Focus On 15 ottobre 2025

Focus ON - Innovazione

L'innovazione è la chiave per la crescita e la resilienza delle imprese italiane, aprendo nuove opportunità sui mercati internazionali. L’Italia accelera su sostenibilità e tecnologie strategiche, distinguendosi per produttività, export e leadership nell’economia circolare. Scarica il report per conoscere quali opportunità offre l'innovazione per le imprese italiane.

Innovare per Crescere: la sfida dell’Italia verso il futuro

In un contesto in cui l’incertezza rappresenta ormai una costante, può risultare utile identificare elementi stabili su cui basare lo sviluppo. Uno di questi è sicuramente l’innovazione.

Secondo l’OCSE innovare significa introdurre un nuovo prodotto o processo che differisce in maniera sostanziale dal precedente: è un concetto ampio, che include sia l’adozione di nuove tecnologie, modelli organizzativi e relazioni con i clienti, sia la capacità di rispondere in modo creativo a sfide come la sostenibilità e la digitalizzazione.

Le imprese che innovano tendono a essere più resilienti e presenti nei mercati esteri: l’innovazione, infatti, consente alle imprese di differenziarsi dalla concorrenza, accedere a segmenti di mercato a più alto valore aggiunto e rispondere più rapidamente alla domanda internazionale. Un’analisi della Commissione Europea condotta sulle imprese italiane dimostra che l’innovazione aumenta la probabilità di esportare, con un effetto ancora maggiore nella capacità di raggiungere mercati extra-Ue. Oltre alla probabilità di esportare, l’innovazione produce anche un impatto positivo sulla crescita dei valori esportati (c.d. margine intensivo), con un effetto stimato di +8,3% rispetto a chi non innova.

Innovare porta quindi a una maggiore crescita di produttività, specialmente nelle imprese di media e grande dimensione: tra il 2019 e il 2023 le imprese manifatturiere che hanno innovato depositando brevetti hanno riportato un aumento della produttività del lavoro superiore del 42,5% rispetto a quella registrata da quelle che non hanno innovato.

Non solo, un’impresa (di beni e servizi) su due con almeno 10 addetti ha svolto attività di innovazione, con una propensione crescente in base alla dimensione di impresa: la quota di imprese innovative passa dal 55,8% delle piccole imprese all’84,7% delle medio-grandi.

La strada è ancora lunga e il potenziale ancora altamente inespresso. Secondo l’ISTAT in Italia, infatti, le attività ad alta tecnologia costituiscono circa l'8% del valore aggiunto e il 4,5% degli occupati nella manifattura.

Differenze significative si osservano anche tra i diversi settori dell’economia, con oltre l’80% delle imprese della farmaceutica, dell’elettronica e della fabbricazione di autoveicoli che svolgono attività innovative, seguite da quelle dell’industria chimica, della meccanica e della gomma e plastica (settori dove innovano circa tre imprese su quattro).

Sebbene negli ultimi anni l’Italia abbia compiuto progressi nel campo dell’innovazione, la sua performance risulta ancora inferiore rispetto alla media europea, collocandosi nel gruppo dei Moderate innovators insieme a Spagna e Portogallo, ma indietro rispetto a Francia e Germania (Strong) e altri quali Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia (Leaders; Fig. 1).

 

Il leggero ritardo dell’Italia nei confronti dei peer europei è in parte motivato dalla dimensione ridotta delle imprese che compongono il tessuto imprenditoriale italiano rispetto alla media Ue, ma non va sottovaluto l’aspetto finanziario, con circa una azienda su quattro che dichiara di non aver innovato per carenza di risorse.

In questo contesto, è importante acquisire una maggiore consapevolezza del ruolo determinante che attori istituzionali come SACE svolgono nel facilitare l’accesso al credito per finalità innovative per le imprese italiane, così come delle opportunità di finanziamento offerte da fondi nazionali ed europei. L’Ue, per esempio, a febbraio 2024 ha istituito la Strategic Technology Platform for Europe (STEP), che raccoglie e razionalizza undici programmi e fondi europei già esistenti con l’obiettivo di supportare lo sviluppo di “tecnologie strategiche” negli ambiti digitali e della deep-tech innovation e delle biotecnologie.

Nonostante le criticità emerse, l’area Innovazione si conferma la più performante tra le quattro che determinano il posizionamento dell’Italia nel Global Attractiveness Index elaborato da The European House – Ambrosetti. L’edizione 2025 colloca il nostro Paese al 16° posto a livello globale (in salita di tre posizioni rispetto al 2024), mentre ci confermiamo al 10° posto nella macroarea Innovazione per il secondo anno consecutivo. Questo risultato è dovuto in particolare al miglioramento dell’Export di beni high-tech e all’eccellente posizionamento nella voce Eterogeneità geografica delle esportazioni, dove l’Italia si classifica quarta a livello mondiale.

