Varie 16 aprile 2021

Che export tira? Febbraio 2021

Nei primi due mesi del 2021 l'export italiano di beni registra una contrazione pari al 6,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il dato sconta però ancora il confronto con un inizio 2020 esente dalla pandemia

1. Il mese di riferimento

La congiuntura. Continua, sebbene contenuta, la crescita dell’export rispetto al mese precedente (+0,3% feb.‘21 vs. gen.‘21), in linea con il dato trimestrale (+0,2% nell’ultimo trimestre rispetto a settembre-novembre).

Il trend. A febbraio 2021 si è osservata una contrazione delle esportazioni in termini tendenziali (-4,4%), attribuibile a un calo dei volumi (-6,3%), solo parzialmente compensato dalla crescita dei valori medi unitari (+2,0%).

Contesto globale. Rispetto a febbraio 2020 alcuni mercati mostrano debolezza (UK, Russia e Paesi Opec), altri, invece, sono in crescita (Cina e Polonia).

 

2. Come sta andando nei primi due mesi

La flessione tendenziale si attenua nei primi due mesi dell’anno (-6,3% vs. -8,5% di gennaio), si sconta però ancora il confronto con un inizio 2020 esente dalla pandemia. Il dato è influenzato anche dalla dinamica negativa dei mezzi di trasporto, dovuta a movimentazioni occasionali della cantieristica navale avvenute all’inizio dello scorso anno.

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

Sebbene nel primo bimestre 2021 le vendite di beni verso i Paesi Ue rimangano in negativo (-3,2% gen-feb 21 vs. gen-feb 20), la loro performance è migliore della media grazie a Polonia (+11,4%), Paesi Bassi (+4,9%) e Germania (+1,5%). Ancora in calo invece l’export verso Spagna (-7,7%) e Francia (-6,4%).

La contrazione è più accentuata  nei mercati extra-Ue (-9,8%), specie in Regno Unito (-25,1%), Stati Uniti (-20,9%), Paesi Opec (-18,9%) e Russia(-13,6%). In controtendenza l’export verso Cina (+41,0%), Oceania (+8,1%) e Mercosur (+6,3%).

 

2.2. Focus Paesi

In gennaio e febbraio 2021 si osserva una buona dinamica della domanda di autoveicoli nei Paesi Bassi – importante hub per il commercio internazionale – e in Francia, mentre rimane in negativo in UK (rispettivamente +79%, +8,6% e -16,5%). In forte calo l’export di articoli farmaceutici sia verso Londra (-50,9%) che Parigi (-36%), mentre più che raddoppiano le vendite verso Amsterdam. In flessione in tutti e tre i mercati anche gli apparecchi elettronici (Francia -16,7%, UK -34,4%, Paesi Bassi   -36,2%). Il calo è diffuso a quasi tutti i settori del Made in Italy verso UK, che sconta gli effetti di Brexit.

 

2.3. Focus industrie e settori

A livello di raggruppamenti principali di industrie, la contrazione si riduce per le vendite oltreconfine di beni intermedi (-1,5% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2020), in miglioramento rispetto al mese precedente (-3,4% gen 21 vs gen 20).

Anche i beni di consumo, seppure ancora in negativo (-6,4%) registrano performance migliori della media. Il calo dei beni non durevoli (-8,0%), è infatti in parte compensato dalla ripresa dei beni durevoli (+2,3%). Rimangono in territorio negativo i beni strumentali (-8,8%), che continuano a scontare le movimentazioni occasionali verso gli Stati Uniti di cantieristica navale di inizio 2020 (-31,2% il dato di altri mezzi di trasporto).

Gli apparecchi elettrici sono tra i settori a maggiore crescita nei primi due mesi dell’anno (+3,6%), grazie a una forte domanda cinese (+92,7%), inglese (+13,0%) e tedesca (+8,7%). Note positive arrivano anche dalle vendite di metalli e prodotti in metallo (+3,5%), in crescita in importanti mercati quali Cina (+42%), Germania (+22,4%) e Francia (+5,9%).

L’export di tessile e abbigliamento è invece in calo in pressoché tutte le geografie, con performance particolarmente negative verso Londra (-50,3%), Nuova Delhi (-38,8%) e Washington (-27,4%). Pechino, al contrario, registra un considerevole incremento della domanda (+85,7%) mostrando uno spiraglio di ripresa.

 

Scarica il documento!

 

Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 24 novembre 2025
Il settore del tessile e dell’abbigliamento in Italia genera €100 miliardi di fatturato e produce €30 miliardi di valore aggiunto (1,4% del PIL), impiegando circa 110mila persone. L’Italia è il terzo esportatore mondiale, con una quota di mercato prossima al 6% e un export di €61 miliardi. Il settore sta attraversando una fase di profonda trasformazione. Ai cambiamenti strutturali si aggiunge una congiuntura complessa, che contribuisce a frenare la dinamica delle esportazioni. SACE affianca le imprese con soluzioni tailor made promuovendo internazionalizzazione e innovazione.
Focus On 24 novembre 2025
L’economia circolare come motore di competitività, capace di ridurre sprechi, dipendenze estere e volatilità dei mercati. Italia ai vertici europei, seconda nella classifica UE per circolarità grazie a filiere di riciclo consolidate e un elevato tasso di utilizzo circolare dei materiali. Benefici per le imprese, con risparmi significativi, supply chain più resilienti e performance migliori in termini di produzione, fatturato ed export. Nuovi modelli di business, dal Product-as-a-Service alle piattaforme di sharing, fino a rigenerazione e remanufacturing, che aprono nuove opportunità di ricavo. Ruolo strategico delle filiere, che grazie a innovazione, tecnologie digitali e collaborazione abilitano la chiusura dei cicli produttivi e rafforzano il sistema industriale.
Focus On 24 novembre 2025
Un settore trainante per l’Europa, con 3,3 milioni di imprese e un valore aggiunto di €1.160 miliardi, guidato da produzione, commercio e ristorazione. Leadership italiana nel food & beverage, sesto esportatore mondiale e terzo in Europa, con filiere fortemente specializzate e prodotti simbolo riconosciuti a livello globale. Il peso dell’Italia, con €190 miliardi di fatturato, 51mila imprese e quasi 500mila occupati, che salgono a €143 miliardi di valore aggiunto considerando l’intera filiera tra produzione, distribuzione e ristorazione Produttività sopra la media UE, grazie alla specializzazione in segmenti ad alto valore aggiunto e a un export in crescita costante (+8,9% nel 2024). Mercati dinamici e nuove opportunità, dagli Stati Uniti all’Asia e al Medio Oriente, con alte performance e forte domanda di qualità italiana. Eccellenze regionali e filiera robusta, con territori altamente specializzati e un ruolo cruciale di SACE nel supportare export e investimenti per oltre €2,3 miliardi.