Sasso nello stagno 19 luglio 2023

L’esito delle elezioni spagnole non frenerà l’export italiano verso Madrid

Domenica 23 luglio i cittadini spagnoli sono chiamati al voto in quelle che si possono in tutti i sensi definire calde elezioni. L’esito delle elezioni e delle successive contrattazioni per formare un governo ricoprono una rilevanza notevole anche a livello comunitario: la Spagna, infatti, il 1° luglio ha iniziato il proprio semestre di Presidenza del Consiglio Europeo. Indipendentemente dal risultato delle urne, l’economia spagnola dovrebbe continuare a mostrare un andamento sostenuto. In questo contesto favorevole, secondo le previsioni SACE, sono attese ricadute positive anche per il nostro export di beni, previsto in aumento del 6% circa sia quest’anno sia il prossimo quando raggiungerà i €36 miliardi in valore (+4 miliardi rispetto al 2022). A testimoniare la buona performance attesa dell’export italiano verso la Spagna è il dato dei primi cinque mesi del 2023, che segnala una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. In questo senso, le imprese italiane possono beneficiare delle prospettive favorevoli per l’economia spagnola cogliendo le numerose opportunità che offre questo mercato “vicino”.

Domenica 23 luglio i cittadini spagnoli sono chiamati al voto in quelle che si possono in tutti i sensi definire calde elezioni. Le votazioni amministrative dello scorso maggio – che hanno mostrato un significativo calo dei consensi per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) – hanno indotto Pedro Sanchez, Presidente in carica da giugno 2018 e leader del partito di centro-sinistra, ad anticipare le elezioni governative che si sarebbero dovute tenere a fine anno. L’attuale maggioranza è composta da un’alleanza fra PSOE e Unidos Podemos (UP) ma la maggior parte dei sondaggi prevede la vittoria del Partido Popular (PP) – guidato dal conservatore Alberto Núñez Feijóo – che però non dovrebbe riuscire a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, rendendo quindi necessario un accordo per poter governare. L’ipotesi più accreditata è un patto tra PP e Vox, partito di estrema destra, che insieme formerebbero il primo governo spagnolo ultra-conservatore dal 1975; mentre il PSOE, in caso di esito favorevole dalle urne, potrebbe allearsi con Sumar, partito progressista candidato in coalizione con Podemos e altri partiti minori della sinistra radicale. L’esito delle elezioni e delle successive contrattazioni per formare un governo ricoprono una rilevanza notevole anche a livello comunitario: la Spagna, infatti, il 1° luglio ha iniziato il proprio semestre di Presidenza del Consiglio Europeo.

Indipendentemente dal risultato delle urne, l’economia spagnola dovrebbe continuare a mostrare un andamento sostenuto. Dopo aver registrato lo scorso anno un PIL in aumento del 5,5%, superiore non solo a quello dei principali Paesi europei (verso i quali scontava un ritardo nel recupero post-Covid) ma anche al ritmo medio delle economie emergenti, la crescita dell’attività economica in Spagna, in parte frenata dall’inflazione, è prevista restare sopra la media dell’eurozona nel 2023 (+1,5% vs +0,8%). Madrid, infatti, ha saputo fronteggiare la crisi energetica grazie a forniture diversificate, una limitata dipendenza dall’import di gas russo e una significativa capacità di rigassificazione. In questo contesto favorevole, secondo le previsioni SACE, sono attese ricadute positive anche per il nostro export di beni, previsto in aumento del 6% circa sia quest’anno sia il prossimo quando raggiungerà i €36 miliardi in valore (+4 miliardi rispetto al 2022). Tale andamento oltre a essere in linea con il tasso di crescita stimato per il 2023 delle vendite nazionali verso il mondo (+6,8%), è superiore a quello del 2024 (+4,6%), a riflesso del vigore del mercato spagnolo.

Gli investimenti e le riforme adottate, tra cui le semplificazioni autorizzative per impianti fotovoltaici ed eolici e i maggiori investimenti nelle reti di distribuzione elettriche, stimoleranno la domanda di beni intermedi come i metalli e beni di investimento come gli apparecchi elettrici (Fig. 1), cresciuti già intensamente lo scorso anno, e per i quali sono previsti incrementi marcati anche nel 2023 (rispettivamente +12,6% e +10,2%). Un altro settore promettente è quello dei mezzi di trasporto: sono stati introdotti, infatti, incentivi volti a stimolare la domanda di veicoli elettrici, con il varo al contempo di un piano di sostegno da circa €3,8 miliardi per il settore automotive, gran parte del quale sarà impiegato per lo sviluppo della filiera nel Paese che potrebbe generare alcune opportunità anche per le nostre imprese. Ciò si riflette su un profilo di crescita sostenuto per le nostre vendite di mezzi di trasporto (+6,5% nel 2023 e +5,9% nel 2024). Dopo i marcati aumenti del biennio 2021-22, la crescita tornerà su una dinamica fisiologicamente più contenuta, ma comunque positiva, per i beni di consumo (+3%) e l’agroalimentare (+5%), anche a causa delle pressioni inflative.

Figura 1   Export di beni italiani verso la Spagna per raggruppamento (valori correnti; var. % annua)

Fonte: Elaborazioni SACE su dati Oxford Economics

A testimoniare la buona performance attesa dell’export italiano verso la Spagna è il dato dei primi cinque mesi del 2023, che segnala una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2022, a fronte di un incremento solo del 2,2% delle vendite verso l’area Ue e del 4,8% di quelle complessive verso il mondo. In questo senso, le imprese italiane possono beneficiare delle prospettive favorevoli per l’economia spagnola cogliendo le numerose opportunità che offre questo mercato “vicino”.

 

 

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