Rischio paese Studi 01 febbraio 2013

Country Risk Update: 26 gennaio - 01 febbraio

Snapshots: Algeria, Birmania, Egitto, Iran, Libia, Messico, Ucraina, Stati Uniti, Venezuela, Vietnam

ALGERIA
Il parlamento ha approvato gli emendamenti alla legge del 2005 sugli idrocarburi, comparto che rappresenta circa il 97% dei ricavi da esportazione del paese. La nuova normativa, oltre a istituire incentivi fiscali per gli investimenti in shale gas e shale oil, modifica il sistema fiscale rimuovendo la tassa sui profitti eccezionali. Le modifiche sono volte ad attrarre capitali esteri e rassicurare gli investitori stranieri, anche alla luce del recente attentato terroristico; restano tuttavia alcune criticità nel settore, tra cui il ruolo dominante della compagnia statale Sonatrach, che detiene una partecipazione minima del 51% in tutti i progetti upstream/downstream.

BIRMANIA
Il club di Parigi ha accordato alla Birmania la cancellazione di 5,9 miliardi di dollari di debito, pari al 60% del totale dovuto ai paesi appartenenti al gruppo (USD 10,3 miliardi). Il governo birmano ha ripagato gli importi dovuti all’Asian Development Bank e alla Banca Mondiale, aprendo così la strada alla cancellazione del debito dovuto ai paesi del club di Parigi. Nel dettaglio, è stata concordata la cancellazione della metà del debito, con l’eccezione della Norvegia, che ha concesso la cancellazione del 100% e del Giappone che ha cancellato più di USD 3 miliardi, pari all’intero credito vantato verso il paese. La parte rimanente di debito è stata riscadenzata su 15 anni, con un periodo di grazia di 7 anni.

EGITTO
Si intensifica l’opposizione nei confronti del presidente Morsi. Nel secondo anniversario della rivoluzione, si sono registrati scontri e manifestazioni in diverse aree del paese, con un bilancio di decine di morti. Le autorità hanno risposto con la reintroduzione dello stato di emergenza nei governatorati di Ismailia, Port Said e Suez. Morsi ha lanciato un appello al dialogo nazionale, anche sul tema della riforma costituzionale, nel tentativo di contenere le tensioni. Le opposizioni hanno però respinto la proposta, sottolineandone i limiti e chiedendo maggiore chiarezza sull’agenda politica. L’instabilità istituzionale e le tensioni sociali continuano a gravare sulla fragile economia egiziana, come rileva il recente downgrade di Fitch (da B+ a B).

IRAN
Il tribunale dell’Unione europea ha annullato le misure sanzionatorie comminate all’iraniana Bank Mellat nel luglio 2010, spiegando che l’Ue non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che l’istituto avesse legami con il programma nucleare della Repubblica islamica. Bank Mellat ha annunciato che chiederà il risarcimento dei danni e che ora sarà in grado di riprendere le operazioni internazionali, nel tentativo di recuperare le perdite degli ultimi tre anni. L’Ue ha adesso due mesi per presentare ricorso. Sono circa 50 le cause presentate da compagnie o individui iraniani ancora aperte nel tribunale.

LIBIA
Permane il clima di insicurezza in molte aree del paese. In particolare secondo Australia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Olanda aumenta il rischio di attacchi contro obiettivi occidentali, come rappresaglia per l’intervento francese in Mali. Tali paesi hanno invitato i propri cittadini a lasciare Bengasi. Anche nell’area di Misurata, in seguito a nuovi attentati contro figure politiche, sono state innalzate le misure di sicurezza per aumentare il controllo sulle milizie che ancora sfuggono alla supervisione delle autorità centrali. Tale clima di insicurezza rappresenta un deterrente per gli investitori esteri: la compagnia petrolifera BP ha annunciato che i piani di tornare a operare nel paese alla fine del secondo trimestre 2013 sono sotto revisione.


