Studi 30 settembre 2016

SACE Country Risk Update: 30 settembre 2016

Snapshots: Colombia, Commercio mondiale, Gas, Petrolio, Turchia

COLOMBIA

Juan Manuel Santos, presidente della Colombia, e Rodrigo Londoño, comandante delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), hanno firmato un accordo di pace che pone fine a 52 anni di guerra. Il conflitto ha portato alla morte di oltre 220 mila persone, 7 milioni di sfollati e 45 mila desaparecidos. Al fine di giudicare i reati commessi durante la guerra civile è stato istituito un tribunale speciale. Il 2 ottobre l’accordo sarà sottoposto al giudizio popolare in un referendum. In seguito a questo importante accordo di pace, l'Unione Europea ha tolto le Farc dalla lista nera delle organizzazioni terroristiche mentre gli Stati Uniti ne stanno rivedendo lo status.

 

COMMERCIO MONDIALE

L’organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha pubblicato le nuove previsioni sulla crescita degli scambi per l’anno in corso. I dati non sono positivi e mostrano un forte rallentamento rispetto al 2015, costringendo gli economisti dell’OMC a rivedere la previsione da +2,8% (pubblicata ad aprile) a +1,7%. Qualora dovesse verificarsi, il 2016 sarebbe l’anno a crescita minore dal 2009. Anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha trattato il rallentamento del commercio internazionale nell’ultimo World Economic Outlook (WEO), individuando nel calo degli investimenti, nell’aumento del protezionismo e nella riduzione della crescita delle Catene Globali del Valore le principali cause di questo fenomeno.

 

GAS – GIORDANIA

Israele ha siglato il primo contratto per l’esportazione di gas prodotto dal giacimento Leviathan che andrà alla compagnia elettrica giordana NEPCO. La fornitura coprirà il 40% circa del fabbisogno giordano con un risparmio annuo stimato in USD 300 mln. L’Egitto, a lungo il principale fornitore di gas del Paese, oggi è infatti un importatore netto e può eventualmente rivendere parte di quanto acquista a prezzi di mercato. La produzione di energia da petrolio supera l’80%: le importazioni giordane di greggio saudita hanno pesato sul saldo commerciale per USD 2,6 mld nel 2015, nonostante i prezzi ridotti. Anche la costruzione di un oleodotto dall’Iraq, prevista ormai da anni, dovrebbe contribuire a ridurre i costi di approvvigionamento.

 

PETROLIO - OPEC

L’organizzazione dei 14 Paesi produttori ha concordato di mantenere la produzione tra i 32,5 e i 33 milioni di barili al giorno (mbg). Nonostante un immediato rimbalzo a 48,69 USD/barile, i tempi di esecuzione dell’accordo (nella prossima riunione del 30 novembre ogni membro concorderà la propria quota) e i livelli di produzione del cartello (la media dei primi 8 mesi del 2016 è stata di 32,8 mbg, contro i 32 mbg del 2015 e i 31 mbg del 2014) evidenziano l’inadeguatezza della misura per riequilibrare il mercato. Da giugno 2014 ad agosto 2016 i Paesi che hanno aumentato maggiormente l’offerta sono l’Iran (+31,5%, pari a 0,9 mbg), l’Iraq (+33%, pari a 1,1 mbg) e l’Arabia Saudita (+9,5%, pari a 0,9 mbg); il calo più vistoso si è registrato invece in Nigeria (-24,8%, pari a 0,5 mbg), che avrà quindi meno spazio, insieme alla Libia (0,3 mbg di produzione nel 2016 rispetto a 0,5 mbg del 2014), per negoziare un ritorno sui livelli precedenti di quasi 2 mbg, possibilmente a vantaggio dell’Angola, che oggi sfiora 1,8 mbg (+7,3% sul 2014).

 

TURCHIA

L’agenzia Moody’s ha abbassato il rating sovrano turco sotto la soglia investment grade, a Ba1 da Baa3. Tra i fattori determinanti il declassamento vi sono l’indebolimento della crescita economica, l’eccessiva dipendenza dai capitali esteri e soprattutto la crescente instabilità politica. Il deficit di partite correnti è superiore al 4% del PIL, appesantito dalle sanzioni russe (recentemente rimosse) e dalla performance del settore turistico, contrattosi nel primo semestre 2016 di quasi il 30% in termini di introiti. La decisione espone il Paese a una potenziale rapida fuoriuscita di capitali, a causa dei disinvestimenti dei fondi istituzionali che richiedono una valutazione investment grade da almeno due agenzie (S&P ha abbassato il rating turco a BB a luglio). Secondo stime JP Morgan il Paese potrebbe perdere capitali per USD 10 miliardi a seguito del downgrade. L’outlook è mantenuto stabile da alcuni fattori di contenimento del rischio: l’indebitamento pubblico è limitato, circa 38% del PIL; l’indebitamento in valuta estera del governo è pari a solo il 35% del totale e a scadenza media superiore ai sei anni; i dati fiscali mantengono una relativa solidità.

 

Pillole

Angola: Fitch ha abbassato il rating sovrano del Paese da B+ a B, con outlook negativo.

Barbados: S&P ha tagliato il rating sovrano del Paese da B a B-, con outlook negativo.

Slovenia: Fitch ha alzato il rating sovrano del Paese da BBB+ a A-, con outlook stabile.

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