GRUPPO BUCCI

Il portfolio clienti è per il Gruppo Bucci il miglior biglietto di presentazione. Fornire tecnologia a marchi quali Ferrari, Maserati, Ducati e Porsche implica una grande responsabilità nel rispetto dei più alti standard qualitativi, sia per quanto riguarda il prodotto che i servizi e l’assistenza.

Due sono le aree di attività che hanno saputo conquistare i favori di grandi brand internazionali: la componentistica in fibra di carbonio per il settore automotive e sistemi di assemblaggio, packaging, macchine utensili e meccanica di precisione.

L’innovazione è dunque un punto fermo della strategia dell’azienda, che investe in ricerca e sviluppo percentuali del fatturato non inferiori al 2,5%, con l’obiettivo di offrire i materiali e i sistemi più avanzati a clienti che fondano il loro successo proprio sui contenuti tecnologici dei propri manufatti e sull'efficienza del proprio ciclo produttivo.  Su tale strada l’azienda è stata per altro favorita dai recenti interventi legislativi emanati dal Governo sull'Industria 4.0.

Per Massimo Bucci, presidente del Gruppo, la sfida per il futuro si gioca sulla capacità di favorire una crescita che consenta ad aziende medio-piccole, tipiche della realtà italiana, di sfruttare sinergie e strutture condivise per essere competitive con i grandi esportatori esteri. Per questo occorre mettere a fattor comune forme di aggregazione e collaborazione che liberino lo straordinario potenziale di creatività, flessibilità e capacità di adattamento delle nostre imprese.

Per la propria strategia di internazionalizzazione il Gruppo Bucci ha scelto ormai da oltre vent’anni SACE SIMEST. Dopo aver sviluppato e consolidato la propria presenza in Europa, l’azienda ha allargato l’attività su alcuni mercati chiave quali Giappone, Brasile e Stati Uniti, per poi già nel 2003 presidiare la Cina, dove venne creata una nuova società partecipata da SIMEST, e quindi Taiwan. 

In collaborazione con SACE il gruppo ha condotto con continuità numerose operazioni finalizzate a innovazione ed export.  Un rapporto destinato a consolidarsi anche nei prossimi anni attraverso progetti ambiziosi su vecchi e nuovi mercati, all’insegna di un “made in Italy” riconosciuto universalmente come sinonimo di innovazione.