Country Risk Update: 19 - 25 settembre 2014
ACCIAIO
Secondo alcune stime i sussidi alle acciaierie cinesi hanno pesato per l’80% dei profitti nei primi sei mesi del 2014. Nel primo semestre 2013 il peso degli stessi era soltanto del 22% e del 47% su base annua. I margini di profitto nel settore sono scesi allo 0,3%. Il dato conferma le problematiche strutturali del settore acciaio in Cina e la necessità di ridurre l’eccessiva capacità produttiva, cresciuta da circa 200 milioni di tonnellate nel 2012 agli oltre 1 miliardo attuali a fronte di un consumo interno nel primo semestre 2014 di soli 376 milioni di tonnellate (+0,4% sul primo semestre 2013). I piani di riduzione della capacità proposti dal governo riguardano attualmente poco più del 3% del totale, quota insufficiente a bilanciare domanda e offerta.
CINA
Il governo ha deciso di vietare l’importazione di carbone di bassa qualità, con il duplice obiettivo di sostenere il mercato domestico, in sofferenza a causa dei bassi prezzi del prodotto, e di affrontare il problema dell’inquinamento in maniera decisa. Il divieto entrerà in vigore dal 2015 e avrà l’impatto maggiore sulle importazioni di carbone dall’Australia, dall’Indonesia e dall’Africa meridionale. L’incremento dei prezzi che ne deriverà si ripercuoterà sulla produzione industriale, già in forte rallentamento ad agosto (+6,9% rispetto a agosto 2013 dal 9% di luglio) quando ha segnato il tasso di crescita più basso dal 2008.
EMIRATI ARABI UNITI
L’interscambio commerciale con l’India, primo partner degli EAU, è diminuito del 21% nell’anno fiscale 2013-2014, passando da USD 75 a 60 miliardi. La forte contrazione è stata in larga parte determinata dal calo da USD 9 miliardi dell’export di oro dagli EAU, a causa della decisione di Nuova Delhi di aumentare i dazi sulle importazioni del metallo. Anche l’export indiano verso gli Emirati è diminuito del 16%. La contrazione ha consentito alla Cina di avvicendarsi all’India nella classifica dei maggiori partner commerciali del paese, con un interscambio complessivo di quasi USD 66 miliardi.
IRLANDA
L'Irlanda rimborserà in anticipo il prestito del FMI ricevuto nell’ambito del piano di aiuti internazionale nel 2010 (in totale EUR 67,5 miliardi). Dublino era stato il primo paese dell'UE a richiedere l’aiuto della Troika, ma ha poi registrato la migliore performance. Il governo irlandese è intenzionato a rimborsare in anticipo i prestiti ottenuti dal FMI che presentano i tassi di interesse più elevati (5%) e di molto superiori a quelli attuali sui titoli irlandesi a 10 anni (sotto il 2%). In particolare l'Irlanda intende procedere a rimborsare EUR 18 miliardi sui 22,5 ottenuti, risparmiando EUR 400 milioni all’anno.
KENYA
Il presidente Kenyatta ha ratificato una legge finanziaria che, tra le altre cose, reintroduce dopo 30 anni una tassa sui capital gains. L’aliquota è stata fissata al 5% e verrà applicata a partire dal primo gennaio 2015 alle vendite di immobili, azioni e altri asset. La reintroduzione è stata decisa al fine di allineare il regime fiscale a quello di altre economie africane come Nigeria, Sudafrica e Tanzania, sebbene applicando un’aliquota minore. La tassa consentirà di aumentare le entrate fiscali di circa USD 100 milioni annui e difficilmente spiazzerà gli investimenti esteri, anche se si potrebbe assistere a un’accelerazione della vendita di alcuni beni in prossimità dell’entrata in vigore.