Sostenibilità e Innovazione: un connubio vincente

Il Rapporto Draghi individua nella riduzione dell’impatto ambientale una delle opportunità per stimolare la crescita economica, promuovere l’innovazione e rafforzare la competitività dell’industria europea. In questo scenario, le imprese italiane giocano un ruolo di primo piano: l’Italia si colloca infatti al quarto posto nell’Eco-Innovation Index della Commissione Europea, che misura la capacità dei Paesi di integrare sviluppo industriale e sostenibilità ambientale.Questo posizionamento riflette l’impegno crescente delle aziende italiane nel ridurre l’impatto ambientale, rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici e ottimizzare l’uso delle risorse naturali. 

Un contributo decisivo a questa performance proviene dalle tecnologie strategiche menzionate precedentemente: circa l’11% delle medie imprese italiane detiene brevetti in tecnologie strategiche, e tra queste, chi investe in tecnologie ambientali registra una produttività superiore del 10,8% rispetto a chi non detiene brevetti.

I principali campi di applicazione dell’innovazione sostenibile in Italia si possono ricondurre a due grandi direttrici: la transizione energetica e l’economia circolare. La transizione energetica rappresenta una leva per garantire stabilità dei prezzi e l’indipendenza energetica. Il 67% delle medie imprese italiane è attivamente impegnata nella riduzione dell’uso di fonti fossili e nella promozione delle energie rinnovabili, e questi sforzi stanno producendo risultati concreti.

L’economia circolare rappresenta un’area di eccellenza per il sistema produttivo italiano. L’Italia è seconda in Europa per numero di brevetti in materia e, nel 2024, quasi la metà delle imprese ha adottato almeno una pratica in tal senso. L’economia circolare coinvolge filiere molto eterogenee, come quella agroalimentare, che integra nelle varie fasi produttive pratiche agricole sostenibili e a elevato contenuto tecnologico; gli imballaggi, attraverso soluzioni di packaging con materiali sostenibili innovativi, come le bioplastiche compostabili; il tessile e l’abbigliamento, attraverso il riuso delle materie prime per la pelletteria e l’utilizzo di sostanze concianti naturali; la filiera del legno e dell’arredo, con ricorso a materiali sostenibili, come legno certificato FSC, processi di riuso della materia legnosa e sostanze di lavorazione.

L’attenzione all’innovazione sostenibile e alla circolarità si traduce in benefici ambientali e in un vantaggio competitivo per l’intero sistema Paese. L’industria manifatturiera italiana si dimostra più efficace della media europea nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, con emissioni per unità di prodotto inferiori del 15% rispetto alla media Ue. Inoltre, l’Italia ha raggiunto un tasso di riciclo del 91,6% per i rifiuti urbani e speciali, un risultato nettamente superiore rispetto alle altre grandi economie europee, anticipando gli obiettivi europei fissati per il 2030.

 

Con SACE le imprese innovano e crescono grazie a soluzioni finanziarie su misura

 SACE ha recentemente sostenuto diverse iniziative strategiche a supporto dell’innovazione tecnologica delle imprese italiane, promuovendo sostenibilità e internazionalizzazione.  

SACE ha garantito un finanziamento da €6,5 milioni a favore di SCL Italia, nel supporto al piano di crescita dell’azienda biochimica SCL Italia mediante una garanzia di un finanziamento da €6,5 milioni per la realizzazione di un impianto per la fabbricazione di zinco stannato di idrossido (ZSI), un prodotto chimico green per applicazioni industriali high-tech usato come antifiamma, non tossico e completamente riciclabile a fine vita. Grazie a questo nuovo impianto, SCL raddoppierà la produzione di ZSI riducendo il consumo energetico per unità di prodotto. Kerr ha ottenuto crediti di firma da €9 milioni coperti da garanzia di SACE, per la sottoscrizione di un Contratto di Prestazione Energetica per la realizzazione di un impianto che utilizza tecnologie all’avanguardia per produrre biometano alimentato da scarti agricoli. 

Di recente, tra i vari eventi di business matching, SACE ha facilitato a Singapore l’incontro tra il gruppo OFI, leader nella produzione di ingredienti e materie prime alimentari, e diverse imprese italiane attive nel packaging, offrendo loro l’opportunità di accreditarsi come fornitori e di esplorare nuove occasioni commerciali in un mercato ad alto potenziale. 

Innovazione tecnologica, efficienza energetica sostenibilità sono anche i tre elementi chiave della garanzia erogata su un finanziamento da €440 milioni di un pool di banche a favore di Alia, multiutility toscana che gestisce i servizi pubblici locali. Il finanziamento, parte di una operazione più ampia, andrà a sostenere gli investimenti dell’azienda in impianti per il trattamento dei rifiuti, tecnologie per l’efficientamento energetico, fotovoltaico, e rete di distribuzione del gas.

 

 

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