Varie 09 agosto 2019

Che export tira? - Giugno 2019

Nel primo semestre il valore delle esportazioni italiane è in aumento del 2,7%. Il lieve calo dei volumi esportati (-0,9%) è stato più che compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+3,6%).

A giugno l’export italiano si è contratto (-3,5% rispetto allo stesso mese del 2018), principalmente a causa della flessione delle vendite di beni strumentali – in particolare di mezzi di trasporto – che avevano registrato movimentazioni occasionali di elevato impatto nel giugno del 2018. Nel primo semestre il valore delle esportazioni italiane è in aumento del 2,7%. Il lieve calo dei volumi esportati (-0,9%) è stato più che compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+3,6%).

L’incremento delle vendite verso l’area Ue (+2,3%) è sostenuto principalmente dall’«effetto scorte» in Regno Unito (+9,5%). La performance in Francia (2,5%) è in rallentamento, anche a causa del calo dei mezzi di trasporto.

Nell’area extra-UE (+2,7%) le vendite crescono in Usa (+7,7%) e India (+5,1%) e tengono in Cina (+0,3%) e Russia (+0,4%). Continua inarrestabile la discesa nei Paesi Opec (-10,5%).

In termini congiunturali, a giugno le esportazioni italiane sono avanzate dell’1,2%. Nel complesso del trimestre aprile-giugno invece, l’incremento è stato pari all’1,7%.

Le vendite verso il Giappone continuano a viaggiare a ritmi sostenuti (+17,3% nel semestre e +27,9% nel solo giugno). Sembra che gli effetti dell’accordo commerciale tra l’UE e il Paese asiatico (entrato in vigore l’1 febbraio 2019) inizino a manifestarsi in maniera evidente. In Svizzera (+11,2%), l’incremento beneficia soprattutto della dinamica degli articoli in pelle e dei metalli. Il rallentamento tedesco, specie nell’automotive inizia a fasi sentire in maniera netta anche sui nostri esportatori.

I beni di consumo restano il miglior raggruppamento in termini di export (+9,7%), grazie in particolare ai beni non durevoli (+11,6%), a fronte invece di un moderato incremento delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+1,6%).

Le vendite all’estero di beni intermedi avanzano dell’1,7%. L’export dei beni strumentali segna invece la performance peggiore (-1,1% nei primi sei mesi dell’anno); tra i settori del raggruppamento, fa però eccezione la meccanica strumentale.

La farmaceutica (+28%) si conferma con distacco il settore «best performer» nel primo semestre dell’anno con un andamento positivo generalizzato, con picchi in Russia e negli Stati Uniti. Questi ultimi trainano anche le vendite di alimentari e bevande (+6,9% nel complesso), insieme al Giappone. Tengono le vendite della meccanica strumentale (+2%): in evidenza la performance verso Washington (+13,8%) e Delhi (+5,6%). Brillante infine l’andamento della moda, grazie in particolare al contributo dell’export di abbigliamento e pelli e accessori.

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