Studi 28 novembre 2014

Country Risk Update: 28 novembre - 04 dicembre 2014

Snapshot: Australia, Cina, Etiopia, Georgia-Russia, Iran, Libia, Malaysia, Nigeria, Regno Unito, Shipping, Svezia, Tunisia, Venezuela.

AUSTRALIA
Continua l’impegno del governo australiano per la diversificazione dell’economia. Dopo gli accordi commerciali raggiunti con Corea del Sud e Giappone, si aggiunge quello con la Cina. Pechino azzererà i dazi sulle importazioni del 95% dei beni australiani in cambio di minori vincoli agli investimenti sul territorio e la riduzione di tariffe doganali. La necessità di cercare nuove fonti di crescita nasce dalla dinamica internazionale di riduzione del prezzo delle commodity su cui si fonda l’economia australiana (ferro, carbone, gas, oro e greggio). La Cina rappresenta il principale partner commerciale, destinazione dell’export di beni e servizi, per un ammontare di AUD 101 miliardi.

 

CINA 

Dopo circa due mesi di dimostrazioni, la polizia di Hong Kong ha deciso di sgomberare i manifestanti pro-democrazia. I leader delle manifestazioni studentesche sono stati arrestati assieme a quasi 150 persone. La protesta degli studenti, nata per contestare il meccanismo di voto previsto per le elezioni di Hong Kong nel 2017, ha progressivamente incontrato il crescente malumore degli abitanti di Hong Kong. La richiesta della piazza di elezioni totalmente democratiche, senza l’imposizione di candidati decisi dal governo centrale, non ha tuttavia ottenuto nessun riscontro da parte delle autorità.

 

ETIOPIA 

Il paese emetterà per la prima volta obbligazioni sovrane sul mercato internazionale. Il piano prevede l’emissione di USD 1 miliardo di Eurobond a 10 anni. L’economia etiope è una tra le più dinamiche del continente: la crescita economica negli ultimi anni è stata robusta (per il 2014 si attende un aumento del PIL attorno al 7%) e l’indebitamento del paese è contenuto (inferiore al 45% del PIL). I fondi saranno destinati a finanziare un piano di opere infrastrutturali riguardanti strade, ferrovie e opere per la produzione di energia idroelettrica. È possibile che il pricing delle obbligazioni sconterà un premio rispetto ai peer africani che hanno recentemente emesso obbligazioni a causa dell’atteso aumento dei tassi di interesse statunitensi, previsto per il 2015.

 

GEORGIA – RUSSIA 

La Russia ha siglato un accordo di partnership strategica con l’Abkhazia, la regione secessionista della Georgia. Le spinte separatiste in Abkhazia e in Ossezia del sud avevano causato il conflitto del 2008, con il riconoscimento dell’autonomia dei due territori da parte di Mosca. Il nuovo accordo prevede la creazione di uno spazio di difesa comune e la protezione russa del confine tra l’Abkhazia e la Georgia. Il governo di Tbilisi ha richiesto l’intervento della comunità internazionale, giudicando il trattato un nuovo passo della Russia verso l’annessione della regione così come accaduto in Crimea. Secondo il governo georgiano l’intesa rappresenterebbe una rappresaglia di Mosca contro l’accordo commerciale di luglio tra Georgia e UE. 

 

IRAN
Non è stato possibile raggiungere alcun accordo fra l’Iran e i '5+1' (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania) sul controverso programma nucleare di Teheran. Il 24 novembre si è deciso per un rinvio delle trattative che riprenderanno a dicembre e dovranno arrivare ad un framework agreement entro l’1 marzo 2015 con termine definitivo, comprensivo di tutti gli aspetti tecnici, fissato al 1 luglio 2015. I nodi da sciogliere rimangono due: da un lato il tema dell'arricchimento dell'uranio, con Teheran pronta a rispettare l'accordo sullo stop all'arricchimento al 20% ma decisa a continuare a produrre combustile per le proprie centrali nucleari; dall'altro quello delle sanzioni di cui Teheran chiede la totale cancellazione.

 

LIBIA
Le milizie del generale Haftar, sostenute dal governo di Tobruk, hanno lanciato un attacco contro le milizie filo-islamiste di Alba a Tripoli. Gli aeroporti di Mitiga e Misurata, nonché i porti di Misurata, Sirte e Zuwara sono stati chiusi. Una fazione delle milizie di Alba, la Brigata Abu Raawi, avrebbe defezionato e dichiarato il proprio sostegno al governo di Tobruk. L'inviato Onu Bernardino Leon ha chiesto al premier al Thani di fermare i raid e di contribuire a calmare la situazione. Il contrasto tra le fazioni libiche ha coinvolto anche il vertice OPEC di questa settimana: il ministro per il petrolio del governo filo-islamista di Tripoli ha infatti protestato per il mancato invito al summit, contestando la partecipazione del suo omologo del governo di Tobruk.

 

MALAYSIA
Dopo l’Indonesia, anche il governo malese ha annunciato un piano diretto all’eliminazione dei sussidi ai consumi di carburante. Il prezzo sarà da dicembre stabilito sulla base di un meccanismo flottante, basato sulle quotazioni internazionali del petrolio. Già ad ottobre il governo aveva deciso una riduzione parziale dei sussidi. Il nuovo intervento consentirà un risparmio per le casse dello stato di circa l’1% del PIL nel 2015. L’impatto sui prezzi sarà nell’immediato moderato grazie alle quotazioni petrolifere internazionali particolarmente favorevoli. D’altro canto, il governo si è riservato di intervenire qualora i prezzi del greggio dovessero aumentare in misura rilevante in futuro.

