Focus On 24 agosto 2015

Focus On - Oil & gas: un barile mezzo pieno

Un anno fa le previsioni sul prezzo del greggio viaggiavano stabilmente sopra i 100 dollari al barile (USD/b). Oggi il suo prezzo è la metà, ma non lo è il suo valore, o almeno non dappertutto. Diverse geografie, più o meno note, rappresentano più che mai un’opportunità per le imprese italiane del settore, anche Pmi. Le abbiamo divise in tre gruppi evidenziando rischi e opportunità di ognuna.

Executive summary

Un anno fa le previsioni sul prezzo del greggio viaggiavano stabilmente sopra i 100 dollari al barile (USD/b). Oggi il suo prezzo è la metà, ma non lo è il suo valore, o almeno non dappertutto. Diverse geografie, più o meno note, rappresentano più che mai un’opportunità per le imprese italiane del settore, anche Pmi. Le abbiamo divise in tre gruppi evidenziando rischi e opportunità di ognuna.

 

Le economie del primato energetico, comprendenti USA e Arabia Saudita: i mercati più ricchi, sviluppati ed energivori. I sauditi non hanno ceduto sulle quote OPEC, mentre i privati statunitensi stanno dimostrando una resilienza produttiva notevole nonostante la diminuzione dei pozzi. Se i primi vogliono estendere il primato ai prodotti petroliferi, i secondi guardano con interesse a nuovi giacimenti con cui avvicinarsi sempre più all’autosufficienza. Le opportunità qui riguardano diversi comparti ad elevata specializzazione lungo l’intera filiera: upstream, plastiche, energie alternative.

 

Quelli che vogliono cambiare passo, per staccarsi dalla concorrenza e diventare protagonisti: Angola, Azerbaijan, Iran, Messico e Oman. Sono le economie che stanno attraversando un punto di svolta e saranno tra le mete più interessanti sia per l’upstream che per il downstream nei prossimi anni, oltre a dimostrarsi una riserva importante di risorse per il nostro Paese. I settori più interessati sono: valvole e raccordi, raffinazione e tecniche di recupero del petrolio (enhanced recovery) da giacimenti sottoutilizzati.

 

I Paesi-scommessa, ovvero vecchie conoscenze e nuove frontiere del settore che oggi posseggono un grado di rischio elevato, ma sulle quali potrebbe catalizzarsi l’attenzione degli operatori nei prossimi anni, con elementi peculiari di opportunità che richiedono già oggi di valutare, ad esempio, un presidio in loco.

 

Se un anno fa la strategia vincente per cogliere margini record era aumentare la produzione, oggi lo è produrre in maniera efficiente. Il ruolo di SACE come partner nella gestione del rischio e nell’allestimento di un pacchetto finanziario competitivo è più che mai fondamentale.

 

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L’economia circolare come motore di competitività, capace di ridurre sprechi, dipendenze estere e volatilità dei mercati. Italia ai vertici europei, seconda nella classifica UE per circolarità grazie a filiere di riciclo consolidate e un elevato tasso di utilizzo circolare dei materiali. Benefici per le imprese, con risparmi significativi, supply chain più resilienti e performance migliori in termini di produzione, fatturato ed export. Nuovi modelli di business, dal Product-as-a-Service alle piattaforme di sharing, fino a rigenerazione e remanufacturing, che aprono nuove opportunità di ricavo. Ruolo strategico delle filiere, che grazie a innovazione, tecnologie digitali e collaborazione abilitano la chiusura dei cicli produttivi e rafforzano il sistema industriale.
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