Focus On 18 settembre 2017

Focus On - Indonesia, la volta buona

La più grande economia del Sud-est asiatico si sta buttando alle spalle il ciclo negativo delle commodity. Il governo del presidente Widodo sta implementando misure e riforme orientate al libero mercato, presentando il Paese come simbolo di stabilità politica e dinamicità economica e attraendo gli investitori esteri. La direzione intrapresa ci fa credere che questa sia la volta buona per le aziende italiane che in Indonesia vogliono esportare i propri prodotti, effettuare investimenti o partecipare allo sviluppo del Paese operando in loco e sfruttando i numerosi progetti programmati dal governo.

Executive summary

 

La più grande economia del Sud-est asiatico si sta buttando alle spalle il ciclo negativo delle commodity. Il governo del presidente Widodo sta implementando misure e riforme orientate al libero mercato, presentando il Paese come simbolo di stabilità politica e dinamicità economica e attraendo gli investitori esteri. La direzione intrapresa ci fa credere che questa sia la volta buona per le aziende italiane che in Indonesia vogliono esportare i propri prodotti, effettuare investimenti o partecipare allo sviluppo del Paese operando in loco e sfruttando i numerosi progetti programmati dal governo.

 

Opportunità arrivano dal settore infrastrutturale che necessita di “…500 miliardi USD in investimenti entro i prossimi cinque anni”, parola di Jim Yong Kim, presidente della Banca Mondiale. Strade, porti, aeroporti ma anche produzione e distribuzione di energia da fonti sia tradizionali che rinnovabili. Tra le infrastrutture da implementare c’è anche quella digitale, importante sia per sviluppare un mercato interno di destinazione dei beni sia per rendere più efficienti i processi produttivi.

 

La maggiore efficienza e la crescita della produttività passano anche per l’importazione di tecnologia dall’estero, in particolare di beni della meccanica strumentale. Questa può giocare un ruolo molto importante nell’industria mineraria e nell’indotto a essa riconducibile, considerata la volontà del governo di sviluppare un’industria locale di trasformazione dei minerali estratti, così come nei settori manifatturiero e agricolo, che utilizzano ancora tecniche datate.

 

Quasi il 60% del Pil indonesiano è composto dai consumi domestici e il processo di urbanizzazione porterà il 70% della popolazione a vivere nei centri urbani entro il 2030, anno in cui la classe consumatrice potrebbe raggiungere i 140 milioni di persone, la più grande del Sud-est asiatico. L’automotive può essere un settore su cui puntare sia in termini di mercato di destinazione, che in termini di investimento diretto in loco, dato che gran parte della produzione è destinata al mercato domestico.

 

L’Italia sta iniziando a cogliere l’importanza dell’Indonesia, inserendola tra i Paesi target individuati dalla “Cabina di Regia”. SACE e SIMEST hanno inserito il Paese nelle 15 geografie prioritarie per il Made in Italy offrendo un supporto sia diretto, con la copertura del rischio di credito sulle dilazioni di pagamento o a protezione degli investimenti in loco, che indiretto tramite garanzie su finanziamenti in favore di importatori locali. Attraverso questa “push strategy” si vuole incoraggiare l’importatore indonesiano a scegliere l’Italia come mercato di approvvigionamento, offrendo un pacchetto finanziario che renda competitiva la transazione con l’esportatore italiano.

 

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