Che export tira? - Gennaio 2019
L’avvio del 2019 è stato positivo per l’export italiano (+2,9%), ma l’incertezza del contesto globale, legata ai negoziati Usa-Cina, alla Brexit, al rischio di eventuali nuove turbolenze finanziarie e valutarie, all’atteso rallentamento in Cina, Eurozona e Usa, è ragione di cautela per le attese dei prossimi mesi. Non mancheranno tuttavia opportunità in diverse geografie, avanzate ed emergenti, per l’export Made in Italy.
L’export verso i Paesi Ue è avanzato dell’1,2%, grazie al traino di Paesi Bassi, Romania, Francia e anche UK. Pesa il calo delle vendite in Polonia, specie degli «altri mezzi di trasporto» (non automotive).
Le vendite nell’area extra-Ue hanno segnato un +5,4%. Ottima performance in India, Stati Uniti, Africa subsahariana, Svizzera e Paesi Asean. Ancora giù invece, Turchia e area Mena.
Nel trimestre novembre-gennaio si è registrata una stazionarietà per le esportazioni in termini congiunturali. A gennaio invece, rispetto a dicembre, vi è stato un incremento del 2,5%, grazie sempre al traino dei mercati extra-Ue (+5,9%).
Dopo un 2018 chiuso in flessione (-2,4%), le esportazioni verso la Cina sono tornate a crescere a gennaio 2019 (+3,2%), sostenute dalle vendite nei set-tori della meccanica strumentale, della farmaceutica e degli alimentari e bevande. Questi ultimi due settori sono stati i più dinamici anche in Germania (+1,7%), insieme a elettronica e gomma e plastica. È proseguito invece il trend negativo dell’export verso i Paesi Opec (-19%), in calo dal 2014.
Le vendite all’estero del raggruppamento dei beni di consumo hanno registrato l’incremento più significativo (+7,4%), grazie principalmente al contributo dei non durevoli (+8%); i durevoli sono avanzati invece del 4,1%. L’export dei beni intermedi si è assestato al 3,5%. Più moderata infine la crescita delle esportazioni di beni strumentali (+1,4%).
L’export nel settore della farmaceutica ha registrato un incremento del 19,2%, grazie principalmente al traino dei mercati extra-Ue (Cina, Russia e Stati Uniti), ma anche dei mercati tradizionali Ue (Francia, Germania e UK). India (con un +45% circa), Giappone e Stati Uniti invece, sono alcune delle geografie che hanno sostenuto le vendite della meccanica strumentale (+6,2%). L’export dei mezzi di trasporto (diminuito, nel complesso, del 5,4%) è cresciuto in Cina, Paesi Asean, Russia, Spagna e UK. Tra i settori «best performer» si segnalano altra manifattura, alimentari, metallurgia, tessile e abbigliamento.