Focus On 15 ottobre 2025

Focus ON - Costruzioni

Negli ultimi anni il settore delle infrastrutture e costruzioni ha rappresentato uno dei driver di crescita dell’economia italiana. Protagonista di una profonda evoluzione, sulla spinta dell’adozione di tecnologie digitali avanzate e di una crescente attenzione alla sostenibilità, trova nell'export una leva importante di crescita. Vuoi conoscere i punti di forza del settore e le opportunità che ne derivano? Scarica il report per scoprire i trend emergenti, le soluzioni più all’avanguardia e le sfide che stanno ridefinendo del settore.

Negli ultimi anni il settore delle costruzioni ha rappresentato uno dei driver di crescita dell’economia italiana. Secondo i dati di contabilità nazionale rilevati dall’Istat, il volume degli investimenti nelle costruzioni è avanzato a un tasso medio annuo composto (CAGR) del 19% nel triennio 2021-23, a fronte della dinamica stagnante che aveva caratterizzato il periodo pre-pandemia. In particolare, il comparto dei fabbricati non residenziali e delle altre opere pubbliche ha proseguito su una traiettoria di crescita vivace avanzando a un tasso dell’8,6% nel 2024; su questi ritmi è stimato proseguire nel biennio 2025-26 (in media +10%).

 

Considerando il dato espresso in valore (ossia a prezzi correnti), gli investimenti totali nelle costruzioni hanno sfiorato la cifra record di €260 miliardi nel 2024, aumentando al contempo la loro quota sul Pil nominale al 12% (+4 p.p. sul 2019).  L’impulso derivante dal settore pubblico nell’ambito degli investimenti strategici interessa diversi settori dell’economia, dalla duplice transizione alle infrastrutture di trasporto per una mobilità sostenibile, tutti impegnati ora nella fase realizzativa.

In questa direzione, nei primi sette mesi del 2025 l’indice del volume della produzione nelle costruzioni ha segnato +4,7% tendenziale. Il clima di fiducia delle imprese edili italiane si è mantenuto su livelli storicamente alti, sostenuto dal sentiment delle aziende attive nel genio civile e nella realizzazione di edifici. L’andamento eterogeneo tra i vari comparti edili si riflette anche nella dinamica osservata per il settore manifatturiero dei materiali da costruzione. Nel 2024 e nei primi mesi del 2025 la produzione di cemento e calce è stata sostenuta dalla realizzazione delle opere infrastrutturali; meno dinamica la fabbricazione di prodotti in vetro, ceramica e pietre.

 

I mercati esteri, meta vincente per le imprese che “esportano” le costruzioni

Il mercato delle costruzioni su scala globale si caratterizza per il suo ampio valore (nel 2024 quasi pari a € 12 mila miliardi) e per un andamento che, seppure soggetto a oscillazioni spesso legate a vari fattori esterni, mostra un discreto dinamismo in prospettiva (quasi €20mila miliardi entro il 2027). L’attività sui mercati internazionali è un elemento chiave per le imprese italiane che operano nel settore, grazie a  all’ampiezza e all’eterogeneità delle opportunità offerte dai Paesi esteri.

Al momento le imprese italiane del settore sono presenti in 73 Paesi e coinvolte in oltre 640 opere per un valore complessivo che supera i €100 miliardi (Fig. 1); si muovono su uno scacchiere internazionale eterogeneo, dove i mercati avanzati costituiscono ancora le principali destinazioni (in particolare Paesi europei e Stat Uniti), ma in cui i Paesi emergenti offrono crescenti opportunità grazie agli importanti piani d’investimento di Paesi chiave.

Le imprese italiane attive nei cantieri infrastrutturali (trasporti, energia, ecc.) e nell’edilizia realizzano all’estero circa un quarto del proprio fatturato. Dopo dieci anni di crescita ininterrotta (ad eccezione del 2020) tale quota è via via aumentata fino a raggiungere il picco del 2024 (27% del fatturato delle aziende realizzato all’estero). 

Oltre al ruolo di player nel settore delle costruzioni, l’Italia è un importante esportatore di materiali destinati al settore dell’edilizia. La filiera dei materiali da costruzione lo scorso anno ha movimentato vendite all’estero pari a circa €12 miliardi, in calo del 2,3% rispetto all’anno precedente, attribuibile in particolare ai Paesi Ue (-5,4%) su cui ha pesato la stagnazione dell’economia tedesca e francese, e solo parzialmente controbilanciato dalle vendite sostenute nei Paesi extra-Ue (+1,4%). Nel primo semestre del 2025 si conferma il traino dei Paesi avanzati, ma si evidenziano opportunità di crescita in alcune economie emergenti: l’export italiano di prodotti da costruzione verso gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita è cresciuto del 18,1% e 26,5% rispettivamente nel 2024 e mostra un andamento particolarmente positivo negli Emirati nei primi mesi del 2025 (+9%), pur se su livelli assoluti ancora al di sotto del potenziale.

