Il made in Italy tira ancora "Ma con lo scudo all`export il rischio diventa calcolato"
«Prezzi bassi delle materie prime, aumento del debito ed estensione della violenza politica sono i tre principali fattori di rischio identificati dalla Risk Map di SACE»: chi parla è Alessandra Ricci, Chief business officer di SACE - da oggi con Simest "porta unica" per l`export e l`internazionalizzazione del Gruppo Cdp, Cassa depositi e prestiti - che accompagna le aziende italiane all`estero, offrendo strumenti assicurativo-finanziari in grado di coprire tutte le necessità di chi vuole operare sui mercati internazionali.
Alessandra Ricci sa bene che lo scenario nel quale si muovono le nostre aziende è complesso: «I tre fattori - racconta - sono quelli che si sono ripercossi soprattutto sui mercati emergenti, con evidenti criticità in diversi mercati di riferimento per l`Italia».
Lo scenario è dunque critico, mai risultati sono altrettanto critici?
«Il nostro export è riuscito a mettere a segno una crescita del +3,4% nell`ultimo anno, grazie alle performance realizzate in quei mercati che hanno continuato a dimostrare forte appetito per il Made in Italy. Sebbene la crisi ci abbia ormai da tempo insegnato che il concetto di riskfree non esiste più, abbiamo la prova concreta che anche in tempi difficili gli esportatori italiani possono raggiungere quasi tutto il mondo, proteggendo il loro business con strumenti studiati ad hoc per rispondere alle loro esigenze».
La mappa dei rischi è una bussola per orientarsi. Quali mercati preferiscono i nostri imprenditori e a quali rinunciato per timore di intraprendere un percorso dubbio?
«Molte aziende esportatrici concentrano ancora la propria azione su mercati considerati sicuri e con un livello di maturità (e, tipicamente, di concorrenza) superiore: i mercati avanzati. Dallo scoppio della crisi finanziaria l`85% delle nuove esportazioni si è diretto verso Europa e Usa, ma è ormai chiaro a tutti che anche in queste destinazioni non si è sempre al riparo da difficoltà nelle tempistiche di incasso o nell'incasso stesso, oltre a scontare una maggior pressione sul prezzo data da numerosi concorrenti, vecchi e nuovi. In questi mercati, a caratterizzare di più l`offerta commerciale sono ancora i servizi post-vendita, la creatività delle soluzioni e la fidelizzazione del cliente. Fidelizzazione, creatività e servizio al cliente si possono applicare anche a soluzioni finanziarie che liberino subito e pro soluto liquidità per l`azienda esportatrice con cui pagare i fornitori e che consentano qualche aggio in più all`acquirente, allungando i tempi di pagamento e lasciando che sia un terzo attore, accreditato e riconosciuto, a occuparsi dell`incasso».
E per quanto riguarda i mercati emergenti?
«Nell`ultimo anno e mezzo le economie emergenti sono generalmente peggiorate. La somma dei debiti contratti dalle imprese in queste geografie è quintuplicata rispetto al 2005, grazie alla maggiore disponibilità di capitali internazionali, ed è oggi superiore a quella delle imprese dei paesi avanzati. Le difficoltà a generare cassa per ripagare i debiti hanno provocato un aumento del numero dei default, in particolare sulle posizioni in valuta forte - anche per la difficoltà a convertire valuta locale o a trasferire euro e dollari al di fuori del paese. Il crollo delle entrate in valuta riguarda soprattutto quei paesi che dipendono per più del 60% dall`export di materie prime. In questi mercati, più volatili e rischiosi, SACE riveste un ruolo centrale dall`advisory alla strutturazione di finanziamenti e coperture del rischio».
II budget per il futuro?
«Nei prossimi quattro anni possiamo aggiungere 31 miliardi di euro di nuove esportazioni, grazie alle opportunità che proverranno da un paniere diversificato di Paesi come Cile, Cina, Emirati Arabi, Filippine, India, Iran, Kenya, Malesia, Marocco, Messico, Perù, Polonia, Algeria, Spagna e Turchia: mercati tutt`altro che privi di rischi, ma è importante non farsi scoraggiare, e non rinunciare a cogliere nuove opportunità quando il sentiero comincia a salire. Assicurarsi non è più un optional».
Articolo a firma di Paola Jadeluca pubblicato su Affari&Finanza del 25/04/2016
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