Articoli 11 novembre 2016

PERÙ

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È stato un anno di forte cambiamento per il Sud America. Il ciclo avverso delle commodity, il rallentamento della Cina, principale mercato di destinazione delle materie prime sudamericane, le crisi governative e l’orientamento della politica monetaria statunitense si sono fatte sentire sulle economie dell’area, Brasile in primis, facendo evolvere gli equilibri all’interno del continente.

 

Se è stato il Paese verde-oro il protagonista indiscusso dell’ultimo decennio, per gli anni a venire sono molti a indicare nel Perù, la nuova stella dell’America Latina.

 

Con una crescita media che nell’ultimo quinquennio si è mantenuta sempre al di sopra del 5% annuo, un’inflazione relativamente contenuta e forti opportunità d’investimento, il Paese è ormai parte dei mercati di riferimento per diverse imprese italiane ed è entrato nel mirino del governo italiano come testimoniano le importanti iniziative e missioni dell’ultimo anno per rafforzare le opportunità di interscambio economico.

 

L’economia peruviana è d'altronde sempre più aperta verso l’esterno grazie ad accordi commerciali bilaterali raggiunti tra gli altri con Stati Uniti, Cina e Italia, all’adesione al Mercosur e al recente patto, siglato nel 2012, con Colombia, Messico e Cile e suggellato nella cosiddetta Alleanza del Pacifico. Una linea di apertura che sembra rafforzarsi con l’elezione, questo giugno, del liberale Pedro Pablo Kuczynski alla guida del Paese. Classe 1938, figlio di un medico tedesco giunto nell’Amazzonia peruviana per curare malattie tropicali, Pedro Pablo Kuczynski ha diviso la propria carriera tra Perù e Stati Uniti, ricoprendo incarichi nella Banca Mondiale e in diverse società minerarie – settore chiave di un Paese che è oggi il secondo produttore al mondo di rame e di zinco, il terzo produttore di argento e sesto d’oro.

Lima

 

Ministro dell’Energia nel 1980 e Ministro dell’Economia durante il governo di Alejandro Toledo (il primo eletto dopo la caduta di Alberto Fujimori), Kuczynski si era lanciato nella corsa alla presidenza della Repubblica già nel 2011 con un programma di governo a forte impronta neo-liberale, subendo però una sconfitta che lo ha indotto a presentarsi, nell’ultima corsa, con un piano dai contenuti più morbidi e vicini alle problematiche della classe media e bassa: un programma che prevede, tra l’altro, l’aumento del salario minimo, la riduzione dell’Iva di 3 punti e l’abbassamento dell’imposta sul patrimonio per le piccole imprese, permettendo così la loro formalizzazione.

 

Il fermento che il Perù sta vivendo negli ultimi anni è stato da alcuni paragonato a quello dell’Italia degli Anni Sessanta: un periodo di crescita e costruzione - di case, scuole, strade e infrastrutture - per sostenere un’inedita fase di sviluppo socio- demografico.

 

Sono diversi gli indicatori che fanno del Perú uno dei Paesi a più rapida crescita nel XXI secolo in America Latina. Secondo i dati della Banca Mondiale, la percentuale di popolazione che vive sotto la soglia di povertà è scesa dal 58,7% al 22,7% in meno di dieci anni (tra il 2004 e il 2014); l’accesso all’acqua potabile da parte della popolazione rurale è aumentato dal 58,1% (2004) al 68,2% (2014); la speranza di vita alla nascita si attesta nel 2014 a 74,5 anni contro i 72,1 anni del 2004. Anche il reddito pro capite è cresciuto (circa 12 mila dollari nel 2015).

 

Grazie all’aumento del potere d’acquisto, si sono create opportunità di mercato per i settori legati ai beni di largo consumo quali agroalimentari, moda, abbigliamento, tecnologia, elettrodomestici, ma anche per i macchinari destinati alla produzione di beni di consumo – tecnologie di cui l’Italia è uno dei migliori produttori a livello mondiale.

peru-idro

 

Sono stati stanziati oltre 20 miliardi di dollari di investimenti pubblici in infrastrutture (ferrovie, autostrade, metro, reti idriche) ed energia (soprattutto progetti relativi a impianti idroelettrici), che possono trasformarsi in opportunità commerciali per le aziende italiane ancora poco presenti nel Paese.

 

Lima, metropoli internazionale da 15 milioni di abitanti, raccoglie circa la metà della popolazione e riflette pienamente, con le sue luci e ombre, il processo tumultuoso di crescita che il Perù sta attraversando.

 

Considerata tra le città più smart del mondo dal “Traveler Magazine”, la rivista specializzata nel turismo di “National Geographic”, grazie alla qualità della sua ricettività che ha attratto gli investimenti delle più grandi catene alberghiere mondiali, Lima è in realtà un agglomerato di diversità sociali ed economiche, una città dove convivono i cosiddetti pueblos jovenes, sobborghi dove mancano i servizi di base (a volte persino l’acqua), insieme ad altri quartieri benestanti, ricchi, dove i servizi sono efficienti, all’avanguardia.

 

Non a caso, nel suo complesso, il Perú è oggi considerato uno dei mercati emergenti più attrattivi, e numerose imprese italiane hanno mostrato interesse e hanno presentato progetti ottenendo anche concessioni: tra queste Enel Green Power, Sicav, Terna.

 

Un consorzio internazionale, di cui fanno parte anche le italiane Salini Impregilo, Ansaldo Sts e Ansaldo Breda, si è aggiudicato un contratto del valore di 9 miliardi di dollari per la costruzione, la gestione e l’ampliamento della metropolitana di Lima. In occasione della missione governo-imprese in Perú guidata da Matteo Renzi, Cassa depositi e prestiti, SACE e SIMEST, insieme a un pool di istituti finanziari esteri, hanno annunciato la finalizzazione di una linea di credito da 800 milioni di dollari, interamente garantita da SACE, destinata a sostenerne i lavori che consentiranno, tra l’altro, di rafforzare i collegamenti con l’aeroporto internazionale Jorge Chavez e il più grande e importante porto del Perú.

 

Insieme alle infrastrutture, un fronte importantissimo di opportunità è rappresentato dalla produzione di energia. Sono attualmente operativi in Perú 23 progetti di generazione di elettricità con utilizzo di energie rinnovabili (solo nel 2014 sono entrati in funzione tre parchi eolici), che immettono nella rete oltre 345 megawatt: l’investimento totale supera al momento gli 845 milioni di dollari e per il 2016 il numero delle centrali in funzione raggiungerà le 29 unità.



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