Update Espresso 29 giugno 2018

Update Espresso: 29 giugno 2018

Leggi il nuovo Update Espresso su Brasile, Grecia, Cina, Rwanda e retail in Turchia

 

Ogni settimana, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

 

 

BRASILE: Accordo di principio sul disastro della miniera Samarco

Vale e BHP Billiton, proprietari della miniera di iron ore Samarco, hanno raggiunto un framework agreement con le autorità brasiliane per negoziare un accordo volto a ripagare e sanare le conseguenze del crollo della diga Fundão, che nel 2015 ha portato a un ingente sversamento di rifiuti minerari tossici che hanno determinato la morte di 19 persone e importanti danni ambientali. La risoluzione della controversia e il relativo settlement finale dovrebbe richiedere due anni e riguardare una richiesta di indennizzo di 155 miliardi di reais (circa 41 miliardi di dollari) da parte della procura federale brasiliana.

A oggi, l’attività della miniera non è ancora ripresa e non è chiaro se riprenderà entro i primi mesi del 2019. Questo ritardo peserà sull’offerta mondiale di high-grade pellet per il 2018.

 

 

GRECIA: Verso la fine del piano di salvataggio

Il Paese terminerà il programma di salvataggio nell’agosto 2018 ma continuerà a essere soggetto a uno stretto monitoraggio per i prossimi cinque anni. L’Eurogruppo ha intanto posticipato di dieci anni – dal 2022 al 2032 – l’inizio del rimborso del prestito dell’ESFS (pari a 96,6 miliardi di euro) e deliberato l'ultima tranche dell'attuale programma di salvataggio per 15 miliardi (superiore agli 11,7 previsti). Quest’ultima andrà, in parte, ad alimentare il buffer di liquidità portandolo a 24,1 miliardi di euro, somma sufficiente a coprire il fabbisogno finanziario del Paese per circa 24 mesi.

Al termine di tale periodo la Grecia dovrà essere in grado di fronteggiare i mercati autonomamente, ovvero attrarre un numero crescente di investitori e a rendimenti inferiori a quelli attuali: una sfida significativa.

 

 

CINA: Piano di sviluppo triennale dei trasporti

La Cina implementerà un piano triennale per sviluppare ulteriormente le infrastrutture dei trasporti. Entro il 2020, il Paese punta a avere 30.000 km di autostrade che connetteranno l’80% delle città con popolazione superiore al milione di abitanti e costruirà 180 nuovi ormeggi per navi di grandi dimensioni. Inoltre, è previsto un allungamento del 25% della ferrovia ad alta velocità che a oggi conta già 25.000 km. Verranno infine migliorati i collegamenti tra le tre città Beijing-Tianjin-Hebei con il proposito di ridurre i tempi di viaggio tra Beijing, Tianjin, Baoding, and Tangshan al di sotto dei 60 minuti.

Il piano triennale trainerà quindi gli investimenti nelle infrastrutture nei prossimi tre anni. Solo nel 2017 la Cina ha costruito 3.000 km di ferrovia, per gran parte ad alta velocità, investendo circa 122 miliardi di dollari; il totale della spesa per infrastrutture nel 2017 è cresciuta del 19% rispetto al 2016, superando i 2 mila miliardi di dollari.

 

 

RWANDA: Automobili Volkswagen sulle strade di Kigali

In questi giorni sarà inaugurata l’apertura di uno stabilimento destinato all’assemblaggio di autoveicoli Volkswagen in Rwanda. La produzione annua è stimata attorno ai 5 mila veicoli, cominciando con i modelli Polo e Passat. Con una popolazione attorno ai 12 milioni di abitanti e circa 200 mila auto private registate, la strategia del costruttore tedesco si basa non solo sulla vendita ma anche sull’utilizzo dei veicoli prodotti attraverso sistemi di car-sharing per la popolazione locale.

L’apertura in Rwanda segue la strategia di espansione del marchio Volkswagen nell’area subsahariana, ampliando la presenza oltre la vicina Kenya, il Sudafrica e la Nigeria. Le autorità ruandesi hanno sottolineato l’importanza di simili investimenti per creare occupazione, sviluppare l’industria manifatturiera e in generale rafforzare l’intera economia, ancora finanziariamente dipendente dall’estero in termini di aiuti e assistenza allo sviluppo; allo stesso tempo, la scelta tedesca premia i progressi compiuti da Kigali nel rendere il business climate particolarmente attrattivo per gli operatori economici internazionali.

 

 

SETTORI

 

 

RETAIL: Quali prospettive per la Turchia

Le prospettive per il settore consumer turco si deterioreranno nella seconda metà del 2018 e nel 2019, quando i rischi del surriscaldamento dell’economia emergeranno più chiaramente. Il deprezzamento della lira turca porrà sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare per i beni importati (carburante, auto, elettronica), mentre i tassi di interesse in aumento peseranno sul costo dei prestiti. Il consumo privato in termini reali crescerà del 7% quest’anno per ridimensionarsi al 5% nel 2019 e attorno al 3% in media all’anno fino al 2022, sotto la media del 4,5% registrata tra il 2013 e il 2017.

La crescita delle vendite retail in Turchia è stata molto forte (+8,6% in Q1 2018), spinta dalle misure di supporto pubblico in vista delle elezioni di giugno, il cui impatto di stimolo ha giocato positivamente sulla fiducia dei consumatori. Questi indicatori perderanno forza nei prossimi mesi, quando il Governo dovrà affrontare l’insostenibilità della traiettoria economica del Paese.

 

 

I NUMERI DELLA SETTIMANA

  

€10,1 mld Export italiano di beni verso la Turchia nel 2017, +5,2% rispetto all’anno precedente
42% Peso dei primi due settori (meccanica strumentale e mezzi di trasporto) di export italiano in Turchia sul totale nel 2017
-0,7% Crescita dell’export italiano verso la Turchia a gennaio-aprile 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017

 

 

MODIFICHE AL RATING

  

GRECIA: S&P da B a B+
NICARAGUA: Fitch da B+ a B

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