Varie 18 maggio 2018

Che export tira? - Marzo 2018

A marzo le esportazioni sono in calo dell’1,8% rispetto allo stesso mese del 2017 (il dato corretto per gli effetti di calendario è invece positivo: +0,7%). Ciò porta la media dei primi tre mesi a +3,3%.

A marzo le esportazioni sono in calo dell’1,8% rispetto allo stesso mese del 2017 (il dato corretto per gli effetti di calendario è invece positivo: +0,7%). Ciò porta la media dei primi tre mesi a +3,3%. Nel 2018, secondo Prometeia, l’export del settore manifatturiero crescerà del 3,5% (a prezzi costanti). Segnali incoraggianti giungono anche dall’indagine di aprile di Ihs-Markit, specie per l’export di beni di investimento.

 

 

I Paesi Ue trainano le vendite italiane all’estero (+5,5%), con Germania e Francia (primi due mercati di sbocco) oltre il 4%. Polonia (+12,9%) e Rep. Ceca (+9,9%) si confermano tra le migliori destinazioni. Male UK (-0,8%).

L’area extra-Ue avanza invece a ritmi inferiori (+0,5%), ma con alcune significative eccezioni: India (+19,5%); Mercosur (+8,2%); Turchia (+3,6%).

 

 

Nel trimestre gennaio-marzo l’export italiano ha rallentato rispetto al periodo ottobre-dicembre (-1,9%). A marzo invece, rispetto a febbraio, si registra un incremento dell’1,2%.

 

 

Le esportazioni Made in Italy negli Stati Uniti sono sostanzialmente stabili (+0,2%). Tra i migliori settori vi sono automotive, farmaceutica e alimentari. Lo stimolo fiscale promosso dall’amministrazione Trump potrebbe favorire il nostro export nel Paese già nei prossimi mesi. Permane il rischio di un’escalation protezionistica ma con una probabilità di accadimento ancora relativamente bassa. La Polonia cresce a ritmi elevati grazie al traino di mezzi di trasporto, meccanica e apparecchi elettrici. Ancora difficoltà invece nei Paesi Opec.

 

 

A livello di principali industrie, le esportazioni di beni intermedi hanno registrato la crescita più sostenuta (+5%). Seguono le vendite di beni di consumo (+3,8%). I beni strumentali chiudono il trimestre con un +1,5%.

Tra i beni di consumo, i non durevoli hanno fatto segnare la performance migliore (+4,1%). I beni durevoli avanzano del 2,4%.

 

 

Il settore alimentari e bevande cresce a un tasso superiore alla media (+5,6%) con ottimi risultati in Polonia, Romania e Russia (nonostante le sanzioni in alcuni comparti) e buone performance in Francia e Stati Uniti. L’export di tessile e abbigliamento avanza a ritmi più moderati (+2,1%) con alcune geografie a fare da traino (Cina, India e Turchia). L’automotive, uno dei migliori settori del 2017, è in flessione del 4,2%. Il risultato sconta effetti di base legati al forte incremento registrato l’anno precedente. Infine, la farmaceutica continua a guidare la classifica dei settori «top performer» (+9,9%).

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