il protezionismo inoltre non sembra favorire la competitività delle produzioni nazionali, poiché provvedimenti commerciali restrittivi comportano tipicamente un incremento dei costi di importazione e del prezzo dei beni esportati.

 

 

 

Cosa dobbiamo attenderci nei prossimi anni, un ritorno al protezionismo o sempre più integrazione?

 




Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 16 dicembre 2025
La Finanza Sostenibile integra i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle scelte finanziarie, offrendo alle imprese vantaggi competitivi e nuove opportunità di crescita. Investire in sostenibilità consente di accedere a finanziamenti a costi più bassi e di rafforzare la solidità finanziaria, riducendo i rischi reputazionali e operativi. Il mercato europeo dei titoli sostenibili è in rapida espansione, superando i 1.500 miliardi di euro e il 7% delle emissioni totali. Strumenti come obbligazioni verdi, sociali e sustainability-linked favoriscono la transizione ecologica e l’innovazione.
Focus On 16 dicembre 2025
La meccanica strumentale è un pilastro dell’economia italiana, con oltre 17mila imprese e mezzo milione di addetti, generando un fatturato annuo di €156 miliardi. Il settore si distingue per produttività, innovazione tecnologica e forte vocazione all’export. L’adozione crescente di tecnologie digitali e le nuove misure di incentivo favoriscono la competitività e la trasformazione industriale. Le esportazioni di macchinari superano i €108 miliardi, rappresentando il 17% dell’export italiano e trainando la crescita nei mercati emergenti. La diversificazione dell’offerta e la resilienza del settore assicurano opportunità di sviluppo, anche in contesti globali complessi
Focus On 16 dicembre 2025
Il settore dell’aerospazio è composito, ma ogni suo segmento rappresenta eccellenza del Made in Italy nel mondo. Inoltre, ha ricadute positive su molti altri settori come agrifood, trasporti e salute. La Space Economy, in particolare, genera valore e contribuisce all’economia italiana come pochi altri ambiti. In un contesto di forte crescita globale, nuovi attori – specie asiatici – si prendono il palco. Ottimizzazione dell’efficienza operativa, sviluppo di ecosistemi sovrani e integrati e spinta verso la decarbonizzazione e la circolarità rappresentano tendenze fondamentali per il settore.