Varie SACE - 26 maggio 2014

L’export toscano cresce nei mercati emergenti trainato dal Made in Italy tradizionale

  • Best performer il distretto orafo di Arezzo e la pelletteria e calzature di Firenze, grazie alla domanda extra-europea. Buone le prospettive anche per la meccanica strumentale toscana
  • Il gruppo assicurativo-finanziario italiano presenta a Firenze i risultati dello studio previsionale sull’export e si confronta sulle sfide future con le imprese del territorio (Nuovo Pignone, Andreotti Impianti, Unitech) 

 

 

SACE, il gruppo assicurativo-finanziario che sostiene la crescita e la competitività delle aziende italiane, presenta oggi presso Confindustria Firenze RETHINK, il Rapporto con le previsioni sui trend dell’export italiano per il 2014-2017, con un focus particolare dedicato al tessuto imprenditoriale toscano.

 

La Toscana si conferma una delle regioni italiane più orientate ai mercati internazionali. Caratterizzate da un’elevata capacità di riadattamento, innovazione e specializzazione, le imprese locali hanno saputo anticipare i tempi e reagire alle difficoltà congiunturali grazie a un percorso di crescita sostenuto da elevati volumi di export, diretto soprattutto fuori dall’Europa.

 

“Un dinamismo che trova riscontro nella nostra operatività in Toscana – ha dichiarato Simonetta Acri, direttore Rete Italia di SACE -. Grazie ai nostri uffici di Firenze e Lucca, siamo in grado di seguire circa 2.000 imprese, in prevalenza Pmi, e solo nell’ultimo anno i nostri impegni di gruppo nella regione hanno raggiunto 2,2 miliardi di euro”.

 

“Fornire alle nostre imprese tutti quegli attrezzi utili alla loro crescita è da sempre la nostra mission, ed è oggi più che mai necessario supportarle nella loro impresa di affacciarsi con sempre maggiore determinazione sui mercati esteri – sottolinea Simone Bettini, Presidente di Confindustria Firenze -. Ecco perché è fondamentale anche fornire loro tutte quelle informazioni operative, in grado di supportare l’elaborazione di strategie d’internazionalizzazione mirate. Ed un prezioso contributo a quest’attività di informazione e aggiornamento è certamente rappresentato dal Rapporto Export di SACE”.

 

Nonostante la performance delle esportazioni toscane nel 2013 abbia risentito dell’andamento negativo dei metalli (comparto colpito da difficoltà strutturali a livello nazionali), alcuni settori fiore all’occhiello della Regione hanno messo a segno tassi di crescita sorprendenti. Un dato cui hanno contribuito le eccellenze dei molti distretti toscani. Oltre a quello orafo di Arezzo (balzato al primo posto a livello nazionale per crescita dell’export), il distretto della pelletteria e calzature di Firenze si conferma un sostegno importante al sistema moda toscano che, nonostante la concorrenza dei prodotti a basso costo provenienti dall’Asia, rimane garanzia di qualità e artigianalità Made in Italy.

 

L’abbigliamento si conferma il primo settore con un tasso di crescita delle esportazioni del 6% nel 2013, trainato dalle produzioni di alta qualità sempre più richieste dai consumatori asiatici (Cina in primis, ma anche Corea del Sud, Singapore e Tailandia). Positive le performance anche di alimentari e bevande (+10%) su cui incidono molto le vendite di vino negli Stati Uniti; ma anche i beni di altra manifattura (+15%) su cui pesano soprattutto le esportazioni di gioielli verso il Medio Oriente, in particolare negli Emirati Arabi (+29% nel 2013). Infine la meccanica strumentale (+7%) risulta particolarmente performante nel continente africano con tassi di crescita a due cifre in Nord Africa e Africa sub-sahariana.

 

Queste rilevazioni trovano conferma anche nel Rapporto di SACE, che inserisce quasi tutti questi comparti nella classifica Top Sector, ovvero la classifica dei settori di punta per l’export italiano nei prossimi quattro anni (2014-2017): l’agroalimentare, best performer a livello nazionale, con previsioni di crescita dell’export all’8,9%, seguito dalla meccanica strumentale (8,5%) e, qualche gradino più in basso, dal tessile e abbigliamento (7%). Mentre i migliori margini di crescita per l’export di questi settori proverranno dai mercati emergenti: non solo i Brics, ma anche diverse destinazioni meno battute (come Arabia Saudita, Angola, Cile, Filippine e Tailandia) senza dimenticare i mercati avanzati già acquisiti (come Canada e Francia).

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