Varie 18 marzo 2020

Che export tira? - Gennaio 2020

Le esportazioni italiane di beni in valore hanno cominciato il 2020 con una crescita del 2,3% rispetto a gennaio dell'anno scorso.

1. Il mese di riferimento

 

La congiuntura. Nel primo mese dell’anno l’export è tornato a crescere rispetto al mese precedente, dopo due osservazioni negative. Il dato segna +2,7% nei confronti di dicembre. Nel complesso del trimestre novembre-gennaio, il segno è però negativo (-1,6%) rispetto ai tre mesi precedenti.

Il trend. A gennaio il valore dell’export è aumentato del 2,3% su base annua, grazie ai valori medi unitari, piuttosto che ai volumi (lievemente negativi).

Contesto globale. Il primo impatto del Coronavirus sulla domanda dei partner a gennaio è visibile in parte nell’export verso la Cina (-11,9% rispetto allo stesso mese dell’anno passato).

 

2. Come sta andando nel primo mese

 

Il dato di gennaio tendenziale è fortemente condizionato da alcune movimentazioni di carattere occasionale ad elevato impatto nel settore della cantieristica navale. Si conferma l’andamento positivo di alcuni settori (abbigliamento, alimentari) e geografie (Stati Uniti, Giappone, Svizzera).

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

 

Permane la debolezza della domanda proveniente dai Paesi UE. Al di sopra della media Belgio (+16,8%), Paesi Bassi (+7,9%), Polonia (+5,7%) e Francia. Negativa la performance in Germania, Austria, Romania e Rep. Ceca. Giappone (+33%), Stati Uniti e Svizzera (+4,3%) continuano a chiedere Made in Italy, accompagnate dai «rimbalzi» verso l’Africa Subsahariana (+37,9%), Paesi Opec (+16%) e Turchia (+35,1%). In negativo oltre alla Cina, Nord Africa e India.

 

2.2. Focus Paesi

 

L’export italiano verso la Germania – primo mercato di destinazione delle esportazioni italiane – è in contrazione del 2,5%, dopo la sostanziale stabilità del 2019, a causa dei macchinari e della gomma e plastica, mentre crescono gli autoveicoli. Francia e Stati Uniti – rispettivamente seconda e terza destinazione del Made in Italy – domandano alimentari e bevande, abbigliamento, mezzi di trasporto (diversi dagli autoveicoli) e mobili. Di segno opposto per queste due geografie la  farmaceutica, dopo la forte crescita del 2019: in contrazione negli Stati Uniti (-21,8%), in crescita in Francia (+16%).

 

2.3. Focus industrie e settori

 

Tra i raggruppamenti principali di industrie, i beni di consumo si confermano anche nel primo mese del 2020 i più dinamici, grazie principalmente ai beni non durevoli (+4,8%); si registra un segnale incoraggiante anche dalle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+4%).

La domanda estera per i beni strumentali italiani torna in territorio «verde», dopo la contrazione del 2019 (-1,4%). Non altrettanto buona la dinamica dei beni intermedi che fanno seguire, a una debole crescita nell’anno passato (+0,9%), una flessione.

La farmaceutica rallenta a gennaio (+25,6% nel 2019), ma avanza in Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Turchia, Giappone e Paesi Asean. Queste ultime tre destinazioni, con l’aggiunta di Cina, Russia e Paesi Mercosur, sono tutte risultate lidi favorevoli fuori dai confini del mercato comune per gli alimentari e bevande Made in Italy.

Gli autoveicoli hanno registrato risultati più altalenanti (e condizionati dal -8% dell’anno scorso): in forte crescita tra Opec, Asean, Mercosur, Giappone, Turchia e Svizzera e in geografie altrimenti negative (come Austria, Russia e India), ma in contrazione in Cina, Regno Unito, Rep. Ceca e Spagna.

 
 

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