Oltre i 660 miliardi di euro di esportazioni nel 2023, con la forte spinta degli investimenti green e in nuove tecnologie. SACE ha presentato il Rapporto Export 2023 di SACE “Il futuro è adesso. Insieme”
In un mondo ancora esposto a shock e incertezze, l’export si conferma un solido motore di crescita dell’economia italiana. E questo in uno scenario in cui la transizione sostenibile e la rivoluzione digitale sono, senza dubbio, le sfide che le aziende sono chiamate ad affrontare oggi per disegnare il mondo di domani. Sono i due messaggi chiavi che arrivano dal Rapporto Export 2023 di SACE ‘Il futuro è adesso. Insieme’, la guida che da ormai 17 anni rappresenta la bussola che aiuta le imprese a orientarsi sui mercati esteri e a cogliere le opportunità di internazionalizzazione.
Dopo la performance sostenuta registrata lo scorso anno (+20%), attribuibile principalmente alla componente prezzi, le esportazioni di beni nel 2023 cresceranno del 6,8%, superando i 660 miliardi di euro. Un risultato fisiologicamente più contenuto rispetto al 2022 ma nel complesso positivo. L’anno prossimo il ritmo rimarrà sostenuto al +4,6% per poi assestarsi al +3,8% medio annuo. E un forte impulso verrà dagli investimenti green e in nuove tecnologie, a cui quest’anno il Rapporto dedica per la prima volta degli approfondimenti.
“Il nostro Rapporto Export parla chiaro. Le aziende che investono in sostenibilità sono più competitive e resilienti”, ha sottolineato Alessandra Ricci Amministratore Delegato di SACE intervenendo alla presentazione della pubblicazione, che si è svolta il 22 giugno a Milano, in un evento tornato a essere in presenza, dopo gli anni della pandemia. “Le esportazioni dei cosiddetti beni ambientali, che spaziano trasversalmente dai beni della meccanica strumentale agli apparecchi elettrici, cresceranno a un ritmo superiore a quello dell’export complessivo (+ 9,3% nel 2023, + 9,7% nel.2024, + 14% medio annuo nel 2025-2026). E Le tecnologie e l’innovazione viaggiano di pari passo con questo percorso: sono il fattore abilitante di questa trasformazione e, sebbene non si possano sottovalutare anche alcuni rischi connessi alle loro applicazioni, sono uno straordinario acceleratore di cambiamento da abbracciare con responsabilità e coraggio. Gli investimenti in tecnologie 4.0, infatti, aumentano la propensione delle imprese a presidiare i mercati esteri e, nella misura in cui sono accompagnati da un’evoluzione del modello di business, si traducono in una probabilità di esportare tre volte superiore a chi non adotta queste misure”.
Continua anche la buona performance dell’export di servizi, che, dopo aver superato nel 2022 i valori pre-pandemia, manterrà una crescita robusta anche quest’anno (+7%), per poi tornare su tassi in linea alla media storica superando, al termine del periodo di previsione, i 140 miliardi di euro. La maggiore spinta continuerà a provenire dal comparto del turismo.
Tra le geografie di destinazione la crescita è sempre più robusta in mercati come i Paesi del Golfo, la Cina, la Thailandia, il Vietnam, il Messico, il Brasile e la Croazia che, con l'adozione dell'euro, sta diventando sempre di più una porta verso i Balcani. Senza dimenticare gli Stati Uniti, che sono diventati il secondo mercato di riferimento per l'Italia.
E poi c’è l'India che ha un contesto politico relativamente solido e stabile e che sta vivendo un’importante evoluzione nel suo sistema produttivo. “Il governo indiano – ha spiegato Alessandro Terzulli Capo Economista di SACE - sta puntando molto a piani infrastrutturali e risorse. La legge di bilancio mette 29 miliardi sullo sviluppo ferroviario. E ci sono opportunità per noi in tutto ciò che è collegato al settore ferroviario. Il National Electricity Plan ha obiettivi molto ambiziosi e punta a generare energia elettrica da fonti rinnovabili in modo importante già al 2030. E noi in questo abbiamo un potenziale da esprimere: abbiamo posizioni importanti nei moltiplicatori di velocità, nei dispositivi fotosensibili". Sul Messico, dove ci si aspetta un tasso di crescita superiore all'8%, quest'anno, per poi rimanere sopra il 5% nel 2024, “vediamo degli sviluppi interessanti non solo perché è forse l'unica economia manifatturiera dell'America Latina ma anche perché è l'unico paese in cui la storia del reshoring, di cui tanto si sente parlare, sta accadendo veramente. Molti investimenti arrivano da lì e possono generare opportunità per la nostra meccanica strumentale: dai macchinari agricoli ai mezzi di trasporto del settore automotive, senza dimenticare lo slancio che arriverà dal piano statunitense dell'Inflation Reduction Act".