 

NIGERIA
La Banca centrale (BC) ha fissato il nuovo cambio target a NGN 168 contro il dollaro statunitense, valore dell’8,4% superiore al tasso precedente di NGN 155 ± 3% mantenuto dal 2011. È stata inoltre ampliata la banda di oscillazione attorno al target, da ±3% a ±5%. È stato infine aumentato – per la prima volta da tre anni – il tasso d’interesse benchmark, dal 12% al 13%. Il calo dei prezzi petroliferi ha esposto il paese a una riduzione delle entrate in valuta forte; la difesa del cambio ha comportato una discesa delle riserve ufficiali superiore al 18% nell’ultimo anno. Secondo il governatore della BC, l’attuale congiuntura petrolifera potrebbe però consentire al governo di rimuovere i sussidi sui carburanti senza rischiare un’impennata dei prezzi.

 

REGNO UNITO
Il PIL ha continuato a crescere nel terzo trimestre (+0,7%), registrando tuttavia un lieve rallentamento rispetto ai tre mesi precedenti (+0,9% tra aprile e giugno). I consumi interni rappresentano il traino dell’economia, mentre rallentano gli investimenti e continuano a contrarsi le esportazioni (-0,4% rispetto al trimestre precedente). Queste ultime due componenti del Prodotto sono appesantite dai dubbi sulla solidità della ripresa internazionale e dalle perduranti difficoltà nell’Eurozona: le ultime stime della Commissione europea indicano una crescita del 3,1% per quest’anno e del 2,7% per il 2015.

 

SHIPPING
La compagnia francese CMA CGM ha annunciato l’acquisizione della società tedesca OPDR, società del gruppo Bernhard Schulte specializzata nel traffico a corto raggio e nella logistica in nord Europa, penisola iberica, Canarie e Marocco. L’acquisizione è finalizzata al rafforzamento del gruppo nel mercato del trasporto marittimo a corto raggio intra-europeo e rappresenta un avanzamento della strategia già intrapresa dal 2002, quando fu acquisita la MacAndrews. L’acquisizione dovrà ottenere l’approvazione delle autorità antitrust rilevanti.

 

SVEZIA
La continua riduzione dell’inflazione ha spinto lo scorso mese la Banca centrale ad un taglio del tasso di interesse, portandolo allo 0% (0,05% quello della BCE). La dinamica dei prezzi ha segnato una contrazione otto volte negli ultimi dieci mesi, spingendo il paese in piena deflazione. Questo tasso, risultato di un taglio di 75 punti base da inizio anno, dovrebbe essere mantenuto almeno fino a metà 2016 con l’obiettivo di raggiungere l’inflazione target del 2%.L’andamento del PIL si mantiene tuttavia abbastanza positivo: la Commissione europea prevede una crescita reale del 2% per quest’anno e del 2,4% per l’anno prossimo, contro lo 0,8% e l’1,1%, rispettivamente, per l’area euro. La disoccupazione si mantiene invece all’8%.

 

TUNISIA
Si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali tunisine. Nessuno dei 22 candidati è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta. Caid Essebsi, 87 anni, membro del partito vincitore delle ultime elezioni parlamentari Nidaa Tounes, ha ottenuto il maggior numero di preferenze (39,5%) superando l’attivista per i diritti umani Moncef Marzouki che si è fermato al 33,4%. I due si ritroveranno quindi contrapposti al ballottaggio di dicembre che decreterà il candidato vincente. L’elezione del presidente e la nomina del nuovo primo ministro, di nomina parlamentare, permetteranno al paese di concludere il processo di democratizzazione seguito ai tumulti della primavera araba del 2011.

 

VENEZUELA
Nell’intento di ridare impulso all’economia del paese, il presidente Maduro ha dato attuazione a oltre 40 provvedimenti, adottati senza l’approvazione del parlamento grazie a una concessione votata dai deputati lo scorso anno. Tra questi vi è un trasferimento di USD 4 miliardi alla Banca centrale per rafforzare le riserve estere, di poco superiori ai USD 21 miliardi e ai minimi dell’ultimo decennio. I fondi provengono da un prestito concesso al paese dalla Cina. Sebbene i fondi cinesi siano destinati a finanziare progetti specifici e non al pagamento del debito, la scarsità di valuta forte espone il paese a un rischio default non trascurabile. Le riserve sono infatti attualmente sufficienti a coprire soltanto il 60% del debito in scadenza fino al 2017.

 

Pillole

Francia: il presidente Hollande ha sospeso la consegna della prima delle due navi da guerra Mistral acquistate dalla Russia. Mongolia: il parlamento ha scelto un nuovo primo ministro, Saikhanbileg Chimed, già capo di gabinetto del precedente premier.
Rep. Dominicana: Fitch ha aumentato il rating sovrano del paese da B a B+ con outlook stabile.
Sri Lanka: il presidente Rajapaksa ha deciso di indire elezioni anticipate nel tentativo di ottenere un terzo mandato presidenziale.
Ucraina: il parlamento ha riconfermato Arseniy Yatsenyuk alla carica di primo ministro.
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