Convegno SACE-SIMEST a Torino “Re-Action. Export Calling”. Le imprese piemontesi e le sfide dell’export globale all’indomani delle presidenziali negli Usa
L’effetto Trump sui mercati internazionali, l’aumento dei rischi in Medio Oriente e le nuove prospettive offerte da Paesi come l’Iran. Come possono le aziende piemontesi affrontare volatilità e incertezza, cogliendo le grandi occasioni che export e internazionalizzazione possono offrire? Quali sono i mercati su cui puntare?
È da queste domande che ha preso le mosse oggi a Palazzo della Luce (via Bertola 40, Torino), il Convegno “RE-action. Export Calling” organizzato in collaborazione con l’Unione Industriale di Torino da SACE e SIMEST, le società del Gruppo Cassa depositi e prestiti specializzate nel sostegno all’internazionalizzazione, per presentare alle imprese piemontesi i principali risultati dell’ultimo Rapporto sull’export di SACE.
Al centro dell’evento, in cui è intervenuta anche Licia Mattioli, Vice Presidente con delega all’internazionalizzazione di Confindustria, si è svolta una tavola rotonda con i protagonisti del panorama imprenditoriale locale Teresio Gigi Gaudio per ICONA, Francesco Racheli per B&W SPIG e Graziano Settime per OSAI Automation Systems, che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi direttamente con Andrea Novelli, amministratore delegato di SIMEST.
Il rallentamento della crescita e l’aumento dei rischi e della volatilità a livello globale hanno segnato la performance estera di tutto il Paese, con conseguenze che si sono fatte sentire anche in Piemonte. Tuttavia, secondo le stime presentate da SACE, l’export italiano ha in sé la capacità di reagire e mettere a segno una crescita del 3,9% nel 2017-2019, a patto di concentrare gli sforzi sulle geografie a maggior potenziale e rafforzare le proprie strategie d’internazionalizzazione con adeguati strumenti assicurativo-finanziari.
"Stiamo attraversando una fase dell'economia che rende più complessa la competizione sui mercati internazionali - ha dichiarato Licia Mattioli -. Tuttavia, la domanda per il Made in Italy e le tecnologie italiane sta aumentando e rappresenta un'opportunità da cogliere. Il rapporto di SACE ci dà indicazioni rilevanti per individuare i paesi e i settori dove le nostre imprese possono conquistare quote di mercato significative. È prioritario, in questo contesto, essere affiancati da un sistema di strumenti finanziari e assicurativi moderni e a misura di azienda. L'integrazione di SACE e SIMEST, nell'ambito del gruppo CDP, rappresenta un'occasione importante per creare quel polo unico per l'export che disponga di strumenti snelli e di tempi rapidi nella delivery a supporto delle imprese. Il modello Ex-IM Bank, che affianca alla garanzia la concessione dei finanziamenti diretti, adottato in molti paesi nostri concorrenti, è più idoneo a favorire la crescita delle esportazioni e degli investimenti soprattutto in paesi emergenti. Diventa poi un'assoluta necessità in economie in cui il sistema finanziario, per ragioni di rischio economico o politico, non è pronto ad erogare finanziamenti".
“Le imprese del nostro territorio hanno una buona vocazione all’export – ha spiegato Dario Gallina -. Purtroppo gli attuali scenari internazionali sono dominati da una forte incertezza sia economica che politica, anche in seguito alle recenti elezioni presidenziali americane, che potrebbero portare ad una ridefinizione del processo globalizzazione. Questi elementi sono ben evidenziati nel rapporto Re-action di SACE che, con gli opportunity index per area e per Paese diventa uno strumento importante per le scelte strategiche di medio e lungo periodo. Gli aspetti della crescita dimensionale di impresa e di mercato insieme alla innovazione, riassunte nel rapporto con le tre parole Bigger – Wider – Smarter sono la ricetta giusta specialmente per le nostre PMI”.
“Le aziende piemontesi, come quelle che abbiamo avuto oggi qui con noi, dimostrano che il nostro tessuto imprenditoriale italiano è propenso a sviluppare processi di internazionalizzazione sempre più evoluti – ha concluso Alessandro Decio, amministratore delegato di SACE –. Insieme a SIMEST siamo pronti a sostenerle in questo percorso, ponendoci come punto di riferimento unico per mettere a loro disposizione gli strumenti assicurativo-finanziari cruciali per cogliere il potenziale di crescita estera che hanno ancora davanti”.
Solo nell’ultimo anno, SACE ha servito più di mille aziende piemontesi, in prevalenza Pmi, e ha mobilitando oltre 870 milioni di euro di risorse a sostegno di export e investimenti. Mentre SIMEST ha investito all'estero in 91 progetti di imprese, erogato finanziamenti per l’internazionalizzazione per oltre 200 milioni di euro e ha sostenuto ben 233 progetti di export credit per un totale di 2,26 miliardi.
Rapporto SACE | L’export del Piemonte: focus settori e mercati di opportunità
Dopo il buon risultato messo a segno nel 2015, con oltre 45 miliardi di euro di beni e servizi esportati (+7,0%), nei primi sei mesi dell’anno l’export piemontese, principalmente diretto verso i mercati europei, ha registrato una contrazione del 7,4% riconducibile prevalentemente al rallentamento dei comparti chiave della Regione: mezzi di trasporto (il primo comparto per valori con un peso sul totale del 26,9%), meccanica strumentale (18,5%) e tessile e abbigliamento (7,5%).
Passando in disamina i singoli settori, emergono tuttavia evidenze molto incoraggianti dalle performance estere di alcuni comparti. Nel primo semestre 2016, si sono registrati infatti tassi di crescita positivi nel settore farmaceutico (+29,3%), prodotti agricoli (+4,4%), prodotti in legno (+3,3%), chimica (+1,5%), apparecchi elettrici (+1,3%) e alimentari e bevande (+1,1%) – quest’ultimo comparto vale da solo il 9,5% dell’export piemontese.
Sotto il profilo dei mercati di destinazione, le previsioni di SACE offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati emergenti oltre che avanzati, con profili di rischio diversi e in alcuni casi non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi in Medio Oriente, Cina e Corea del Sud in Asia, Stati Uniti e Messico nel continente americano, Repubblica Ceca e Polonia in Europa. Tra le geografie più rischiose per l’export della regione nel 2016, le previsioni segnalano invece Russia e Grecia.
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