Che export tira? - Giugno 2018
A giugno l’export italiano è cresciuto del 6,6% rispetto allo stesso mese del 2017. Il dato del primo semestre è in accelerazione (+3,7%) rispetto a quello di maggio (+3%) grazie al maggiore contributo delle destinazioni extra-Ue (da +0,6% a +1,9%) e delle vendite nel settore della cantieristica navale (destinate verso Stati Uniti e Svizzera). Rimane solida la domanda dal Mercato Comune.
Rimangono i Paesi Ue il traino per i prodotti italiani (+5,1%), in particolare verso Paesi Bassi (+12,7%, ma influenzato da «l’effetto Rotterdam»), Polonia, Rep. Ceca, Germania, Francia e Austria. In accelerazione rispetto a maggio, la domanda extra-Ue passa da +0,6% a +1,9%. Negativa la dinamica verso Mena, Opec e Asean.
Nel trimestre aprile-giugno i beni italiani verso l’estero sono aumentati dell’1,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Il dato di giugno mostra una crescita solida rispetto a maggio (+4,6%).
L’India è tra le principali destinazioni extra-Ue insieme alla Svizzera. Autoveicoli e apparecchi elettrici Made in Italy sono i più domandati con macchinari, prodotti in metallo e tessili che sono anche richiesti dalla Rep. Ceca. Il crollo della lira turca, che ha perso quasi il 20% a giugno rispetto a inizio 2018, non agevola la domanda di beni dall’Italia in Turchia; soffrono in particolare meccanica strumentale, apparecchi elettrici, gomma e plastica e abbigliamento.
Il dato di giugno molto positivo per i beni strumentali consente un lieve recupero per questi prodotti, che tuttavia segnano appena +2,4%. Rimangono i beni intermedi quelli con il tasso più elevato (+4,9%), seguiti dai beni di consumo (+3,6%). Tra questi ultimi, rimangono stabili rispetto a maggio i durevoli, mentre i non durevoli hanno registrato un incremento del 4,1%.
L’export di metalli e prodotti in metallo (+7%) cresce nell’Area euro (Austria, Francia, Germania, Paesi Bassi), ma anche in India e Cina. Pechino, insieme ai membri del Mercosur, Svizzera e geografie più vicine come Francia, Paesi Bassi e Regno Unito, è anche destinazione dei prodotti in pelle (escluso l’abbigliamento). In flessione le esportazioni di prodotti agricoli, per il calo della domanda proveniente da Paesi fuori il Mercato Comune (ad esempio, Russia, Turchia, Cina e India).