L’export, quindi, resta una leva importante di competitività per l’economia italiana. “Il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane è una priorità della politica del Governo”, ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un messaggio indirizzato ai partecipanti all'evento di presentazione del Rapporto Export 2023. “Un obiettivo strategico per un Paese come l'Italia naturalmente vocato all'export, soprattutto nell'attuale congiuntura internazionale e in vista delle transizioni che il sistema economico globale sta attraversando. I numeri lo dimostrano: nel 2022 il valore dell'export ha raggiunto i 625 miliardi, pari al 37% del PIL. Un andamento proseguito nel primo quadrimestre di quest'anno, che ha visto un ulteriore aumento di quasi il 6%. Questi dati raccontano della straordinaria forza del sistema imprenditoriale italiano, del suo grande dinamismo e della sua creatività innovativa. Le sfide globali che le nostre aziende dovranno affrontare sono numerose e impegnative e, in linea con quanto evidenziato anche dal Rapporto SACE dello scorso anno, si è rivelata cruciale per le nostre imprese una maggiore diversificazione dei mercati di approvvigionamento e di sbocco. Un'esigenza che appare oggi ancora più urgente e che vede il Governo impegnato con determinazione, con il Ministero degli Esteri in prima linea, a sostegno delle imprese. Il ripensamento dei modelli di produzione riguarderà infatti non solo il settore privato, ma tutti gli attori del Sistema Italia".
All’evento, momento di incontro e confronto tra il mondo imprenditoriale, bancario e istituzionale, hanno preso parte, tra gli altri, i Sottosegretari di Stato per l’Economia e le Finanze, Lucia Albano e Federico Freni, Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont, Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato Cerved, Luca Ferrari, Co-Founder & CEO Bending Spoons, Anisa Gjika, Head of Financial Institutions BPER Banca, Giancarlo Pastano, Director European Strategic Partnerships Alibaba.com e Marianna Saragaglia, Commercial Director Cortemgroup e Managing Director Cortem Gulf.
“La volontà di far dialogare tutti gli attori dell’ecosistema produttivo ed economico nasce dal senso profondo del nostro piano industriale INSIEME2025, attraverso il quale puntiamo a raggiungere la quota di 65mila PMI supportate in tre anni”, ha spiegato Antonio Frezza Chief Marketing and Sales PMI di SACE. “E questo significa raddoppiare il nostro supporto rispetto a quanto facciamo oggi. 65mila PMI, infatti, non è solo un numero: si traduce concretamente in 65mila aziende che scelgono SACE come partner, per crescere nel mondo, per investire in Italia, per percorrere una strada sostenibile e green. Significa dare un impulso importante al Paese, perché sono proprio le piccole e medie imprese le principali protagoniste del tessuto imprenditoriale italiano: oltre a rappresentare più del 90% del mercato potenziale italiano rappresentano un mondo importantissimo fatto di prodotti da valorizzare, competenze da sviluppare e una capacità di resistere alle turbolenze dei mercati da costruire, per diventare sempre più robusti e per raggiungere una crescita sostenibile. Noi di SACE raggiungeremo tutto questo attraverso un nuovo approccio al cliente, rappresentando per le aziende un partner che crea e favorisce le interazioni con tutti gli altri stakeholder attraverso la creazione di un ecosistema digitale interconnesso aperto di prodotti e servizi che dialoga con i nostri uffici sul territorio (in Italia e all’estero) e le Reti dei nostri partner”.
La presentazione del Rapporto Export è stata anche l’occasione per conoscere da vicino i progetti e i prodotti di cinque aziende - Planet Farms, Dedem, Fantic, Aboca e Varvaglione - eccellenze del Made in Italy di cui SACE sostiene la crescita in Italia e nei mercati internazionali.
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