Varie 18 novembre 2020

Che export tira? - Settembre 2020

L'export italiano di beni mostra una contrazione dell'11,6% nei primi nove mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

1. Il mese di riferimento

La congiuntura. Le esportazioni italiane, già in crescita ad agosto e, in media, nel trimestre precedente, sono aumentate anche a settembre (+2,7% rispetto al mese di agosto, +30,4% nell’ultimo trimestre rispetto ad aprile-giugno).

 

Il trend. A settembre si è osservata una crescita del 2,1% dell’export in valore in termini tendenziali, influenzata dai valori medi unitari. 

 

Contesto globale. Rispetto all’anno scorso, nel mese di settembre alcuni mercati risultano in avanzamento (crescono a doppia cifra Cina, Polonia, Svizzera Stati Uniti), altri, invece, mostrano un peggioramento (Regno Unito: -3,9%, Repubblica Ceca: -10,2%).

 
 

 

2. Come sta andando nei primi 9 mesi

Si osserva un miglioramento della dinamica dell’export tendenziale, che rimane tuttavia negativa  (-11,6% tra gennaio e settembre, in termini tendenziali). I settori più in difficoltà, che impattano maggiormente, sono mezzi di trasporto, tessile e abbigliamento e prodotti delle altre attività manifatturiere.

  

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

Sebbene nei primi nove mesi l’andamento generale dell’export sia stato negativo, in alcuni Paesi la contrazione della domanda è stata minore rispetto alla media. In UE, si segnalano Paesi Bassi (-5,2% rispetto allo stesso periodo del 2019) e Germania (-7,5%), con l’eccezione positiva del Belgio (+6,0%). 

 

Tra i mercati extra-UE, invece, Giappone (-6,0%), Svizzera (-6,8%) e Stati Uniti (-7,5%). In particolare difficoltà, invece, le esportazioni dirette verso India (-31,4%), America centro-meridionale (-21,1%) e Africa settentrionale (-19,9%).

 

 

2.2. Focus Paesi

Tra gennaio e settembre si è osservata una dinamica negativa nella vendita di tessile e abbigliamento in Giappone, Repubblica Ceca e Austria (rispettivamente -20,8%, -21,2% e -26,4%, in termini tendenziali). I prodotti alimentari mantengono un’incidenza positiva nelle scelte dei consumatori cechi, giapponesi e austriaci (rispettivamente +7,8%, +4,0% e +1,4%); mentre si confermano solidi apparecchi elettronici (es. apparecchi per TLC ed elettronica di consumo, audio e video) per Tokyo e Praga (rispettivamente +50,6% e +13,8%) e, negativi ma sopra la media, per Vienna  (-6,0%).

 

 

2.3. Focus industrie e settori

In termini di raggruppamenti principali di industrie, le esportazioni di beni di consumo si sono mantenute sopra la media (-7,2% rispetto ai primi nove mesi del 2019), grazie sempre all’andamento meno negativo delle vendite dei beni di consumo non durevoli  (-5,4%) rispetto a quello delle vendite dei beni durevoli (-16,1%).

Per l’export di beni intermedi (-10,8%), la dinamica migliore della media dei prodotti chimici e degli articoli in gomma e plastica risulta decisiva per l’aggregato, che ottiene un risultato migliore delle esportazioni complessive. Si conferma negativo l’andamento dei beni strumentali (-15,0%), sebbene non rallenti la ripresa in atto da maggio (+5,5% di settembre rispetto ad agosto scorso).

 
Tra gennaio e settembre dell’anno in corso, la domanda estera di mezzi di trasporto Made in Italy è calata del 16,1%. Particolarmente negative le performance di Regno Unito, Francia e Germania, che hanno registrato una contrazione delle vendite nel settore, rispettivamente, del 31,5%, 22,2% e 11,0% in termini tendenziali. L’export di apparecchi elettronici ha mostrato, in generale, una flessione del 5%, sebbene verso Stati Uniti e Regno Unito sia cresciuto, rispettivamente, del 3,6% e dell’1,5%.  Le vendite di prodotti alimentari e bevande rimangono in positivo (+2,9%), grazie soprattutto alle richieste di Berlino (+6,7%), Parigi (+3,6%) e Washington (+3,1%).
 
 
 
 
 

 

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