Varie 18 giugno 2020

Che export tira? - Aprile 2020

Le misure restrittive in vigore nei nostri Paesi partner condizionano l'andamento delle esportazioni italiane di beni nel mese di aprile.

1. Il mese di riferimento

 

La congiuntura. In aprile le esportazioni italiane hanno registrato una caduta (-34,9%) rispetto al mese precedente, scontando gli effetti della fase di massimo lockdown nei principali mercati di sbocco. Anche l’andamento del trimestre febbraio-aprile è negativo (-18,9%) rispetto ai tre mesi precedenti.

Il trend. Ad aprile il valore dell’export è calato del 41,6% su base annua, spinto al ribasso dai volumi.

Contesto globale. L’impatto della pandemia si intensifica ed è ormai ben visibile, particolarmente nei Paesi Asean (-47,8% rispetto ad aprile 2019) e Paesi OPEC (-44,9%) ma anche in geografie europee quali Spagna (-46,1%) e Austria (-40,2%).

 

 

2. Come sta andando tra gennaio e aprile

 

Il dato di aprile ha condizionato fortemente il bilancio tendenziale dei primi quattro mesi dell’anno (-11,8%). Si tratta della caduta dell’export più marcata dalla nascita del mercato unico europeo nel 1993 ed è spiegata per oltre il 50% dal crollo delle vendite oltreconfine di metalli, mezzi di trasporto e meccanica strumentale.

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

 

Si intensifica nel primo quadrimestre la contrazione della domanda proveniente dai Paesi UE, dove il numero di contagi ha continuato a crescere. Paesi Bassi (-2,6%) e Polonia (-7,8%) hanno tenuto di più pur andando in negativo,  mentre Spagna (-16,9%) e Romania (-15,7%) registrano i cali maggiori. Flessione più marcata per l’area extra-UE (-12,8%), dove il calo è a doppia cifra con alcune eccezioni,  quali Turchia (-0,9%), Stati Uniti (-2,5%), Giappone   (-3%) e Russia (-7,9%). Particolarmente colpiti India  (-27,1%), Cina (-20,8%) e Regno Unito (-17,8%).

 

2.2. Focus Paesi

 

Resiste l’export verso il Belgio (+6,7%), unico in crescita nei primi quattro mesi dell’anno, trainato da alimentari e bevande (+8%) ma soprattutto dalla farmaceutica (+38,5%). Il Paese è infatti un hub distributivo di prodotti farmaceutici e sede di numerose multinazionali. I due settori sono in forte crescita anche in Francia (rispettivamente +8,2% e +40,4%), dove tuttavia non sono sufficienti a compensare il calo registrato negli altri comparti. Contrazione in tutti i settori (ad eccezione del legno) per le vendite verso l’India, i più colpiti sono mezzi di trasporto (-39,4%) e apparecchi elettrici (-38,2%).

 

2.3. Focus industrie e settori

 

A livello di raggruppamenti di principali di industrie, sono i beni di consumo, nel periodo gennaio-aprile, a reggere meglio il colpo, entrando tuttavia anch’essi in territorio negativo (-5,8%). La contrazione è da ascriversi principalmente ai beni durevoli (-23,3%), mentre la flessione è lieve per i beni di consumo non durevoli (-2,2%), a conferma della minore esposizione di questi ultimi alla crisi data la loro essenzialità.
Più marcato il calo dell’export di beni strumentali (-19,9%), che soffrono del clima di incertezza. In rosso anche le esportazioni di beni intermedi (-10,2%), frenate ancora dai blocchi produttivi in essere in varie geografie e dalla conseguente interruzione in diverse catene globali del valore.

A livello di settori, è la farmaceutica a registrare la performance migliore (+22,3%), specie nei Paesi UE (+29,8%). Più moderata la crescita nell’area extra-UE (+14,6%), dove a performance molto positive in alcune geografie – quali Giappone (+50,3%) e Stati Uniti (+40,3%) – si contrappongono cali in altre – ad esempio Regno Unito (-8,6%) e Cina (-6,9%).  
In lieve contrazione ma al di sopra della media l’export di carta e stampa, che ha potuto contare, tra gli altri,  sul traino di Germania (+2,1%), Polonia (+1,6%) e Cina (+51,4%). Particolarmente negative le vendite di tessile e abbigliamento (-23%), specie verso destinazioni extra europee quali Svizzera (-28,7%), Stati Uniti (-25,9%) e Giappone (-20,6%).

 
 
 

Scarica il documento!

Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Focus On 18 giugno 2025
In Italia, i porti turistici non sono semplici punti di attracco, ma infrastrutture strategiche che svolgono un ruolo chiave nella mobilità costiera, nella promozione del turismo e nel rafforzamento delle relazioni economiche, culturali e commerciali. Sono un volano per la crescita delle filiere produttive locali e per lo sviluppo sostenibile dei territori e contribuiscono in modo significativo alla competitività del sistema Paese. Il settore della portualità turistica è oggi chiamato ad affrontare sfide decisive: dall’ammodernamento delle infrastrutture portuali al miglioramento dell’accessibilità via terra e via mare, fino agli investimenti in innovazione tecnologica e servizi digitali avanzati. Per rendere l’Italia sempre più competitiva nel panorama internazionale, è essenziale garantire un’offerta omogenea e di alta qualità su tutto il territorio nazionale. Solo così sarà possibile attrarre un numero crescente di imbarcazioni e turisti, sostenere la crescita economica e rafforzare l’attrattività internazionale del Paese, ed è qui che entra in gioco la collaborazione tra SACE e Assonat per l’implementazione del primo Piano per la portualità turistica italiana.
Varie 18 febbraio 2025
Nel 2024 l’export ha registrato una lieve flessione su base annua (-0,4%), a riflesso del dato negativo in volume (-2,4%) non pienamente compensato dall’incremento dei valori medi unitari (+2,1%).
Focus On 04 marzo 2025
L’Italia è pronta alla sfida della crescita? Di fronte alle grandi trasformazioni degli scenari globali, sono due i motori su cui puntare: l’export che apre nuove vie al Made in Italy nei mercati ad alto potenziale, e l’innovazione, che rende le imprese più agili e competitive e l’intero Sistema Paese a prova di futuro.