Futuro in crescita per l’export toscano: Paesi e settori su cui puntare
L’effetto Trump sui mercati internazionali, il possibile rischio di guerre commerciali e l’aumento di episodi di violenza politica. Su quali Paesi e settori possono puntare le aziende toscane per cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali?
“Keep Calm & Made in Italy”, l’ultimo Rapporto Export a cura del Polo SACE SIMEST delinea, nonostante la presenza di diverse complessità, un quadro positivo per l’export italiano e delle sue regioni.
La Toscana, infatti, è una delle principali regioni esportatrici a livello nazionale, posizionandosi al quinto posto grazie ai 35 miliardi di euro di beni venduti all’estero nel corso del 2017: un risultato in crescita del 4,2% rispetto al 2016.
L’export toscano ha tutto il potenziale per proseguire nella sua crescita e cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri, sia quelli noti sia quelli emergenti, anche in un contesto complesso e ricco di incognite.
Alla Toscana SACE SIMEST riserva particolare attenzione: il Polo è infatti presente con due uffici, a Firenze e Lucca, grazie ai quali nel corso del 2017 ha mobilitato risorse per oltre 1,4 miliardi di euro a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione di ben 800 aziende.
Di seguito un focus sull’export della regione e una sintesi dei principali risultati pubblicati nel Rapporto Export 2018 di SACE.
Rapporto Export SACE 2018 | Settori e mercati di opportunità per l’export toscano
Nel 2017 la Toscana ha realizzato una buona performance esportativa (+4,2%), confermata anche nel primo trimestre dell’anno (crescita tendenziale +1,8%).
A trainare il risultato annuale è stato soprattutto il settore del tessile e abbigliamento, che copre il 30% del totale venduto all’estero, che ha fatto registrare un +7,8%, tasso superiore alla media regionale. Hanno chiuso con segno positivo anche gli altri principali settori di esportazione della regione: i mezzi di trasporto (+3,7%) e altra manifattura (+4,2%), grazie alla crescita della gioielleria, bigiotteria e arredo. Questi comparti, insieme alla meccanica strumentale e ai prodotti in metallo (in calo rispettivamente dell’8,2% e del 14,7%), rappresentano insieme il 67,5% dei beni esportati dalla Toscana.
Tra le principali geografie di destinazione, nel 2017 sono aumentate le vendite verso alcuni tra i maggiori partner commerciali della Regione, il cui export è trainato ancora in larga parte dai mercati europei: Germania (+8,0%), Regno Unito (+5,4%) e Spagna (19,6%).
È soprattutto al di fuori delle destinazioni tradizionali, però, che l’export toscano ha il maggior potenziale di crescita davanti a sé. Dopo aver dimostrato un buon dinamismo già nel 2017 nell’area CSI (+8,1%), in America Latina (+10,8%) e in Africa Subsahariana (+18,6%), potrà rafforzare questo trend cogliendo le opportunità provenienti, settore per settore, da diversi mercati emergenti identificati dal Rapporto SACE: il Giappone e la Corea del Sud spiccano per il tessile e l’abbigliamento, al fianco di destinazioni dai profili di rischio più elevati quali Russia e Turchia; gli Emirati Arabi sono particolarmente interessanti per i macchinari e i prodotti in metallo; il Brasile per i mezzi di trasporto; il Libano e la Repubblica Dominicana, al fianco dei colossi Usa e Cina, per il settore della gioielleria e dell’arredo.
Keep Calm & Made in Italy | Le previsioni dell’export italiano per il 2018-2021
Quello delineato nel Rapporto Export 2018 di SACE SIMEST è un quadro di opportunità per le imprese italiane. Nonostante le incertezze e il clima di tensione geopolitica, nel prossimo quadriennio l’export italiano continuerà infatti ad avanzare (+5,8% nel 2018 e +4,5% nel triennio successivo) sfiorando i 500 miliardi di euro già nel 2019 e superando i 540 miliardi nel 2021.
Lo Studio, che include le previsioni 2018-2021 sull’andamento delle esportazioni italiane per Paesi e settori e fornisce approfondimenti sui fenomeni globali a maggiore impatto, prospetta un quadro di vigile ottimismo per le nostre imprese esportatrici. Da qui il titolo del Rapporto, un invito a puntare ancora sulla qualità del Made in Italy senza cadere negli allarmismi derivanti da un’ipotetica escalation protezionistica, il cui rischio di accadimento rimane ad ogni modo circoscritto (nell’ordine del 5-10%).
Lo studio contiene anche una mappatura delle geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti italiani nel medio-lungo termine: 15 Paesi “irrinunciabili” (Arabia Saudita, Brasile, Cina, Emirati Arabi Uniti, India, Indonesia, Kenya, Messico, Perù, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Sudafrica e Vietnam) che da soli hanno intercettato 95 miliardi di euro di vendite nel 2017 e 5 nuove promesse (Turchia, Senegal, Colombia, Filippine e Marocco) per le quali è attesa una crescita significativa nei prossimi anni.
Un ampio focus è dedicato al settore infrastrutturale, elemento chiave per rafforzare la proiezione internazionale dell’Italia e aiutare il Paese a recuperare 70 miliardi di euro di “export perduto”.
Leggi il Rapporto Export 2018 completo >>
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