Sasso nello stagno 05 ottobre 2023

America Latina ed Est Europa le nuove mete dei macchinari agricoli

L’Italia vanta una produzione di macchinari agricoli diversificata distinguendosi tra i principali esportatori mondiali in molti segmenti di mercato. A livello strutturale, l’agricoltura e i macchinari a essa collegati stanno attraversando rilevanti trasformazioni dettate dal cambiamento climatico e dall’innovazione digitale. Il settore sta vedendo una maggiore applicazione di nuove tecnologie, tra cui robot e droni per monitorare, ad esempio, i processi di coltivazione e raccolta analizzando lo stato dei terreni, così da adeguare la quantità di acqua necessaria e l’uso di fertilizzanti

L’Italia vanta una produzione di macchinari agricoli diversificata distinguendosi tra i principali esportatori mondiali in molti segmenti di mercato. Il comparto italiano vede attive oltre 1.300 imprese, quasi il 7% di tutte quelle appartenenti al settore di riferimento della meccanica strumentale. In termini di dimensione aziendale, si registra un’incidenza di microimprese relativamente contenuta (61% sul totale) se confrontata con quella del tessuto produttivo italiano nel suo complesso (81%); è infatti presente una quota consistente di PMI (38% del totale), soprattutto piccole.

Nell’ultimo decennio il valore delle esportazioni di macchinari per l’agricoltura è cresciuto a un tasso medio annuo composto del 3,6%, una performance migliore rispetto a quella della meccanica nel suo complesso (+2,9%, in media, tra 2013 e 2022). Tali macchinari, infatti, nonostante la sostanziale stabilità del segmento dei trattori (+0,4%), sono stati spinti da quello delle altre macchine agricole, per la silvicoltura e la zootecnica (+5,5%). Mentre la dinamica fino al 2018 è stata più debole per i macchinari per l’agricoltura rispetto al settore di riferimento, negli anni a seguire il comparto ha segnato vivaci ritmi di crescita (Fig. 1). L’espansione è proseguita anche nel 2020 nonostante le criticità del quadro, segnando incrementi sopra alla media del settore nel biennio successivo e raggiungendo i €5,5 miliardi esportati lo scorso anno. La buona performance si è confermata anche nel primo semestre del 2023 con un aumento tendenziale del 13,6%, superiore ancora una volta a quello della meccanica strumentale nel suo complesso (+12,3%).

Oltre il 70% delle vendite oltreconfine di macchinari agricoli è originato da sole tre regioni: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia (Fig. 2). In termini di andamenti, Veneto e Lombardia hanno registrato crescite intense lo scorso anno (+18,4% e +19,6% rispettivamente), mentre l’incremento per l’Emilia-Romagna è stato meno marcato; quest’ultima ha però mostrato una forte accelerazione tra gennaio e giugno di quest’anno (+38%). Nonostante si attestino su livelli di export significativamente più contenuti, altre regioni stanno registrando dinamiche brillanti: è il caso del Friuli Venezia-Giulia nel Nord-Est, di Toscana e Lazio nel Centro Italia così come di Calabria e Molise nel Sud

Fonte: Elaborazioni SACE su dati Istat

Stati Uniti, Francia e Germania si confermano mercati consolidati, la cui robusta domanda ha sostenuto l’export del comparto negli ultimi anni; tali geografie sono arrivate ad accogliere complessivamente macchinari agricoli per un valore di €2,2 miliardi nel 2022. Stanno altresì emergendo anche altre destinazioni di opportunità, soprattutto in America Latina ed Est Europa. Le vendite di macchinari agricoli verso il Messico, che nell’ultimo decennio ha abbinato riduzione della superficie coltivata a maggiore produzione, stanno registrando notevoli incrementi soprattutto dall’Emilia-Romagna. Nella stessa area, si rileva inoltre un marcato rialzo verso il Brasile, quarto produttore agricolo a livello mondiale, sostenuto in particolare dai macchinari piemontesi, emiliano-romagnoli e veneti. In Europa dell’Est, ottimi segnali stanno provenendo da diversi Paesi – tra cui Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia e Serbia – dove il settore agricolo ricopre un ruolo rilevante. Si attesta su livelli più contenuti ma è in forte crescita l’export del comparto verso la Nigeria, impegnata nello sviluppo dell’agricoltura nazionale, fondamentale per soddisfare il fabbisogno alimentare di un Paese che l’ONU prevede diventerà il quarto al mondo per popolazione entro il 2043.

A livello strutturale, l’agricoltura e i macchinari a essa collegati stanno attraversando rilevanti trasformazioni dettate dal cambiamento climatico e dall’innovazione digitale. Il settore sta vedendo una maggiore applicazione di nuove tecnologie, tra cui robot e droni per monitorare, ad esempio, i processi di coltivazione e raccolta analizzando lo stato dei terreni, così da adeguare la quantità di acqua necessaria e l’uso di fertilizzanti. Tali innovazioni oltre a permettere una maggiore efficienza produttiva – e quindi una riduzione dei costi – consentono di ridurre l’impatto ambientale salvaguardando le risorse naturali in un contesto di cambiamento climatico sempre più evidente

 

 

Scarica il documento!

 

Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 24 novembre 2025
Il settore del tessile e dell’abbigliamento in Italia genera €100 miliardi di fatturato e produce €30 miliardi di valore aggiunto (1,4% del PIL), impiegando circa 110mila persone. L’Italia è il terzo esportatore mondiale, con una quota di mercato prossima al 6% e un export di €61 miliardi. Il settore sta attraversando una fase di profonda trasformazione. Ai cambiamenti strutturali si aggiunge una congiuntura complessa, che contribuisce a frenare la dinamica delle esportazioni. SACE affianca le imprese con soluzioni tailor made promuovendo internazionalizzazione e innovazione.
Focus On 24 novembre 2025
L’economia circolare come motore di competitività, capace di ridurre sprechi, dipendenze estere e volatilità dei mercati. Italia ai vertici europei, seconda nella classifica UE per circolarità grazie a filiere di riciclo consolidate e un elevato tasso di utilizzo circolare dei materiali. Benefici per le imprese, con risparmi significativi, supply chain più resilienti e performance migliori in termini di produzione, fatturato ed export. Nuovi modelli di business, dal Product-as-a-Service alle piattaforme di sharing, fino a rigenerazione e remanufacturing, che aprono nuove opportunità di ricavo. Ruolo strategico delle filiere, che grazie a innovazione, tecnologie digitali e collaborazione abilitano la chiusura dei cicli produttivi e rafforzano il sistema industriale.
Focus On 24 novembre 2025
Un settore trainante per l’Europa, con 3,3 milioni di imprese e un valore aggiunto di €1.160 miliardi, guidato da produzione, commercio e ristorazione. Leadership italiana nel food & beverage, sesto esportatore mondiale e terzo in Europa, con filiere fortemente specializzate e prodotti simbolo riconosciuti a livello globale. Il peso dell’Italia, con €190 miliardi di fatturato, 51mila imprese e quasi 500mila occupati, che salgono a €143 miliardi di valore aggiunto considerando l’intera filiera tra produzione, distribuzione e ristorazione Produttività sopra la media UE, grazie alla specializzazione in segmenti ad alto valore aggiunto e a un export in crescita costante (+8,9% nel 2024). Mercati dinamici e nuove opportunità, dagli Stati Uniti all’Asia e al Medio Oriente, con alte performance e forte domanda di qualità italiana. Eccellenze regionali e filiera robusta, con territori altamente specializzati e un ruolo cruciale di SACE nel supportare export e investimenti per oltre €2,3 miliardi.