Varie 17 febbraio 2020

Che export tira? - Dicembre 2019

Le esportazioni italiane di beni in valore hanno chiuso il 2019 con una crescita del 2,3% rispetto all'anno precedente.

Nonostante il peggioramento del quadro globale, le esportazioni italiane di beni in valore sono avanzate del 2,3% nel 2019, grazie al traino dei Paesi extra-UE, superando i 475 miliardi di euro. Al netto della revisione al rialzo effettuata dall’Istat sui dati 2018, l’incremento sarebbe del 2,8%. Sulla dinamica del 2019 ha inciso anche la performance negativa del mese di novembre.

La domanda dei Paesi UE è stata, in media, debole. Tra le poche eccezioni, vi sono Francia (+2,4%) e Regno Unito (+4,7%, trainato da un «effetto scorte» per  i timori legati alla Brexit) In Germania, prima destinazione del Made in Italy, le vendite sono rimaste sostanzialmente stabili (-0,1%).

Tra i migliori mercati dell’area extra-UE vi sono Svizzera (+16,6%), Russia (+4,6%) e Paesi Asean (+6,4%). Si assiste invece a una lieve flessione in Cina (-1%) e a performance negative in Medio Oriente e Mercosur.

A dicembre le esportazioni sono diminuite dello 0,9% rispetto a novembre. Di segno opposto, invece, la performance del trimestre ottobre-dicembre (+0,9%) rispetto ai tre mesi precedenti.

La crescita delle esportazioni è stata piuttosto polarizzata nel 2019, con un forte incremento verso Tokyo e Washington (oltre che Berna). Ciò ha consentito di bilanciare l’andamento negativo in alcuni importanti partner commerciali del Bel Paese, quali la Turchia. La farmaceutica (+57,1%) è stato il settore «best performer» negli Stati Uniti; in Giappone, invece, gli alimentari e bevande sono avanzati del 66,5%, grazie anche all’entrata in vigore dell’accordo commerciale con l’UE. La fase ancora complessa in Turchia, invece, si è riflessa sulle vendite dei nostri esportatori, specie quelli di meccanica strumentale (-19,7%).

A livello di raggruppamenti principali di industrie, sono stati i beni di consumo ad aumentare al ritmo più sostenuto (+8,7%), grazie principalmente alla dinamicità dei beni non durevoli (+10,2%). È stata invece moderata, la crescita delle esportazioni di beni di consumo durevoli (+1,7%).

I beni intermedi destinati oltreconfine hanno registrato una performance moderata (+0,9%). Hanno chiuso invece in flessione le vendite di beni strumentali all’estero (-1,4%), a testimonianza del debole ciclo degli investimenti a livello globale.

 

La farmaceutica, settore non tradizionale del Made in Italy, ha proseguito l’ottimo trend degli anni recenti, confermandosi il più dinamico. Le performance positiva è piuttosto generalizzata sia nei Paesi emergenti, sia negli avanzati. In forte espansione anche l’export di alimentari e bevande, specie in Francia, e Turchia. L’export nel settore automotive ha invece risentito della congiuntura sfavorevole a livello globale: tra le poche eccezioni, vi è la performance verso il Giappone (+11,7%). Tra gli altri settori, si segnala l’intensa crescita della moda italiana nel mondo (+6,2%).

 

Scarica il documento!

Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 06 dicembre 2024
I macchinari agricoli sono un comparto molto rilevante della meccanica strumentale, sia in termini di numerosità delle imprese, in particolare PMI, sia di valore aggiunto sia di export. In un contesto internazionale di incertezza e dove il cambiamento climatico è un fattore rilevante, le nuove tecnologie, in particolare l’IA, sono uno strumento di resilienza, sostenibilità e competitività, sia a livello nazionale che internazionale, in particolare nei Paesi GATE tra cui Cina, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Vietnam, che rappresentano il 10% dell’export del settore e dove lo scorso anno la crescita è stata di quasi del 50%.
Focus On 25 novembre 2024
Economia circolare, a che punto siamo? Quali sono i settori chiave? Cosa possono fare le filiere per migliorare la produttività?
Varie 15 novembre 2024
Nei primi nove mesi del 2024 le esportazioni hanno registrato un moderato calo su base annua (-0,7%), a riflesso del dato negativo in volume (-2,6%) non pienamente compensato dall’aumento dei valori medi unitari (+1,9%).