VIETNAM, UNA GHIOTTA OCCASIONE
Una “piccola Cina” da cui partire per avviare una presenza graduale sui mercati asiatici. Ma oggi il Vietnam è qualcosa in più.
Hanoi si trova in un momento storico che può segnare un punto di svolta per la sua economia, frutto di una strategia avviata trent’anni fa con il programma Ðổi mới che si poneva l’obiettivo di creare un’economia socialista orientata al mercato. Il programma comprendeva una serie di misure politiche ed economiche per liberalizzare il commercio e il settore bancario e ha portato ai risultati sperati, proiettando il Vietnam in una posizione migliore rispetto ai suoi peers dell’area asiatica.
Oggi il Paese sta per concludere degli accordi commerciali importanti che possono dare maggiore impulso alla sua economia: il trattato di libero scambio con l’Unione Europea, la Trans Pacific Partnership con gli Stati Uniti e altri Paesi dell’area del Pacifico e la trasformazione dell’Asean, l’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico, in un mercato interno con il conseguente abbattimento delle frontiere tra i Paesi che lo compongono.
La firma di questi tre accordi proietterebbe Hanoi in una posizione inedita: ponte tra le principali economie occidentali (Ue, Usa, Australia, Canada) e il Sud-est asiatico, rendendo ancora più appetibili gli investimenti esteri nel Paese.
L’occasione è ghiotta. E le principali multinazionali sudcoreane lo hanno già capito da tempo. Dal 2007, infatti, la Corea del Sud è stata il primo investitore estero in Vietnam, trend confermato anche nei primi cinque mesi del 2015, con un totale di 1,1 miliardi di dollari di investimenti pari al 25,7% del totale degli Ide. Samsung, Hyundai, Lotte sono solo alcuni esempi di aziende che hanno beneficiato della politica di apertura del governo di Hanoi e della forza lavoro a basso costo.
Al contempo, questi ingenti investimenti hanno portato il Vietnam ad avere parchi industriali e impianti produttivi particolarmente avanzati e competitivi: un afflusso di tecnologie che rende il Paese ancora più appetibile per gli investimenti esteri.
E le aziende italiane? Anche loro non devono lasciarsi sfuggire questo treno. Sono molti i settori di eccellenza dell’export italiano che possono trovare terreno fertile in Vietnam. In primis, l’agribusiness. Il Vietnam è un grande esportatore di prodotti agricoli e di pesce, ma ha ancora un’industria alimentare agli inizi. La filiera agroalimentare ha quindi bisogno di tecnologie e investimenti in macchinari agricoli, lavorazione delle materie prime, catene del freddo, impianti di packaging, imbottigliamento, tutta la meccanica strumentale che le aziende italiane sono in grado di offrire. Un altro settore pieno di opportunità è quello delle tecnologie delle telecomunicazioni.
Il Vietnam ha attratto molti investimenti esteri da parte di grandi multinazionali in questo settore e ha sviluppato negli anni una expertise unica. È per questo motivo che alcune imprese italiane, attive nei settori connessi alle tecnologie dell’informazione, delle telecomunicazioni e della logistica, iniziano a programmare investimenti nel Paese. Il Vietnam non è interessante solo come mercato di trasformazione, ma inizia a suscitare interesse anche il suo mercato domestico, composto da 86 milioni di persone (e altre 500 milioni considerando l’Asean), dal gusto sempre più occidentale. È così che si fanno largo molte aziende italiane attive nell’abbigliamento e nella moda. Anche la Vespa, da sempre uno dei simboli del Made in Italy, viene prodotta in uno stabilimento di Hanoi, e per il mercato vietnamita viene realizzata più bassa di due centimetri per adattarsi all’altezza media della popolazione locale.
Ma le opportunità maggiori vengono dall’esigenza di potenziamento delle infrastrutture del Paese, sia energetiche sia stradali, e dal processo di urbanizzazione. Si aprono possibilità di business infinite per le imprese di costruzioni, mezzi di trasporto e apparecchiature per l’energia, ma anche per realtà più piccole, in particolare del comparto dell’arredamento e per chi è specializzato in edilizia per turismo. Il governo di Hanoi è intenzionato nei prossimi cinque anni a investire almeno 15 miliardi di dollari all’anno in infrastrutture per ampliare la rete autostradale e ferroviaria, modernizzare il sistema portuale e aeroportuale, costruire strutture ricettive e potenziare la produzione energetica. È proprio in questo settore che SACE ha sostenuto venti Pmi italiane, garantendo un finanziamento da 200 milioni di dollari in favore della Nghi Son Refinery and Petrochemical Limited Liability Company (Nsrp), per la realizzazione di una raffineria e un complesso petrolchimico greenfield nella provincia vietnamita di Thanh Hoa, a 200 chilometri a Sud di Hanoi.
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