RUSSIA
Il governo russo ha annunciato la creazione di un fondo d’emergenza a supporto delle società colpite dalle sanzioni occidentali. Il fondo dovrebbe essere finanziato con circa EUR 2 miliardi in origine destinati al sistema pensionistico. Le sanzioni già adottate hanno iniziato a riflettersi sull’economia russa; secondo la Banca centrale la crescita del PIL non supererà lo 0,5% quest’anno, il livello più basso dal 2009. Il deflusso di capitali dovrebbe invece raggiungere USD 100 miliardi entro fine anno. Il deprezzamento del rublo – ai minimi storici sul dollaro – e la decisione di imporre contro-sanzioni sui beni occidentali ha causato un aumento dell’inflazione, stimata al 7,5%.
SPAGNA
Il governo spagnolo ha approfittato del clima positivo sui mercati finanziari per collocare il suo primo titolo a 50 anni. Il bond, con cedola al 4% e scadenza 2064, è stato collocato presso investitori istituzionali per un ammontare complessivo di EUR 1 miliardo. Il ritorno di fiducia sul debito pubblico della Spagna, stimato al 98,3% del PIL per il 2014, è motivato dai dati economici che mostrano una ripresa della crescita per quest’anno (+1,5%), che si rafforzerà nel 2015 (+2%), e dall’adozione di riforme fiscali, bancarie e del mercato del lavoro. Tuttavia si attendono ancora interventi pubblici a favore della competitività, dell’innovazione e dell’occupazione.
SUDAFRICA
Il governatore della Banca centrale Gill Marcus ha annunciato che non rinnoverà il proprio mandato, in scadenza il prossimo novembre. Non è ancora noto chi subentrerà alla carica. È possibile che il Presidente Zuma scelga il successore all’interno della Banca centrale stessa. L’annuncio è arrivato in concomitanza con la decisione di lasciare invariati i tassi d’interesse alla luce delle previsioni di crescita economica debole (1,5% nel 2014, rivista al ribasso dall’1,7% precedente) e inflazione in calo (6,2% quest’anno a fronte della previsione precedente del 6,3%). Un ulteriore indebolimento del rand (deprezzatosi sul dollaro del 5% da inizio anno) potrebbe incidere negativamente su entrambe le variabili.
UCRAINA
È stato ratificato il trattato di libero scambio Ucraina-UE. L’implementazione sarà però posticipata a dicembre 2015 a causa delle minacciate reazioni russe. L’economia del paese continua a contrarsi; il PIL è sceso del 5,4% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-1,1% nel primo trimestre). L’aumento della spesa pubblica (+6,9%) ha evitato un ridimensionamento ancora maggiore. Le prospettive dipendono dall’andamento della crisi, ma i danni alle infrastrutture e alla capacità produttiva nel bacino industriale dell’est del paese potrebbero pesare in modo notevole. Preoccupano la svalutazione della Hryvnia rispetto al dollaro (di oltre il 55% da inizio anno) e l’accelerazione dell’inflazione (+14,5% ad agosto).
VENEZUELA
Standard&Poor’s ha declassato il rating sovrano del paese a CCC+, abbassandolo di un notch dal precedente B- e mantenendo un outlook negativo. Il downgrade è basato sul continuo deterioramento economico del paese; la carenza di liquidità in valuta forte ha causato una persistente carenza di beni di prima necessità e forniture per le imprese locali, limitando la capacità produttiva. Le riserve valutarie sono stimate a meno di USD 21 miliardi, il minimo degli ultimi undici anni, e potrebbero ridursi ulteriormente nel corso di ottobre, quando andranno in scadenza debiti per USD 4,5 miliardi. Secondo l’agenzia, il PIL venezuelano calerà del 3,5% quest’anno e l’inflazione supererà il 63%.
Pillole
Costa d’Avorio: il presidente Alassane Ouattara ha confermato la sua candidatura a un secondo mandato nel 2015.
Costa Rica: Moody’s ha abbassato il rating sovrano portandolo a livello speculativo da Baa3 a Ba1 con outlook stabile.
Grecia: Standard and Poor's ha alzato il rating sovrano della Grecia a B da B- con outlook stabile.