Casi di successo 16 gennaio 2017

PROMA

Oggi, il Gruppo italiano specializzato nella realizzazione di strutture di sedili e in sottogruppi di scocca (ma anche leader nella realizzazione di serrature, cerniere e di traverse crash box ad assorbimento d’urto) veleggia serenamente verso i 565 milioni di euro di fatturato. «Cavalcare l’onda mondiale che sta determinando il recente successo dell’automotive. Accompagnando le necessità dei giganti mondiali del comparto auto dove si trovano, spostandosi con loro, seguendoli in questa “logistica di prossimità”», sintetizza Vincenzo Nunziata, giovane direttore generale della società Proma Group di Caserta. «In soli cinque anni il nostro giro d’affari è più che raddoppiato», spiega evidentemente soddisfatto Nunziata, «e nei prossimi tre anni dovrebbe addirittura triplicare secondo le nostre previsioni, arrivando a 700 milioni nel 2019».

 

 

I numeri dimostrano il successo di quest’azienda. Ma la strada per raggiungere questi risultati – per aprire in poco meno di quarant’anni ben tredici stabilimenti in Italia e altri dieci nel resto del mondo – è tracciata e legata a doppio filo con la strategia di proiettare sul mercato estero la società, non restando confinati negli ambiti nazionali, né limitandosi ad allargarsi soltanto in Europa.

 

Il successo di Proma Group potrebbe essere spiegato così. In appena trentacinque anni, la società fondata a Caserta nel 1979 da Pino Nicola Giorgio (quest’anno nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente Sergio Mattarella), da piccola realtà del nostro Meridione (negli anni Ottanta aveva appena cinque dipendenti e ora invece supera i 2.500 addetti) è riuscita a trasformarsi in impresa globale presente in Argentina, Brasile, Marocco, come anche in Francia, Polonia, Spagna, Serbia. Senza però mai abbandonare le radici: tredici stabilimenti in Italia, dalla Campania al Piemonte, passando per l’Umbria e la Puglia.

 

Una proiezione internazionale resa possibile anche dalla partnership con SIMEST, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti specializzata nel sostegno agli investimenti esteri, che ha investito ben 11 milioni di euro per rilevare una quota di minoranza della società (6,4%), accompagnandola nel percorso di rafforzamento patrimoniale e apertura ai mercati mondiali. «Abbiamo un progetto di sviluppo internazionale a due step», spiega Nunziata, «nei prossimi ventiquattro mesi puntiamo a seguire le necessità dei nostri clienti non solo dal Messico, come accade ora. Ma speriamo di sbarcare presto direttamente in Nord America, magari negli Stati Uniti, per assicurare quella vicinanza e prossimità ai nostri clienti, attuali e futuri».

 

Proma, che negli anni ha realizzato diverse operazioni internazionali con SACE,  recentemente ha emesso una obbligazione per 10 milioni di euro sottoscritta dal Fondo Sviluppo Export –  il fondo nato su iniziativa di SACE – per supportare i propri programmi di crescita internazionale, principalmente incentrati a rafforzare la presenza commerciale del Gruppo in America Latina, Nord America e nei Paesi asiatici, potenziare i siti produttivi nazionali ed esteri e sostenere le attività di ricerca e sviluppo.

 

E tra i progetti oltreconfine rientra, nel medio periodo, l’allargamento al mercato asiatico. «Immaginiamo di realizzare diversi investimenti in quest’area nei prossimi cinque anni. E sarà un progetto impegnativo. Il mercato asiatico è molto ampio, e non basta essere presenti solo in un Paese, ad esempio in Cina. Nel nostro settore la logistica e la vicinanza ai produttori sono fondamentali visto che il comparto ha subito una vera e propria rivoluzione con la globalizzazione delle piattaforme». Insomma tutta l’area asiatica sarà oggetto di un approfondito studio, per individuare opportunità e richieste.

La scelta premiante di marciare di pari passo con i player del settore auto costringe la realtà imprenditoriale campana a seguire, se non addirittura anticipare, le richieste dei clienti storici. «Poi magari una volta realizzato un progetto scopriamo che possiamo essere utili ad altri produttori. E si cresce».

 

Il Gruppo italiano oggi è fornitore di Fca, ma anche di Renault, Opel, Volkswagen, Ford, Peugeot. La presenza in loco aiuta sia a fidelizzare i clienti, che apprezzano la sinergia con la propria catena produttiva, sia ad abbattere i costi di trasporto. Non a caso alcune case automobilistiche dell’Estremo Oriente seguono con grande interesse l’attività della società italiana.

 

Ma non c’è solo la convenienza di avere un fornitore preciso e affidabile nelle consegne a fare la differenza: c’è pure la creatività italiana. Come dimostrano gli oltre trenta brevetti esclusivi che fanno di Proma una delle realtà più dinamiche del settore.

 

«Per noi è fondamentale l’innovazione di prodotto e di processo», afferma Nunziata. «Le case automobilistiche chiedono un continuo alleggerimento degli autoveicoli – anche per abbattere i costi di propulsione, migliorare le performance e ridurre le emissioni. Nell’ultimo decennio una delle priorità è consistita proprio nella riduzione delle immissioni in atmosfera. E per questo si sta lavorando su sistemi di propulsione sia a combustibili alternativi sia tradizionali avanzati».

 

E per questo Proma negli anni ha sempre investito molto in ricerca e sviluppo, proprio per realizzare componenti in materiali leggeri (alluminio), o compositi «che consentano di ottenere elevate ottimizzazioni di peso», spiega il direttore generale.

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