Articoli 12 luglio 2023

‘La bioeconomia circolare crea opportunità sui territori’: la sfida di Novamont per affrontare la transizione ecologica

Promuovere la transizione da un’economia di prodotto ad un’economia di sistema, attraverso un nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sulla valorizzazione dei territori e su prodotti capaci di ridisegnare interi settori. È questa la mission di Novamont, la realtà industriale, di cui SACE è un partner storico, leader nello sviluppo di bioplastiche biodegradabili e compostabili e di bioprodotti in grado di contribuire alla tutela degli ecosistemi e del capitale naturale.
Una storia che affonda le sue radici nella Scuola di Scienza dei Materiali Montedison, dove, oltre trent’anni fa, alcuni ricercatori hanno iniziato a sviluppare il progetto di integrazione tra chimica, ambiente e agricoltura: la “Chimica vivente per la qualità della vita”.

“Oggi siamo una Società Benefit certificata  B Corp, un Gruppo multinazionale con oltre 400 milioni di euro di fatturato e possiamo dire di aver creato una piattaforma di bioeconomia circolare diffusa su tutto il territorio nazionale, con una molteplicità di attori, davvero in grado di “fare di più con meno” ha raccontato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont e Presidente del Cluster SPRING, che promuove lo sviluppo della bioeconomia circolare e l’innovazione sostenibile,  riunendo oltre 130 realtà operanti nel settore,  intervenuta alla presentazione del Rapporto Export 2023 di SACE, per riflettere sulle sfide del futuro.

“Attraverso un modello unico di bioeconomia, in Italia abbiamo creato 5 tecnologie integrate prime nel loro genere per realizzare un’ampia gamma di prodotti a basso impatto ambientale, concepiti per non accumularsi in acqua e suolo”. Come ad esempio Mater Bi, l’innovativa famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili, ottenute da materie prime di origine rinnovabile, pensate per risolvere problemi ambientali, economici e sociali in specifici settori, come raccolte differenziate, grande distribuzione, ristorazione collettiva, imballaggi e agricoltura.

“La vera sfida è senza dubbio la transizione ecologica - conclude Bastioli - e la bioeconomia circolare è il modo per portare non solo le imprese, ma anche i territori a intraprendere questo percorso insieme. Le aziende da sole possono fare poco, quindi occorre un sistema che unisca imprese, finanza, istituzioni e comunità. Anche grazie al sostegno di SACE, noi abbiamo investito 800 milioni per rigenerare impianti industriali nel nostro Paese. L’Italia in questo settore è leader a livello internazionale, non a caso Stati Uniti e Cina seguono le nostre orme.”  

Economia ed ecologia ormai sono assolutamente connesse.  “Ecco perchè – ha concluso - non si può ragionare a silos ma bisogna avere una logica sistemica, con una legislazione che permetta anche di creare degli spazi di monitoraggio e sperimentazione, perché la dinamica evolutiva dell’innovazione è impressionante e non va fermata. Il rischio, infatti, è di bloccarne gli sviluppi futuri e di conseguenza il potenziale rigenerativo”.

 

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