Varie 16 luglio 2020

Che export tira? - Maggio 2020

I dati dei primi cinque mesi mostrano un forte calo per l'export italiano di beni.

1. Il mese di riferimento


La congiuntura. Le esportazioni italiane di beni sono tornate in positivo a maggio rispetto al mese precedente (+35%). La crescita è tuttavia influenzata dal risultato molto negativo di aprile. Il trimestre marzo-maggio è infatti in peggioramento (-29% rispetto ai tre mesi precedenti).

Il trend. A maggio l’export in valore è calato del 30,4% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, sempre condizionato al ribasso dai volumi.

Contesto globale. La diffusione della pandemia si riflette nei dati dell’export verso India (-58,1% rispetto a maggio 2019), Mercosur (-51,7%), Turchia (-44,4%) e Regno Unito (-35,5%).

 

2. Come sta andando nei primi 5 mesi


L’ultimo dato ha peggiorato il bilancio tendenziale: tra gennaio e maggio si registra -16%. La forte contrazione dell’export di autoveicoli (-34,5%), tessile e abbigliamento (-28%), macchinari (-22,4%), altri mezzi di trasporto (-21,4%) e apparecchi elettrici (-19,5%) impatta sul risultato complessivo.

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea


Nei primi cinque mesi si intensificano i cali della domanda proveniente dai Paesi UE ed extra-UE. Risultati migliori della media, nel primo caso, si osservano verso Belgio (+2,4% rispetto allo stesso periodo del 2019), Paesi Bassi (-8%) e Germania (-12,3%), mentre Spagna (-21,9%), Romania (-19,8%), Francia (-18,3%) registrano le flessioni più significative. Particolarmente colpiti, nel secondo caso, India (-33,9%), Cina (-21,9%) e Regno Unito (-21,5%). Destinazioni che fanno eccezione sono Stati Uniti (-7,9%), Giappone (-10,2%), Russia (-11,3%), Turchia (-11,5%) e Svizzera (-14,6%).

 

2.2. Focus Paesi


Nonostante la forte riduzione dell’export italiano, le esportazioni di alimentari e bevande sono in crescita in Giappone (+23,9%), Russia (+10,6%) e Spagna (+4%). Non è l’unico settore a registrare il segno positivo. La farmaceutica è in aumento sia a Madrid (+22,3%), sia a Tokyo (+19%). Verso quest’ultima destinazione crescono anche i prodotti in metallo (+7,9%). A Mosca la domanda di prodotti chimici (+3,3%) e apparecchi elettronici (+18,4%) non si arresta. È invece in caduta, verso tutti e tre i mercati, l’export di autoveicoli.

 

2.3. Focus industrie e settori


L’analisi dei raggruppamenti principali di industrie, mostra che i beni di consumo (-10,3%) sono stati i più resilienti nel periodo gennaio-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è da ascriversi principalmente ai beni durevoli (-27,7%), mentre la diminuzione si conferma più contenuta per i beni di consumo non durevoli (-6,8%), sempre grazie alla tenuta di alimentari e bevande e farmaceutica.

Relativamente più marcata la flessione per i beni intermedi (-14,2%), che tuttavia risultano migliori della media del totale grazie alla performance dei prodotti chimici e degli articoli in gomma. In forte contrazione sono invece i beni strumentali (-23%). Quest’ultimo è un risultato non inatteso visto l’incertezza associata alla pandemia.

In termini di settori, gli alimentari e bevande sono tra i pochi a rimanere in territorio positivo, grazie alla domanda giapponese, cinese (+11,5%), russa, ceca (+7,5%), turca (+6,8%), statunitense (+5,9%), polacca (+5,5%) e tedesca (+4,8%). 

Fortemente negativo l’andamento delle esportazioni di mobili e autoveicoli italiani. La domanda per entrambi questi prodotti proveniente da India, Cina, Regno Unito, Spagna e Russia risulta in calo di oltre il 30%. Contrazione sopra il 20% per Giappone, Francia, Belgio e Austria.

 
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