MESSICO
La compagnia petrolifera statale Pemex ha registrato un calo della produzione e delle esportazioni nel 2012. La produzione media lo scorso anno si è attestata a 2,548 milioni di barili al giorno, un calo dello 0,19% rispetto al 2011. Segno meno anche per le esportazioni di greggio, scese del 6% a 1,256 milioni b/g. Nonostante si tratti di una diminuzione marginale, è dal 2004 che la produzione petrolifera è in calo. In assenza della riforma del settore energetico e dello sviluppo di nuovi progetti petroliferi, il Messico potrebbe, nel giro di un decennio, diventare un paese importatore netto di petrolio.

UCRAINA
Cresce la tensione con la Russia per la fornitura di gas. Dopo l’annuncio, la scorsa settimana, di un accordo tra Kiev e Shell per sfruttare lo shale gas del giacimento di Yuzivska, è arrivata la notizia di un conto da USD 7 miliardi presentato da Gazprom al governo ucraino per la fornitura di gas relativa al 2012. La compagnia russa ritiene che Naftogaz, società statale ucraina del gas, abbia violato i termini contrattuali, importando meno gas di quanto stabilito. Naftogaz respinge l’accusa al mittente e, secondo alcune fonti, non avrebbe intenzione di pagare. L’ennesima disputa sulla fornitura energetica tra l’Ucraina e Gazprom giunge in un momento difficile per il paese, che ha iniziato le trattative per un piano di aiuti del FMI da USD 15 miliardi.

STATI UNITI
Nel quarto trimestre del 2012 il PIL è sceso dello 0,1% t/t, mostrando la prima flessione dalla primavera del 2009. Tuttavia il dato, ancora preliminare, non preoccupa gli investitori. A pesare sull’economia americana sono stati infatti la drastica riduzione della spesa per la difesa e il rallentamento dell’accumulo delle scorte. La combinazione di questi due elementi ha sottratto circa 2,6 punti percentuali alla crescita e nasconde quindi un’espansione economica ancora stabile, seppur debole. Incoraggianti i dati sulla spesa privata (+2,2%) e sugli investimenti residenziali (+15,3%) in linea con la moderata ripresa del settore immobiliare. Intanto, la Federal Reserve ha mantenuto ferma la sua politica ultra-espansiva.

VENEZUELA
Il governo ha annunciato una modifica della tassa sui profitti straordinari (windfall tax) per il settore petrolifero, con revisione al rialzo degli scaglioni di prezzo del petrolio stabiliti ai fini dell’applicazione dell’imposta. Nonostante questa misura, volta a dare un segnale positivo agli investitori, la tassazione del comparto petrolifero nel paese è tra le più onerose al mondo. Le entrate derivanti dalla nuova windfall tax, inoltre, saranno destinate alla Banca Centrale, e non al Fondo di Sviluppo Sociale FONDEN, dando maggiore disponibilità di valuta forte all’autorità monetaria nella gestione del tasso di cambio e cercando di ritardare la svalutazione della valuta locale (bolivar).

VIETNAM
Firmato un accordo con Giappone e Kuwait per la costruzione della nuova raffineria di Nghi Son, del valore di USD 9 miliardi. L’impianto, che diverrà operativo nel 2017 e produrrà 200.000 barili di petrolio al giorno, sarà controllato per il 25,1% dalla società statale Pietrovietnam. La giapponese Idemitsu Kosan e Kuwait Petroleum International avranno una quota del 35,1% cadauno, mentre Mitsui Chemicals, sempre nipponica, controllerà il rimanente 4,7%. Secondo quanto riferito da Petrovietnam, la raffineria di Nghi Son, insieme a un altro impianto già esistente, dovrebbe assicurare la copertura del 65% delle necessità di prodotti petroliferi raffinati del paese, che attualmente dipende dalle importazioni.
 

Pillole

Bielorussia: incassata la quarta tranche del prestito del Fondo Anticrisi dell EurAsEC, pari a USD 440 milioni.
Indonesia: Batavia Air ha cessato le operazioni, dopo una sentenza di bancarotta a seguito del mancato pagamento di un leasing.
OCSE: upgrade per gli Emirati Arabi Uniti (da 3 a 2), downgrade per Qatar (da 2 a 3) e Tunisia (da 3 a 4).
Repubblica Ceca: l’ex premier di centrosinistra, Miloš Zeman, vince il secondo turno delle presidenziali, le prime a elezione diretta.
 

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