Focus ON - Innovazione
Innovare per Crescere: la sfida dell’Italia verso il futuro
Secondo l’OCSE innovare significa introdurre un nuovo prodotto o processo che differisce in maniera sostanziale dal precedente: è un concetto ampio, che include sia l’adozione di nuove tecnologie, modelli organizzativi e relazioni con i clienti, sia la capacità di rispondere in modo creativo a sfide come la sostenibilità e la digitalizzazione.
Le imprese che innovano tendono a essere più resilienti e presenti nei mercati esteri: l’innovazione, infatti, consente alle imprese di differenziarsi dalla concorrenza, accedere a segmenti di mercato a più alto valore aggiunto e rispondere più rapidamente alla domanda internazionale. Un’analisi della Commissione Europea condotta sulle imprese italiane dimostra che l’innovazione aumenta la probabilità di esportare, con un effetto ancora maggiore nella capacità di raggiungere mercati extra-Ue. Oltre alla probabilità di esportare, l’innovazione produce anche un impatto positivo sulla crescita dei valori esportati (c.d. margine intensivo), con un effetto stimato di +8,3% rispetto a chi non innova.
Innovare porta quindi a una maggiore crescita di produttività, specialmente nelle imprese di media e grande dimensione: tra il 2019 e il 2023 le imprese manifatturiere che hanno innovato depositando brevetti hanno riportato un aumento della produttività del lavoro superiore del 42,5% rispetto a quella registrata da quelle che non hanno innovato.
Non solo, un’impresa (di beni e servizi) su due con almeno 10 addetti ha svolto attività di innovazione, con una propensione crescente in base alla dimensione di impresa: la quota di imprese innovative passa dal 55,8% delle piccole imprese all’84,7% delle medio-grandi.
Secondo l’ISTAT in Italia, le attività ad alta tecnologia costituiscono circa l'8% del valore aggiunto e il 4,5% degli occupati nella manifattura.
Tra i diversi settori dell’economia, oltre l’80% delle imprese della farmaceutica, dell’elettronica e della fabbricazione di autoveicoli svolgono attività innovative, seguite da quelle dell’industria chimica, della meccanica e della gomma e plastica (settori dove innovano circa tre imprese su quattro).
Negli ultimi anni l’Italia ha compiuto progressi nel campo dell’innovazione, andandosi a collocare nel gruppo dei Moderate innovators insieme alla Spagna e riducendo il gap con Francia e Germania (Fig. 1).

L’area Innovazione si conferma la più performante tra le quattro che determinano il posizionamento dell’Italia nel Global Attractiveness Index elaborato da The European House – Ambrosetti. L’edizione 2025 colloca il nostro Paese al 16° posto a livello globale (in salita di tre posizioni rispetto al 2024), mentre ci confermiamo al 10° posto nella macroarea Innovazione per il secondo anno consecutivo. . Questo risultato è dovuto in particolare al miglioramento dell’Export di beni high-tech e all’eccellente posizionamento nell’Eterogeneità geografica delle esportazioni.
L’Italia, inoltre, si colloca al quarto posto nell’Eco-Innovation Index della Commissione Europea, che misura la capacità dei Paesi di integrare sviluppo industriale e sostenibilità ambientale.Questo posizionamento riflette l’impegno crescente delle aziende italiane nel ridurre l’impatto ambientale, rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici e ottimizzare l’uso delle risorse naturali.

Uno dei principali campi di applicazione dell’innovazione sostenibile in Italia è l’economia circolare, un’area di eccellenza per il sistema produttivo italiano. L’Italia è seconda in Europa per numero di brevetti in materia e, nel 2024, quasi la metà delle imprese ha adottato almeno una pratica in tal senso. Inoltre, l’Italia ha raggiunto un tasso di riciclo del 91,6% per i rifiuti urbani e speciali, un risultato nettamente superiore rispetto alle altre grandi economie europee, anticipando gli obiettivi europei fissati per il 2030.L’economia circolare coinvolge filiere molto eterogenee, come quella agroalimentare, che integra nelle varie fasi produttive pratiche agricole sostenibili e a elevato contenuto tecnologico; gli imballaggi, attraverso soluzioni di packaging con materiali sostenibili innovativi, come le bioplastiche compostabili; il tessile e l’abbigliamento, attraverso il riuso delle materie prime per la pelletteria e l’utilizzo di sostanze concianti naturali; la filiera del legno e dell’arredo, con ricorso a materiali sostenibili, come legno certificato FSC, processi di riuso della materia legnosa e sostanze di lavorazione.
SACE ha recentemente sostenuto diverse iniziative strategiche a supporto dell’innovazione tecnologica delle imprese italiane, promuovendo sostenibilità e internazionalizzazione.
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