 

Per quanto riguarda le geografie emergenti, opportunità potranno arrivare dall’area latino-americana che sta attraversando una fase d’importante crescita nelle infrastrutture energetiche: il Brasile è proiettato sempre più verso lo sfruttamento delle fonti energetiche alternative disponibili nel Paese (ad es. i progetti degli impianti negli stati del Cearà e Sergipe); il Cile risulta molto attivo negli investimenti in infrastrutture energetiche (ad es. gli impianti solari nel deserto di Atacama) e di trasporto, funzionali a sostenere la crescita dell’industria locale. Nell’area dell’Europa emergente e Balcani la crescita delle costruzioni è sostenuta dagli investimenti finalizzati a rinforzare la rete infrastrutturale dei trasporti (come i progetti per la realizzazione dei corridoi paneuropei) in Paesi come Serbia e Bosnia. In Nord Africa, il Marocco risulta tra gli investitori più dinamici nella costruzione di grandi impianti per lo sfruttamento del patrimonio delle energie alternative (come l’impianto solare Noor), così come l’Egitto guida gli investimenti in cantieri di urbanistica e infrastrutture di trasporti. Il Medio Oriente mostra un particolare focus sul tema della diversificazione energetica: gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita proseguono nel finanziamento di grandi infrastrutture nel settore delle rinnovabili. Gli investimenti nelle grandi opere delle infrastrutture di trasporto ed energetiche (in particolare in Cina) e nei piani di social housing sono invece alla base delle opportunità offerta dalla regione asiatica. Nell’area in particolare l’India spicca per i notevoli sforzi finanziari nel potenziamento della dotazione infrastrutturale del Paese e nell’incremento di soluzioni abitative per gestire il boom demografico. La necessità di colmare gli ampi gap infrastrutturali e mantenere il passo della crescita dei settori collegati allo sfruttamento delle materie prime naturali (agricole ed energetiche) sono alla base della tenuta degli investimenti nelle costruzioni della regione dell’Africa Subsahariana: Kenya, Nigeria, Camerun ed Etiopia proseguono gli investimenti in grandi opere, seppure in un contesto economico finanziario caratterizzato da ampie incertezze. 


Innovare per crescere

La crescente concorrenza di alcuni Paesi emergenti invita le imprese italiane del settore ad accrescere gli investimenti in digitalizzazione dei processi e dei canali distributivi (inclusa l’assistenza post-vendita). Contestualmente la sostenibilità e la progettazione di prodotti eco-compatibili rappresentano una leva strategica fondamentale per intercettare le preferenze dei consumatori più sensibili ai temi ambientali. La progressiva riduzione dei tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese contribuisce, inoltre, a creare un contesto favorevole per gli investimenti in innovazione, efficienza tecnologica e sostenibilità.

I recenti requisiti normativi incalzano tutto il settore verso soluzioni innovative e meno impattanti per l’ambiente, includendo anche indicatori di sostenibilità e spingendo verso la digitalizzazione. Tra le varie applicazioni si possono trovare: nel settore stradale, aggregati riciclati nei sottofondi stradali e plastiche riciclate per la segnaletica e le barriere stradali; nell’edilizia civile per ospedali e scuole, pannelli solari, sistemi di accumulo e smart building con sensori per il controllo intelligente dei consumi, mentre nella riqualificazione di edifici pubblici e residenziali materiali isolanti bio-based e certificati ambientali, che migliorano comfort e riducono i costi energetici, come l’impiego nella bioedilizia di un’ampia gamma di materiali naturali che spaziano dalla canapa al bambù a scarti agricoli (es. Ricehouse).

Alta è l’attenzione verso l’adozione di tecnologie digitali ‘Digital Twin’ - BIM (Building Information Modeling) - e dell’intelligenza artificiale per consentire di progettare, monitorare e gestire infrastrutture in modo più efficiente e sostenibile. L’introduzione del DPP (Product Digital Passport) permetterà di identificare e comunicare l’impatto ambientale dei prodotti; mentre l’IA porterà a grandi progressi nel campo della distribuzione, migliorando l’interazione con i clienti e automatizzando processi complessi. Già oggi diversi prodotti per l’edilizia hanno stampati sull’imballo QR code che portano alla relativa pagina prodotto, consentendo una rapida conoscenza informativa accompagnata anche da condivisione di strumenti; grazie a software sempre più avanzati team ubicati anche in diversi Paesi possono progettare e gestire in contemporanea progetti edilizi lungo il ciclo di vita dell’opera. L’introduzione di indicatori come le dichiarazioni ambientali di prodotto nel settore edile servirà come aiuto ai progettisti e costruttori a valutare l’impatto ambientale dei materiali, favorire la trasparenza e la sostenibilità nelle scelte progettuali, coadiuvare nell’ottenimento di crediti nelle certificazioni ambientali degli edifici.

Il supporto di SACE per la crescita delle imprese del settore 

SACE è al fianco delle imprese italiane impegnate in progetti nel settore delle costruzioni, sia in Italia che all’estero. In campo internazionale, la società saudita NEOM ha ottenuto un finanziamento di oltre €3 miliardi nell’ambito del programma Push Strategy di SACE che mira a incentivare le forniture Made in Italy da parte delle imprese estere, anche attraverso iniziative di business-matching organizzate da SACE in partnership con associazioni imprenditoriali e istituzioni italiane. Nell’ambito del vertice del Piano Mattei-Global Gateway, SACE ha garantito un finanziamento da €250 milioni a favore di Africa Finance Corporation (AFC), istituto finanziario multilaterale partecipato da 43 Stati membri africani, per creare un importante corridoio economico nell’Africa australe, generando al contempo opportunità per la filiera italiana nel settore delle infrastrutture e della componentistica di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili per la realizzazione del Lobito Railway Corridor, la linea ferroviaria di interscambio commerciale che attraverserà l’Angola, fino ai confini con lo Zambia e la Repubblica Democratica del Congo.

 

 

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