Varie 19 novembre 2018

Che export tira? - Settembre 2018

A settembre l’export italiano di beni è diminuito del 2,8% in termini tendenziali. Applicando la correzione per gli effetti di calendario il risultato sale al +1,6%. La media primi 9 mesi resta in territorio positivo (+3,1%) ma in diminuzione rispetto ai primi 8 (+4,3%).

A settembre l’export italiano di beni è diminuito del 2,8% in termini tendenziali. Applicando la correzione per gli effetti di calendario il risultato sale al +1,6%. La media primi 9 mesi resta in territorio positivo (+3,1%) ma in diminuzione rispetto ai primi 8 (+4,3%). Il decremento del mese di settembre è legato alla performance negativa registrata nei Paesi extra-Ue (-7,1%) che non è stata compensata da quella dei Paesi del mercato comune, in lieve crescita (+0,4%).

 

 

L’area Ue è il traino della crescita dell’export italiano nel 2018 (+4,3%) grazie al buon andamento sia nei mercati tradizionali (Francia e Austria) sia nell’Europa dell’Est (Polonia e Rep. Ceca).

La crescita nei Paesi extra-Ue è debole (+1,6%). Pesano le performance in Cina, Giappone, Russia e Turchia. In forte controtendenza, In-dia e Svizzera (entrambi oltre il 12%).

 

 

Nel trimestre luglio-settembre l’export Made in Italy è rimasto stabile a +0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. A settembre invece, si è osservato un decremento del 2,1% rispetto ad agosto.

 

 

L’export verso la Francia (+4,8%) è sostenuto principalmente dai settori dei mezzi di trasporto e della metallurgia. Questi ultimi, trainano anche le vendite verso l’India (+12,2%) insieme a meccanica, chimica e apparecchi elettrici. Il decremento delle esportazioni verso Pechino (-2%) deriva dalla flessione osservata nel settore dei mezzi di trasporto (che nel 2017 era cresciuto di oltre il 70%). Molto positiva invece la performance registrata nel comparto chimico-farmaceutico e del tessile e abbigliamento.

 

 

Sono i beni intermedi il traino delle esportazioni italiane nei primi 9 mesi del 2018 (+4,6%), seguiti dai beni di consumo (+2%).

Tra questi ultimi, i non durevoli osservano la performance migliore (+2,3%), mentre l’incremento dei durevoli si è assestato allo 0,5%.

Leggermente più debole, ma pur sempre positivo, l’andamento delle vendite all’estero di beni strumentali: +1,9%.

 

 

Tra i settori «top performer» vi sono la metallurgia (+5,9%) con un ottimo andamento , tra gli altri, in Germania e Rep. Ceca e i mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi), +7,8%, con brillanti performance in Polonia e Svizzera. In calo invece il comparto degli autoveicoli (-4,2%), che tuttavia cresce verso India, Romania e Stati Uniti.

Bene anche l’elettronica diretta verso Paesi Asean, Cina, Germania, Regno Unito e Russia.

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