Casi di successo 01 settembre 2016

ELICA

«Guardiamo soprattutto all’Africa e al Sud America. Sono mercati dalle potenzialità enormi, ma bisogna essere selettivi. In Africa, abbiamo trovato una crescita a macchia di leopardo, con molte differenze da zona a zona, a volte anche nello stesso Paese, ma con ottimo potenziale di sviluppo. Non a caso i cinesi sono già presenti in forze, strutturando anche nuove strategie di scambio (prodotti e tecnologia contro materie prime o appezzamenti di terreno), che noi non riusciamo ancora a cogliere e a sfruttare. Magari potessimo farlo…!».

 

Francesco Casoli, presidente del Gruppo Elica, leader mondiale nel settore delle cappe da cucina e in corsa per conquistare la leadership nel settore dei motori per caldaie da riscaldamento in Europa, è un vulcano di idee, prospettive e nuovi progetti. 

 

L’azienda, fondata negli anni Settanta dal padre Ermanno, scomparso nel 1978, è oggi un gioiellino da ben 421 milioni di euro di fatturato annuo ed è presente in tredici Paesi.

 

La robusta esperienza sui mercati internazionali ha trasmesso a Casoli la “velocità di reazione”. Velocità che diventa un valore aggiunto se si miscela all’inventiva e al design: una capacità, tutta italiana, di risolvere e gestire  le piccole e grandi emergenze e di cogliere rapidamente le opportunità, ricorrendo alla fantasia e alla creatività. «È questo forse il propellente aziendale più importante che nel mondo ci invidiano». Un carburante che spinge Elica sempre più avanti per intercettare le tendenze, le preferenze, i sentimenti del mercato e dei consumatori.

 

 

«Tutto il grande battage mediatico globale dello show cooking, dal format Masterchef in poi, nell’immediato ci sta aiutando. Sul nostro settore sicuramente ha inciso la volontà di tornare in cucina per una parte di convivialità familiare e sociale. È indubbio l’effetto traino e il vantaggio competitivo di questo particolare momento. Ma poi, superato il picco di visibilità, bisogna lavorare per tramutare questa maggiore visibilità in business. E questo è tutt’altro discorso. È fuori dubbio che questa tendenza del momento scemerà, però questo è il momento, oltre che di cavalcare l’onda, proprio di strutturarsi per quando passerà».

 

La visione globale di questo brillante imprenditore – legato al suo territorio, le Marche, ma con una prospettiva globale d’affari e di proiezione – gli consente di analizzare con distacco il futuro del settore in cui opera. «Se guardiamo oltre confine, in Europa, la situazione non è effettivamente così rosea. Ma per Elica il mercato europeo vale circa il 67%, di cui quello italiano appena il 12%. Grazie al posizionamento su altre piazze possiamo guardare con serenità alla crescita. In particolare, c’è una parte del mondo che cresce a ritmi sostenuti: in Nord America, ad esempio, il mese di maggio è stato quello con il più alto tasso di crescita dei consumi. Insomma, il mondo sta andando a velocità diverse. L’economia globale non è in recessione ma in espansione. Certo, poi, ci sono Paesi, come il Brasile, che soffrono, però ci sono altre aree molto interessanti. Per esempio, nel 2010 abbiamo puntato sull’India, dove siamo stati fortunati a trovare i partner giusti e le cose lì vanno molto bene. Nel Paese ci sono più di un miliardo di potenziali consumatori e la classe media sta crescendo nelle necessità e nei gusti. Noi cerchiamo di intercettare le prime e soddisfare i secondi».

 

Con oltre quattromila dipendenti in forza al Gruppo guidato da Elica, quotata dal 2006 al segmento Star della Borsa di Milano, l’azienda sta affrontando di slancio la corsa verso la crescita dimensionale. Del resto, spiega sempre Casoli, «sul mercato globale dobbiamo competere con soggetti che hanno oltre ventimila dipendenti e una potenza finanziaria enormemente superiore». Sbarcare a Piazza Affari, insomma, è stata una scelta strategica per imporsi sui mercati e diventare un marchio globale, anche per visibilità. «Il passaggio in Borsa, ci ha permesso di uscire dalla dimensione regionale e acquisire una visibilità internazionale. Talenti da tutto il mondo ci cercano e vengono a lavorare con noi, dandoci quella spinta che è un po’ l’anima delle aziende medie italiane».

 

Il presidente di Elica ci tiene a sottolineare l’importanza, per competere all’estero, della credibilità di sistema. Non basta più, o solo, quella della singola azienda. La reputazione si costruisce e si accresce anche come sistema-Paese. «Serve un sistema di accompagnamento al business che non lasci mai sola l’impresa nel momento di sbarcare, crescere e consolidarsi sui mercati esteri. Un po’ quello che Elica ha trovato in SACE. Siamo riusciti ad avere linee di credito e garanzie per affrontare un mercato complesso come la Cina e realizzare una delle operazioni più significative degli ultimi anni: l’acquisizione di un nostro concorrente cinese. Aziende medie italiane difficilmente da sole riescono a vincere la sfida in giro per il mondo. La credibilità che SACE, nell’affiancarle all’estero, riesce a dare alle imprese diventa un autentico vantaggio competitivo, che sarebbe impossibile avere da Fabriano con le dimensioni di un’impresa media italiana».

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