Update Espresso 24 marzo 2017

Update Espresso: 24 marzo 2017

Leggi il nuovo Update Espresso su Brasile, Egitto, Islanda, Zambia e costruzioni in Nigeria

Il Country Risk Update di SACE cambia nome e diventa Update Espresso.

 

Ogni venerdì, insieme a una sintesi delle principali news su Paesi e settori, i nostri economisti a turno prenderanno un caffè insieme a voi commentando con un video la notizia più importante della settimana per indirizzarvi verso le migliori opportunità per il Made in Italy e darvi sempre il nostro punto di vista sul mondo che cambia.

 

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PAESI

BRASILE: un nuovo scandalo di corruzione

È stata avviata un’inchiesta per corruzione nei confronti di 21 produttori ed esportatori brasiliani di carne, tra cui i colossi JBS e BRF, che avrebbero fatto approvare la vendita e l’export di carne avariata e trattata con l’acido ascorbico. Il Brasile è tra i maggiori esportatori di carne al mondo e con vendite per circa USD 12,6 miliardi nel 2016 in 150 paesi (7% dell’export). La Cina ha sospeso le importazioni, il Cile ha emesso un bando all’import di carne bovina, mentre la Corea del Sud, che importa circa l’80% del pollame dal Brasile, ha intensificato i controlli sulle importazioni.

Questo ennesimo scandalo infligge un duro colpo al settore della trasformazione alimentare brasiliana e si va ad aggiungere agli scandali di corruzione che hanno riguardato la compagnia petrolifera di Stato, Petrobras, e la più importante società di costruzioni del Paese, Odebrecht.

 

EGITTO: la lunga débâcle del turismo

L’industria del turismo in Egitto è stata severamente colpita negli ultimi anni dal pericolo di attacchi terroristici e dell’instabilità politica, che hanno minato i risultati positivi raggiunti prima della Primavera Araba. I ricavi del settore turistico sono diminuiti di circa l’80% dal 2010 (World Travel & Tourism Council) a causa delle difficoltà in termini di sicurezza che sta fronteggiando il Paese.

Il numero dei visitatori è passato dai 14 milioni all’anno a circa 5 milioni nello stesso periodo, mentre l’impatto diretto di viaggi e turismo sul PIL si è ridotto dal 9% del 2007 a circa il 3,2%. In calo anche il contributo all’occupazione che passa dall’8% al 2,9%. In questo contesto di forte incertezza, sono inevitabilmente aumentati anche i rischi operativi per le principali catene di hotel, con il conseguente incremento dei premi assicurativi a copertura dei propri investimenti. Le prospettive del settore rimangono deboli, con una crescita dei ricavi in termini reali per il 2017 dell’1,9%.

 

ISLANDA: un modello di sviluppo tra luci e ombre

Con una crescita del 7,2% nel 2016, l’economia islandese ha ottenuto il miglior risultato dal 2004. Tra i fattori determinanti vi sono il turismo e l’export. Il primo ha osservato un vero e proprio boom con 1,8 milioni di visitatori. Dal lato delle esportazioni, rappresentate principalmente da prodotti della pesca e alluminio, si è osservato un incremento significativo (circa l’11%). Le previsioni per il 2017 segnalano che la crescita proseguirà a buoni ritmi (3,8%). Il trend positivo è riflesso anche nel rating dall'agenzia S&P alzato ad "A" da "A-", con outlook stabile.

L’afflusso di turisti nel 2016, pari a circa sei volte il numero di abitanti dell’isola, rischia di compromettere l’ecosistema del Paese. Inoltre, il ricordo della crisi (2008-2011) è ancora vivo e ha innescato timori di un surriscaldamento dell’economia nel lungo periodo. Tuttavia, negli anni post-crisi sono stati introdotti fattori mitiganti che dovrebbero scongiurare una nuova débâcle. Il sistema bancario è regolato più rigidamente e l’economia, più diversificata rispetto al passato, è meno dipendente dal sistema finanziario.

 

ZAMBIA: la fine dello stallo?

La missione del FMI in Zambia, giunta in questi giorni alle battute finali, sembra si sia conclusa in un accordo con le autorità locali. Il Ministro delle Finanze Mutati ha, infatti, confermato i progressi tra le due parti verso un sostegno finanziario da parte del Fondo di circa USD 1,3 miliardi, risorse indispensabili al risanamento dei precari conti pubblici e al rafforzamento dell'economia locale contro gli shock esogeni.

Il Paese, secondo produttore di rame in Africa, ha sofferto del forte calo dei prezzi delle commodity. La crescita del PIL, prevista a +4,7% nel 2017, rimarrà inferiore al pre-2014, anni del boom delle materie prime. Nell'ultimo biennio lo Zambia ha pagato gli ampi deficit fiscali, il rapido deterioramento della posizione debitoria e la scarsa credibilità di una politica economica caratterizzata da obiettivi mancati e frequenti cambiamenti nel regime fiscale. Giunto dopo diversi mesi di stallo negoziale, l'accordo con il FMI potrebbe segnare finalmente un punto di svolta per la performance economica nazionale e una calamita di rinnovato interesse da parte degli operatori internazionali.

 

 

SETTORI

COSTRUZIONI: il giusto stimolo per la Nigeria?

Il settore real estate e costruzioni della Nigeria, secondo per occupazione dopo l’agricoltura, crescerà a un tasso medio del 5,39% tra il 2017 e il 2020, guidato dall’aumento della popolazione e del tasso di urbanizzazione e dall’ingresso di FDI. Con il recente Economic Recovery and Growth Plan, il Governo mira a incrementare la disponibilità di case e infrastrutture e facilitare l’accesso alla finanza. I principali ostacoli per lo sviluppo dell’industria sono, infatti, i costi elevati associati alle costruzioni, all’acquisizione della terra e alle condizioni del credito.

Nel 2016 il mercato era scivolato in area negativa a causa delle difficoltà macro-economiche e politiche del Paese, che hanno determinato la sospensione di alcuni progetti. La crescita futura sarà perciò soggetta alla presenza di una leadership politica capace, all’aumento degli investimenti privati e pubblici, a prezzi delle materie prime favorevoli e a un aumento della produzione di petrolio. Pur fornendo qualche stimolo all’economia, però, difficilmente il piano sarà realizzato in pieno.

 

 

NUMERI DELLA SETTIMANA

+19,7% Crescita dell’export italiano verso i Paesi extra-Ue a gennaio, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso

 

 4,9 miliardi Le esportazioni italiane in Africa Sub-sahariana nel 2016

 

+7,4% Aumento delle vendite di prodotti italiani in Kenya e Senegal (435 milioni di euro in totale)

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