Studi 12 febbraio 2016

SACE Country Risk Update: 12 - 18 febbraio 2016

Snapshots: Arabia Saudita-Bahrain-Iran, Argentina, Cina, Emirati Arabi Uniti, Fiori-Kenya, Francia, Olio di palma-Malaysia, Ucraina

ARABIA SAUDITA – BAHRAIN – IRAN

L’Arabia Saudita e il Bahrain hanno vietato alle navi battenti bandiera iraniana l’ingresso nelle rispettive acque territoriali. Il Bahrain ha inoltre ristretto l’accesso a tutte le navi che durante gli ultimi tre scali abbiano attraccato in un porto iraniano. Queste misure arrivano in seguito al recente raffreddamento delle relazioni diplomatiche tra i Paesi, successivo alla condanna a morte saudita dell’imam sciita Nimr Al-Nimr. La disputa potrebbe avere conseguenze negative anche sul mercato del petrolio e accrescere la competizione per il mercato tra Teheran e Riyadh, rendendo ancora più difficile il controllo sul prezzo del greggio da parte dell’OPEC.

 

ARGENTINA

Quattordici anni dopo il default del Paese, è stato raggiunto un accordo per il ripagamento degli oltre 50 mila risparmiatori italiani che avevano investito nei “Tango Bond” e che non avevano accettato le ristrutturazioni del 2005 e 2010. Il Governo ha acconsentito di ripagare il 150% dell’importo originario in conto capitale, una cifra pari a USD 1,35 miliardi. Si attende ora l’approvazione da parte del Parlamento. Sul tavolo anche una proposta di accordo con gli hedge fund americani, i cosiddetti fondi “avvoltoio”. Il Governo offre USD 6,5 miliardi sui USD 9 miliardi richiesti e due fondi su sei hanno già accettato. Al raggiungimento dell’accordo, il Paese potrà tornare a finanziarsi sui mercati internazionali.

 

CINA

L’Istituto della Finanza Internazionale (IFI) ha stimato che, nel solo mese di gennaio, USD 113 miliardi siano usciti dal Paese.  Il rafforzamento del dollaro, il rallentamento dell’economia cinese e l’allentamento delle restrizioni sugli investimenti all’estero hanno rafforzato il deflusso dei capitali, che prosegue da 22 mesi e raggiunge un nuovo massimo. Nel 2015 il fenomeno ha riguardato un totale di USD 637 miliardi di capitali defluiti dalla Cina. Nonostante i numerosi interventi della Banca Centrale a sostegno del tasso di cambio, le riserve di moneta estera sono scese di circa USD 100 miliardi a gennaio 2016, tornando al livello di maggio 2012 (USD 3.230 miliardi).

 

EMIRATI ARABI UNITI

Il sottosegretario all’economia emiratino ha annunciato la possibile approvazione di una legge che ammetta l’emissione di debito federale. La nuova norma consentirebbe di procedere con emissioni di bond federali per AED 80-100 miliardi (EUR 20-25 miliardi). Questa sarebbe la prima operazione di questo tipo per gli EAU, che fino ad ora hanno emesso obbligazioni internazionali solo a livello di singolo emirato. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha più volte invitato i Paesi del Golfo a servirsene. Secondo le stime di Fitch, nel 2015 il Paese avrebbe raggiunto un deficit pari al 13,2% del PIL.

 

FIORI - KENYA

Con una quota di mercato del 38%, il Kenya è il principale fornitore di fiori recisi dell’UE. Il settore rappresenta oggi un decimo dell’export di Nairobi, con circa USD 500 milioni di entrate in valuta, al terzo posto dopo caffè (25% dell’export) e tè (23%) e il 45% dell’acqua “virtuale” che lascia il Paese. Tra febbraio e marzo (san Valentino e feste della donna) si concentra un quinto delle vendite di rose, che rappresentano l’83% del totale, ma la tendenza è diversificare puntando anche in Asia. La produzione di fiori, che forma un quarto del PIL del Paese ed è aumentata di 12 volte negli ultimi 20 anni, coinvolgerà a breve il vicino Rwanda con un progetto comune da 3 milioni di steli l’anno.

 

FRANCIA

Nel quarto trimestre del 2015 il PIL è cresciuto dello 0,2% sul trimestre precedente, portando la crescita annuale all’1,1%, la più alta in 4 anni. Questo risultato è frutto della forte crescita degli investimenti che hanno bilanciato la contrazione (la prima in quasi due anni) dei consumi domestici. Il rafforzamento della domanda interna ha portato a un incremento dell’import più sostenuto di quello dell’export, con il conseguente contributo negativo della domanda estera alla crescita del PIL. Secondo la Commissione europea nel 2016 Parigi registrerà un’accelerazione dell’attività economica (+1,3%) grazie al basso prezzo delle commodity importate, alla politica monetaria espansiva e al consolidamento della ripresa nei partner commerciali.

 

OLIO DI PALMA – MALAYSIA

Le riserve di olio di palma della Malaysia, secondo produttore mondiale dopo l’Indonesia, sono crollate del 12% in un mese.    Il periodo di siccità prolungato portato da El Nino ha, infatti, aggravato la già bassa produzione stagionale di olio di palma crudo, che ha subito un calo del 19,3% rispetto alla fine del 2015, raggiungendo il valore più basso dal 2011. Anche l’export totale di olio alimentare e di gasolio (metilestere di olio di palma) ha subito una battuta d’arresto (-13,8%), a causa dei prezzi in ascesa e della debole domanda europea e cinese. L’output globale di olio di palma, secondo le stime BMI, raggiungerà quest’anno solo 400 mila tonnellate, rispetto a una media annua di 3,2 milioni di tonnellate negli ultimi 5 anni.

 

UCRAINA

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), tramite una recente dichiarazione del direttore Lagarde, mette in guardia il Paese sulla necessità di accelerare il programma di riforme per il miglioramento della governance e la lotta alla corruzione. Tali misure sono fondamentali per il rilascio da parte del FMI della nuova tranche di aiuti da USD 17,5 miliardi, concordata lo scorso marzo e parte di un piano quadriennale di finanziamenti da USD 40 miliardi. A sottolineare le difficoltà del Paese nell’intraprendere le trasformazioni necessarie, il Ministro dell’Economia Abromavicius, noto per il suo programma di riforme, ha annunciato le dimissioni e accusato i membri del partito del Presidente Poroshenko di ostacolare tali cambiamenti.

 

Pillole

Albania: S&P’s ha alzato il rating sovrano da B a B+, con outlook stabile.

Azerbaijan: Moody’s ha abbassato il rating sovrano da Baa3 a Ba1, con rating sotto osservazione.

Irlanda: Fitch ha alzato il rating sovrano da A- ad A, con outlook stabile.

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