Varie 18 novembre 2019

Che export tira? - Settembre 2019

Tra gennaio e settembre le esportazioni sono in crescita del 2,5%. A causa della revisione al rialzo dei dati dell'anno passato (da +3,1% a +3,6%), il dato è rivisto al ribasso. Infatti, in assenza di tale revisione, nello stesso periodo la crescita dell’export sarebbe pari al 3%.

A settembre il valore dell’export è aumentato del 6,2% in termini tendenziali, grazie al traino dei volumi (oltre che dei valori medi unitari), circostanza che si è di rado verificata nel corso del 2019, specie con tale intensità. Dopo 9 mesi le esportazioni sono in crescita del 2,5%, (2,6% nei primi 8), a causa della revisione al rialzo dei dati per il 2018 (da +3,1% a +3,6%). In assenza di tale revisione, nello stesso periodo la crescita dell’export sarebbe pari al 3%.

Permane la debolezza della domanda proveniente dai Paesi UE. Austria (+1,8%) e Francia (+1,7%) al di sopra della media. Negativa la performance in Polonia e Romania, specie di macchinari e mezzi di trasporto; in forte controtendenza la farmaceutica.

Export al +20% in Giappone e poco meno in Svizzera. Più moderato il ritmo in India e Paesi Asean. Africa Subsahariana e Russia (in recupero) sopra al 2%; ancora male il Mercosur.

A settembre le esportazioni sono avanzate dell’1,2% rispetto ad agosto. Nel complesso del trimestre luglio-settembre, il segno è però negativo (-0,7%) rispetto ai tre mesi precedenti.

L’export italiano negli Stati Uniti – terzo mercato di destinazione delle esportazioni italiane e primo nei Paesi extra-UE – è in aumento di circa il 10% grazie all’andamento positivo in quasi tutti i settori. Così come si osserva in Germania e Cina, la farmaceutica fornisce un contributo molto positivo, mentre è in netto calo l’export nel comparto automotive. Avanzano tuttavia a buon ritmo anche le vendite Made in Italy di prodotti alimentari a Berlino e degli articoli di abbigliamento a Pechino, a testimonianza dell’appeal della moda del Bel Paese.

In termini di raggruppamenti principali di industrie, i beni di consumo si confermano i più dinamici (+9,3%, nei primi nove mesi), grazie principalmente ai beni non durevoli (+10,8%). Resta invece più moderata la crescita delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+2,1%).

La domanda proveniente dall’estero per i beni intermedi italiani resta positiva, ma debole (+1,4%). Ancora in flessione, l’export di beni strumentali (-1,5%), riflesso della debolezza del ciclo degli investimenti a livello globale.

Le vendite di metalli oltreconfine sono, in media, in calo nei Paesi membri e in aumento nei Paesi extra-UE – specie in Giappone, India, Svizzera e Russia. Quest’ultima, insieme ai Paesi Asean e alla Francia, sta alimentando le esportazioni della meccanica strumentale (per la quale però la domanda resta stabile nei 28 Paesi UE: +0,1%, in media). La performance negativa degli apparecchi elettrici è comune a un vasto numero di destinazioni: tra le poche eccezioni vi sono Giappone e Stati Uniti. Tra gli altri settori, la farmaceutica si conferma nettamente il più vivace (+29,2%), seguito da food e moda.
Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 06 dicembre 2024
I macchinari agricoli sono un comparto molto rilevante della meccanica strumentale, sia in termini di numerosità delle imprese, in particolare PMI, sia di valore aggiunto sia di export. In un contesto internazionale di incertezza e dove il cambiamento climatico è un fattore rilevante, le nuove tecnologie, in particolare l’IA, sono uno strumento di resilienza, sostenibilità e competitività, sia a livello nazionale che internazionale, in particolare nei Paesi GATE tra cui Cina, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Vietnam, che rappresentano il 10% dell’export del settore e dove lo scorso anno la crescita è stata di quasi del 50%.
Focus On 25 novembre 2024
Economia circolare, a che punto siamo? Quali sono i settori chiave? Cosa possono fare le filiere per migliorare la produttività?
Varie 15 novembre 2024
Nei primi nove mesi del 2024 le esportazioni hanno registrato un moderato calo su base annua (-0,7%), a riflesso del dato negativo in volume (-2,6%) non pienamente compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+1,9%).