GRAPPOLI DA ESPORTARE
La grande popolarità e il successo del made in Italy agroalimentare nel mondo – accompagnato da una spasmodica attenzione per la buona tavola e il buon bere – può fare da traino all'intera economia nazionale che stenta a ritrovare la crescita.
L'andamento delle esportazioni agroalimentari nel 2015 ha messo a segno un vero e proprio record storico raggiungendo i 36,9 miliardi di euro, quasi il doppio degli autoveicoli (19,9 miliardi).
Ci sono poi segmenti che rappresentano ora più che mai una “bandiera” dell’italianità d’eccellenza, come quello vinicolo. Un settore che cresce in maniera impressionante e fa da traino a tutto il comparto agroalimentare e della trasformazione. Nel 2015 – secondo l’Istat – le esportazioni di vino italiano hanno messo a segno un incremento del 5,4%, aumento che ha contribuito in maniera determinante al record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzato oltre i confini nazionali. E con una quota di mercato globale del 19,3%, il vino è tra i comparti più rilevanti dell'export italiano.
Ma non ci sono solo le bottiglie da esportare. L’Italia è soprattutto leader mondiale nella realizzazione e vendita di macchinari per lavorare il vino, l’olio e le altre bevande. In parole povere oltre il 70% delle tecnologie enologiche presenti nelle cantine di tutto il mondo oggi parla italiano. L’export del settore – sempre stando all’Istituto di statistica – supera abbondantemente i 2 miliardi di fatturato. E la crescita anno su anno di questo settore (+9%, dati Unione italiana vini 2013) dimostra che gli spazi per crescere ci sono.
Il momento è favorevole. Non si sono mai consumati così tanti prodotti alimentari nel mondo, mai stappate tante bottiglie tricolore, non c’è mai tanta fame di made in Italy nel mondo. L’industria della trasformazione agroalimentare sta compiendo passi da gigante, la commercializzazione internazionale sta ulteriormente affinandosi (anche sperimentando nuovi canali), e poi lo sviluppo di alcune piazze commerciali finora considerate vergini (come la Cina, ma pure l’India), offre la possibilità di partire alla conquista di nuovi mercati e garantisce enormi potenzialità di crescita.
Sostenere la crescita della presenza delle nostre Pmi all’estero potrebbe dare un enorme impulso all'interscambio italiano. E la relativa debolezza dei consumi interni può fungere da stimolo per trovare nuovi sbocchi, nuovi mercati, nuove opportunità a imprese che mai si sono poste l'obiettivo di sbarcare all'estero. Non a caso in Germania ben il 47% delle imprese di modeste dimensioni (dai 10 ai 50 dipendenti) si dedicano all'export. In Spagna, addirittura, il 49%. Noi, in Italia, ci limitiamo al mercato domestico (solo il 29% delle Pmi guardano oltre confine). E proprio per sostenere le imprese della filiera vitivinicola SACE, anche quest'anno, è stato presente in forze a Vinitaly/Enolitech di Verona, uno dei più importanti eventi del settore.
I giganti mondiali dell’e-commerce stanno sviluppando, a livello globale, anche la distribuzione al dettaglio di vino e prodotti per gourmet. Amazon, ad esempio, ha lanciato anche in Italia la possibilità di fare la spesa “di tutti i giorni” sugli scaffali virtuali. A Milano è possibile, ad esempio, ricevere quanto ordinato (non solo telefoni o scarpe, ma anche generi alimentari e bottiglie), nel giro di poche ore. Già oggi la consegna per i clienti Prime è garantita in 24 ore in quasi tutte le città. Del resto lo sviluppo del mercato elettronico rappresenta uno strumento di crescita “abbordabile” anche per i piccoli. Esistono realtà vinicole e agroalimentari - piccole ma prestigiose - che già oggi dedicano all’export oltre il 90% della propria produzione. Secondo uno studio della KPMG l'e-commerce in Italia non ha ancora sviluppato tutte le sue potenzialità. In effetti il raffronto internazionale la dice lunga: in Gran Bretagna (dati 2014), il commercio elettronico ha messo a segno intermediazioni per oltre 62 miliardi, in Germania i miliardi movimentati sono oltre 50, in Francia sono stati superati i 36,4, mentre in Spagna si sono sfiorati i 9,4 miliardi. E in Italia? Secondo l'Osservatorio del Politecnico di Milano, l’e-commerce continua a crescere: nel 2014 ha messo a segno scambi per 13.2 miliardi di euro (+17% sul 2013).
Il vino è una delle più importanti bandiere del Made in Italy e SACE offre alle numerose eccellenze imprenditoriali della filiera del vino gli strumenti assicurativo-finanziari più adatti per il loro sviluppo all’estero, aumentandone forza e competitività per meglio affrontare le sfide dei mercati internazionali.
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